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Andrzej Wajda • Regista

"Dedico il mio film al giovane pubblico polacco per il quale questo soggetto è estraneo"

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- Incontro in Polonia con il grande regista di fama internazionale Andrzej Wajda che ha svelato un episodio doloroso della storia polacca

Andrzej Wajda • Regista

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restituisce la memoria storica contro una menzogna crudele, da sempre diffusa, ma è anche una storia ispirata alla sua personale tragedia familiare: l'attesa del padre scomparso. E' stato difficile conciliare queste due prospettive?

Andrzej Wajda: Sì, ed è per questo che ci sono voluti molti anni per realizzare il film. Alla fine, l'opera è composta da scene e dialoghi trovati nei diari, le memorie e le lettere che gli ufficiali assassinati rivolgevano alle loro donne.

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A chi è indirizzato il film? Alle famiglie colpite dal trauma di Katyn o a coloro che non conoscono l'entità dell'evento?
Le famiglie la cui storia è legata a Katyn già sanno la verità. Dedico il mio film al giovane pubblico polacco per il quale questo soggetto è estraneo, sconosciuto. Lo dedico anche a un pubblico più adulto che, all'epoca della Repubblica Popolare di Polonia, ha sentito solo bugie in proposito.

Quali sono le reazioni del pubblico giovane? Sono quelle che si aspettava?
Decisamente sì. Ne è la prova il lungo silenzio che segue la proiezione del film.

I personaggi del film sono più vicini alla realtà o alla finzione?
Sono per la maggior parte personaggi autentici, come la moglie del generale Smorawinska o il professore dell'Università di Cracovia e sua moglie. Gli altri personaggi sono un mélange tra persone reali e fittizie, come il comandante sovietico Popov, il cui nome e la storia sono veritieri.

La sua concezione del film era stabilita fin dall'inizio?
No. La tragedia che ha avuto luogo nella foresta di Katyn poteva essere raccontata in più modi. Ma ho sempre dovuto tener presente che era il primo film dedicato a questo tema.

Qual è stato l'aspetto più difficile nella realizzazione del film?
La cosa più dura è stata cominciare... Decidere di avviare la realizzazione del film senza avere una sceneggiatura definitiva.

A maggio o giugno, comincia le riprese del suo nuovo lungometraggio, l'adattamento del racconto Tatarak di Jaroslaw Iwaszkiewicz. Non è la prima volta che lavora sulla prosa di Iwaszkiewicz…
In effetti. Dopo Katyn, film politicamente impegnato, volevo tornare al cinema psicologico, con al centro la donna. La prosa di Jaroslaw Iwaszkiewicz è un'ottima materia per questo tipo di cinema.

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