13/02/2007

Malgrado la sua giovane età Óscar Janeada non è proprio un volto nuovo. Dopo aver vinto il il Goya 2006 come miglior attore per il film Camarón, è diventato uno degli interpreti più ricercati dai registi spagnoli ed europei. Cineuropa lo ha incontrato a Berlino dove rappresenta la Spagna per le Shooting Stars.

Cineuropa: cosa ha significato per te il Goya 2006?
Óscar Jaenada: Il Goya mi ha dato una visibilità molto importante, alla quale non ero preparato. Ho lavorato moltissimo per costruire il personaggio di Camarón grazie al quale ho ottenuto il premio. Si trattava di un ballerino di flamenco che in più cantava. Ho dovuto migliorare l’accento andaluso, io che sono catalano. È stata dura, ma alla fine mi sono sentito molto vicino al personaggio. Quanto al Goya, l’effetto indesiderato è la celebrità che lo accompagna. Non amo nè il lusso nè le paillettes. Sono una persona semplice che che fa l’attore quasi per caso. Ho creato una compagnia di teatro a 16 anni per gioco. Nell’anima sono pittore, non ho mai fatto una scuola di cinema.

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Hai un metodo per entrare nella pelle dei personaggi?
No, anche se i registi mi dicono che non hanno mai incontrato una persona con tanto metodo. In Spagna mi chiamano l’attore Camaleonte, perchè riesco a personificare qualunque ruolo. Ho lavorato in 13 lungometraggi ed ogni volta ho fatto personaggi diversissimi: l'introverso, il terrorista, il paranoico. Mi sento capace di recitare qualunque cosa. L’unico personaggio che non potrei mai recitare è Óscar Janeada, non saprei proprio da che parte cominciare.

In che film ti piace recitare?
Amo soprattutto i film con un messaggio politico. Amo i film indipendenti, gli autori sconosciuti. Fino ad ora non ho mai rifiutato di recitare con nessuno, ho sempre accettato di lavorare con i registi che mi proponevano un soggetto.