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Hafsia Herzi

Shooting Star 2009- Francia

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A soli 21 anni Hafsia Herzi è stata catapultata sul grande schermo del cinema francese grazie a Cous Cous [+leggi anche:
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di Abdellatif Kechiche, con il quale ha ottenuto il premio Marcello Mastroianni come miglior attrice emergente alla Mostra del cinema di Venezia nel 2007 e il César 2008 come migliore nuova attrice. Un successo che la giovane attrice originaria di Manosque ha raggiunto anche grazie alle interpretazioni in Française [+leggi anche:
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di Souad El-Bouhati e Un homme et son chien [+leggi anche:
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di Francis Huster.

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Cineuropa: Guardando le cose con un po’ di distacco, che cosa le hanno portato il successo di pubblico e di critica per Cous Cous e i premi che ha ottenuto grazie al film?
Hafsia Herzi: È stato il mio primo film, l’inizio della mia carriera e mi ha dato innanzitutto l’opportunità di lavorare, poi la possibilità che la gente vedesse il film e infine la stima dei professionisti del settore. I premi sono stati una soddisfazione incredibile, ma ciò che mi ha cambiato è stato soprattutto il ruolo che ho avuto nel film.

Quando e perché ha deciso di diventare attrice?
Ho sempre voluto fare questo mestiere, da bambina era il mio sogno. Ho cercato di attirare la fortuna dalla mia parte facendo comparse sin dalla tenera età. Dato che abitavo a Marsiglia, a quel tempo non c’erano grandi possibilità nel settore del cinema. È stata una direttrice di casting che mi aveva dato un ruolo per una comparsa tre anni prima a chiamarmi per quello di Cous Cous. La mia fortuna è stata anche che il regista facesse un grande casting a Parigi, Marsiglia e Sète. Quando sono andata a fare il provino non sapevo neanche cosa fosse un lungometraggio, una pubblicità o un film, e ignoravo anche chi fosse il regista.

Non ha avuto esitazioni quando le hanno chiesto di prendere 15 chili per Cous Cous. Come si prepara per l’interpretazione di un ruolo?
Dipende. Ogni attore si appropria di un ruolo e c’è sempre un po’ di noi stessi dentro un personaggio. Per Française ho fatto molto sport perché il mio era un personaggio dinamico e determinato. Quando ho fatto L'Aube du monde del regista iracheno Abbas Fahdel (nei cinema nel 2009) in cui sono una vedova, ho dovuto lavorare sulla saggezza, la dolcezza. In generale non è una cosa a cui penso tanto prima di girare. Non improvviso, mi preparo tre settimane prima delle riprese ma non sei mesi. Ma se si tratta di un personaggio con un lato fisico importante, ad esempio una ballerina o una sportiva, allora bisogna iniziare da molto prima un’intensa preparazione.

Come sceglie una sceneggiatura? C’è un genere di film che preferisce?
Mi piace molto il cinema d’autore. Ma è tutto l’insieme che conta: un bel ruolo, la qualità della sceneggiatura e la personalità del regista. Poi è una questione di colpi di fulmine. Ho la fortuna di parlare arabo, la lingua dei miei genitori ed è un piacere fare dei film in questa lingua, farli vedere a mia madre. Ma i clichés della donna araba vittima della violenza coniugale o costretta a un matrimonio forzato non mi interessano.

Con quali cineasti le piacerebbe lavorare? Ci sono degli attori o delle attrici che prende a modello?
Adoro André Téchiné e mi piacerebbe molto lavorare con lui. Per quanto riguarda un modello di attore, non ne ho veramente uno, anche se il talento dei miei colleghi mi colpisce sempre.

Quali sono i suoi progetti per il 2009?
Sarò a teatro con César, Fanny, Marius, tratto dalla trilogia di Marcel Pagnol. Verso la fine del 2008 ho fatto Anonymes della regista tunisina Raja Amari e Le Roi de l'évasion di Alain Guiraudie. Tra maggio e giugno dovrei recitare con Emmanuel Béart in Ma compagne de nuit, il primo lungometraggio di Broca et Hélène Laurent.

Cosa si aspetta dall’evento berlinese delle Shooting Stars?
È straordinario poter rappresentare la Francia e l’Europa. Spero di fare degli incontri stimolanti, soprattutto con attori e attrici della mia età. Perché tutto è interessante per me.

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