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FILM / RECENSIONI

Eastern Plays

di 

- Dopo essere approdato a Cannes, alla Quinzaine des Réalisateurs, l'esordiente bulgaro Kamen Kalev ha viaggiato per mostrare Eastern Plays nei festival di mezzo mondo

Dopo essere approdato a Cannes, nella sezione indipendente Quinzaine des Réalisateurs, l'esordiente bulgaro Kamen Kalev, regista trentatreenne diplomato alla fémis e autore di diversi cortometraggi, con il suo Eastern Plays [+leggi anche:
trailer
intervista: Kamen Kalev
scheda film
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ha viaggiato per mostrare la pellicola nei festival di mezzo mondo, tra cui quelli di Tessalonicco, Melbourne e Tokyo. Ora il film è tra i tre finalisti del Premio Lux del Parlamento Europeo.

Co-produzione bulgaro-svedese (Waterfront, The Chimney Port e Film i Väst), Eastern Plays è ambientato in una Sofia popolata da neonazisti e percorsa dal razzismo strisciante, e mette a confronto i due fratelli Georgi (Ovanes Torosian) e Itso (Christo Christov). Dopo aver perso ogni contatto da anni, i due si ritrovano per caso in occasione dell'aggressione di una banda di neonazisti ai danni di una famiglia turca, e si rendono conto di essere su fronti opposti. Mentre Georgi è parte attiva dell'aggressione, essendo stato da poco reclutato nel gruppo, Itso rimane ferito mentre cerca di difendere la ragazza turca, di cui poi si innamora.

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Eastern Plays è uno sguardo su un paese dell'Est in cambiamento e alla ricerca dell'identità, portato con realismo e allo stesso tempo lugubre lirismo, e l'analisi di una famiglia che ne racchiude in sé tutte le contraddizioni. Il protagonista (Christo Christov) è un ragazzo perduto in cerca di riscatto, un artista fallito che lotta da tempo contro ansia e depressione e cerca di riprendersi dopo anni di dipendenza dall'eroina. Kalev ne tratteggia il personaggio con profondità e molteplici sfumature, spesso contrastanti ma sempre credibili, che vanno dalla frustrazione all'ironia, dal distacco al calore. Allo stesso modo in cui le differenze ideologiche tra i due fratelli vengono trattate senza schematismi.

Il regista ha costruito la storia intorno alle vere vicende del suo amico di infanzia Christo Christov, per poi sceglierlo come protagonista; il ragazzo è morto in un incidente solo pochi giorni dopo le ultime riprese. "Nella narrazione ho utilizzato molti elementi della storia vera di Christo – ha spiegato il regista - la maggior parte delle scene sono accadute davvero e sono state girate negli stessi luoghi in cui ha vissuto: il suo appartamento, le sue strade, il suo posto di lavoro. Oggi Christo non c'è più, ma la sua forza vibrante nel film entrava improvvisamente nella dimensione della vita reale".

Al di là della discriminazione etnica, il vero fulcro della pellicola è la possibilità di comunicare e di avere relazioni con gli altri: "Questo è il vero avvicinamento tra due anime; qui lingua, fede e colore degli occhi non contano. Ma quando l'apparenza arriva in primo piano – conclude il regista – le relazioni perdono forza e l'amore scompare".

Eastern Plays è stato già acquistato, per le vendite internazionali, da Memento Films International.

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