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Philippe Desandre • Distributore

Il giusto equilibrio tra entusiasmo e realismo

di 

- Incontro con il direttore della distribuzione di StudioCanal che lancia Il divo il 31 dicembre nelle sale francesi

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sul vostro listino?

Philippe Desandre: Lo abbiamo preso prima ancora che vincesse il premio a Cannes, che è stata la ciliegina sulla torta. Il film rientrava negli accordi che abbiamo con la società di produzione Babe Films. Ma non è la prima volta che StudioCanal distribuisce film italiani. L'anno scorso, abbiamo distribuito Mio fratello è figlio unico [+leggi anche:
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di Daniele Luchetti e seguiamo da tempo Paolo Sorrentino che ha un universo e una cifra molto personali.

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Qual è la vostra strategia di lancio del film in Francia?
Dopo la presentazione a Cannes, abbiamo mostrato il film in diversi festival e manifestazioni. Troviamo quest'opera formidabile e siamo molto entusiasti pur restando realisti sul suo potenziale commerciale. In Francia, la storia di Giulio Andreotti non evoca granché e ne siamo consapevoli. All'inizio, avevamo previsto di distribuire il lungometraggio in 50 copie, ma ad oggi (inizio di dicembre) siamo arrivati a 60 copie perché gli esercenti ce le chiedono. Facciamo molta attenzione al modo in cui escono i film e in quali cinema. Non si può lanciare Il divo in un multiplex come si farebbe con Coco di Gad Elmaleh e Giu' al Nord [+leggi anche:
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. Il divo avrà un'ottima distribuzione nelle sale giuste, ed è questo che serve al film. Abbiamo anche un buon feedback, una grande curiosità da parte della stampa che sarà molto importante al momento dell'uscita. Paolo Sorrentino è venuto a Parigi la settimana scorsa e ha lavorato come i grandi registi americani, con un'agenda mostruosa. Questo si traduce in una grande visibilità. Quest'anno Gomorra [+leggi anche:
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è già stato un vero fenomeno in Francia in termini di entrate e cerchiamo di cavalcare quest'onda.

StudioCanal ha rivisto di recente la sua politica di distribuzione.
Siamo molto selettivi. Fino a due anni fa, StudioCanal distribuiva 30 film all'anno. Nel 2008, ne avremo distribuiti 16 e siamo tendenzialmente sulla stessa strada per il 2009. Facciamo molta attenzione al numero di film che distribuiamo perché vogliamo assicurare per ciascuno di essi il miglior lavoro possibile. Bisogna trovare il buon equilibrio tra il numero di film e la realtà economica. Ma questo non ci impedisce di avere colpi di fulmine come per Il divo.

Pensa che la rinascita attuale del cinema italiano abbia un futuro nelle sale francesi?
E' difficile far emergere il cinema italiano in Francia anche se certi distributori come Jean Labadie fanno un lavoro notevole. E' strano. C'è forse poca curiosità da parte del pubblico francese. Non è una mancanza di mezzi; oggi la stampa francese è tendenzialmente favorevole ai film italiani. Ci sono talenti incredibili, attori straordinari della nuova generazione (Riccardo Scarmacio, Kim Rossi Stuart…), ma il numero di uscite non lo si può aumentare in un mercato francese estremamente competitivo in cui escono quasi 600 film all'anno.

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