email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Cédric Klapisch • Regista/Sceneggiatore

Quello che mi muove...

di 

Non si contano più i film di successo che hanno fatto di Cédric Klapisch uno degli autori e registi più amati. A febbraio 2008 arriva sui nostri schermi Paris [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
. Ne approfittiamo per conoscere l'uomo che ha reinventato la commedia nel panorama cinematografico francese.

Un debutto determinante
Appassionato di fotografia dall'età di 12 anni, Cédric Klapish espone per la prima volta al liceo. Una volta diplomato, sceglie il corso propedeutico all'École Normale Supérieure, indirizzo filosofia. Primo contatto con la scrittura, dove acquisisce una competenza redazionale. Tenta l’IDHEC (istituto superiore di cinematografia di Parigi), ma non viene ammesso. Si volge allora verso Censier e si laurea in cinema. Questi due anni gli permettono di scoprire i grandi classici americani, giapponesi, francesi e soprattutto di conoscere la storia del cinema. Secondo fallimento alla Fémis. La sue delusione è profonda ma rafforza la sua determinazione. Cédric si orienta allora verso alcune scuole in Belgio, Londra e Stati Uniti. L’università di New York lo ammette e il padre lo aiuta a pagare il corso. La sua propensione per il cinema americano diventa evidente e così prende coscienza di avere un problema con la Francia. E' oltreoceano che egli impara davvero la drammaturgia e le nozioni della struttura classica: "La storia non è soltanto un'idea, ma nasce da un desiderio e dal concatenamento degli atti. Bisogna stare nella creazione, altrimenti ciò che si crea non esiste". Grazie a professori di spicco e al suo amico Tod Solondz, Cédric Klapish dirige il suo primo cortometraggio In Transit.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Dall'intuizione alla scrittura
Che lavori da solo o in compagnia, Cédric Klapish ha sempre una trama solida alla base delle sue sceneggiature e costruisce i personaggi in funzione degli attori. "La sceneggiatura non è una tappa definitiva del cinema e della scrittura cinematografica. C'è qualcosa di falso nella carta, che diventa vero solo sulla carne e la bocca degli attori; è la nozione d'incarnazione. Niente giochi di macchina perché c'è una trama di base. L'improvvisazione è possibile quando si sa di cosa si parla". Per il suo primo lungometraggio Riens du Tout, Cédric voleva parlare di gente perduta in mezzo alla folla, d'impresa e di liberalismo. C'erano, per forza di cose, molte persone legate tra loro nella storia. Dal punto di vista narrativo, era una grande scuola perché è un film senza eroi. Lo scopo era far esistere ogni personaggio, perché ciascun "nonnulla" diventa un tutto che esiste in un dato momento.
Le péril jeune partiva da un imperativo: inventare una sceneggiatura che si svolgesse in un liceo nel 1975. Cédric ha scritto con Santiago Amigorena, Alexis Galmot e Daniel Thieux, rinchiusi 12 ore al giorno in una casa per 3 settimane, totalmente ripiegati su se stessi. Si sono allora posti la domanda: che significa avere 17 anni? Poi ha incontrato Romain Duris, aveva 18 anni.
Per Ognuno cerca il suo gatto, ha scritto da solo a casa sua. Aveva voglia di parlare di Parigi, dei vecchi, dell'evoluzione di un quartiere, la mescolanza tra la gente modaiola e la vecchia Parigi. La struttura portante era di 70 pagine su 120. Il caso ha rimesso Romain Duris sul suo cammino.
In Aria di famiglia, Cédric Klapisch ha accettato di adattare questa pièce teatrale su richiesta di Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri. Il risultato è una commedia graffiante che conquista il César della Migliore sceneggiatura.
L’appartamento spagnolo è stato scritto in 15 giorni, da solo. Non c'è stata riscrittura. Sua sorella aveva fatto l'Erasmus alcuni anni prima. Alla base c'era un'intuizione sociologica che lo toccava personalmente. Era necessario parlare dell'Europa, della comunità e del periodo in cui si è studenti. Cédric ha trovato la struttura narrativa globale del film mentre era in scooter. Si è fermato, ha preso il palmare e ha scritto la struttura e il dialogo finale "Tutto è cominciato là….". Fu un momento davvero emozionante, una scarica emotiva. Sapeva che questa base era solida e che non sarebbe cambiata. E girare in HD era una novità per lui: "Una sceneggiatura è anche questo, una scatola di desideri. Come infilare tutti questi desideri nella scatola? E come utilizzare l'energia del primo impulso?".
In Paris egli voleva parlare di mescolanza sociale e razziale: "Parigi è diventata una città fin troppo criticata, di cui tutti parlano male. Volevo mostrare cos'è Parigi oggi, con l'imborghesimento e l'immigrazione". La storia è un vero e proprio patchwork sui toni di Short Cuts di Robert Altman. Ci sono una decina di attori: Juliette Binoche, François Cluzet, Zinédine Soualem e Romain Duris come protagonista. Tutti i personaggi sono stati scritti apposta per gli attori.

I progetti
CK pensa già al prossimo lungometraggio: un racconto per bambini. E' sempre stato attratto dalla poesia e il surrealismo. Un altro genere, dunque, che bisognerà aggiungere alla sua filmografia. Attendiamo con impazienza di saperne di più. Ma fino ad allora, segnatevi la data: Paris, febbraio 2008.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy