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Rebecca O’Brien • Produttrice

L’amore del lavoro

di 

- Rebecca O’Brien, partner produttivo da lungo tempo di Ken Loach, ha costruito un ampio network di partner finanziari europei sui quali può contare, anno dopo anno

La prima collaborazione di Rebecca O’Brien con Ken Loach è al suo film del 1990 Hidden Agenda, vincitore del Premio della Giuria a Cannes. La loro partnership è andata avanti in Terra e libertà, Film Europeo dell’anno nel 1995, My Name is Joe (1997), Bread and Roses (2000), The Navigators (2001) e nel 2002, l’anno di Sweet Sixteen [+leggi anche:
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, i due hanno messo in piedi la compagnia di produzione Sixteen Films assieme allo sceneggiatore Paul Laverty come Direttore Associato. Nel frattempo Rebecca ha prodotto Bean, di grande successo, per Working Title come anche Princesa del regista brasiliano Henrique Goldman. Rebecca racconta a Cineuropa come ci si sente a vincere una Palma d’oro per The Wind That Shakes the Barley [+leggi anche:
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intervista: Ken Loach
intervista: Rebecca O’Brien
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, il maggiore e forse più duro film prodotto per Ken Loach.

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Lavora con Ken Loach da 16 anni. Vincere una Palma d’oro deve essere stato un riconoscimento importante per entrambi...
Rebecca O’Brien: Sì, dal punto di vista di tutti. È bello non solo per lui e me, ma anche per la gente che lavora da molto tempo con Ken. È ancora più speciale perché l’abbiamo vinto con The Wind..., uno dei film più grandi che io abbia mai realizzato, e uno dei più intensi. Avevamo un piccolo budget con cui lavorare, di 6,5 milioni di euro, e abbiamo dovuto arrangiarci per riuscire a controllarlo. Una volta iniziate le riprese, non potevamo fermarci, e abbiamo dovuto costruire tutto sul momento.

Ha detto che 21 diversi finanziatori sono stati coinvolti nel film. Non le chiederò di nominarli tutti, ma quali sono stati i più rilevanti nelle fasi cruciali del film?
È difficile da dire perché ogni singolo finanziatore è stato fondamentale, e senza non ce l’avremmo mai fatta. Ma forse avere dietro le spalle i fondi nazionali - quelli dell’Irish Film Board e dello UK Film Council- è stato cruciale. Anche i miei produttori esecutivi sono stati eccezionali: Ulrich Felsberg, prima a Road Movies, Nigel Thomas che ha messo insieme le agevolazioni fiscali, Paul Trijbits allo UK Film Council e Andrew Lowe di Element Films in Irlanda. E poi i nostri distributori abituali: l’italiana BIM, la francese Diaphana, la belga Cinéart, Tornasol Films dalla Spagna, Filmcoopi dalla Svizzera, che hanno pre-acquisito i nostri film recenti e ci hanno sostenuti nuovamente.

La fase di pre-produzione deve essere stata lunga per un film storico così complesso...
Paul Laverty —lo sceneggiatore— ha passato parecchio tempo a rendere lo script perfetto, e la pre-produzione ha richiesto anch’essa molto tempo: 9 mesi in totale fra location e casting. Ho finanziato il film mentre il film ‘accadeva’... una vera pena d’amore! Cillian Murphy è arrivato durante la fase di finanziamento e alla fine è stato un bonus aggiunto. Era assolutamente la persona più adatta al ruolo, e guarda caso era di Cork.

Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato durante le riprese?
A parte i vincoli finanziari, abbiamo deciso di girare in Irlanda, a Cork, in un’area totalmente modificata dalla modernità tanto da costringerci a ricostruire molti luoghi per il set. Ken, inoltre, ama riprendere in sequenza, ma le location di The Wind... erano distribuite su un’area geografica molto ampia, e abbiamo dovuto spostarci molto, ed è stato stancante per tutti.

Com’è stato ricevuto il film nel Regno Unito?
La reazione della stampa britannica è stata orrenda. Quella della stampa destrorsa in particolare è stata al vetriolo, ed è andata anche peggio dopo la vittoria della Palma d’Oro. Si tratta naturalmente di un periodo storico che gli inglesi continuano a trascinarsi. I britannici hanno un problema vero con il proprio passato imperialista, ma devono imparare dalla storia. Il film non parla solo di un periodo importante nella storia irlandese. È anche la storia del nostro passato. Gli irlandesi invece sono stati molto contenti, e hanno apprezzato il fatto che i fatti storici fossero accurati.

Ken Loach è più popolare nell’Europa continentale che nel Regno Unito. Come vi sentite a riguardo?
Il problema è che parliamo la stessa lingua degli Stati Uniti, e i piccoli film britannici hanno vita difficile in casa. Siamo stati allevati a pellicole americane, ci hanno detto cosa vedere, e il pubblico è diventato intellettualmente pigro, mentre nell’Europa continentale c’è una vera cultura del cinema e della sua varietà. Sì, i film di Ken vanno meglio nel resto d’Europa, in Italia per esempio, ma nel caso di The Wind..., speriamo vada bene anche in Irlanda. Fino ad ora gli irlandesi si sono impadroniti del film come hanno fatto gli spagnoli con Terra e libertà.

Qual è il suo prossimo progetto con Ken?
Il nostro prossimo film sarà una storia moderna ambientata nel Regno Unito, scritta nuovamente da Paul Laverty. Le riprese inizieranno in autunno. Channel Four è già nel progetto che avrà un piccolo budget di circa 2,5 milioni di sterline. I nostri abituali partner di distribuzione europei, BIM in Italia, Diaphana in Francia, Cineart in Belgio (per dirne alcuni) hanno già dato l’ok, come anche Pathe nel Regno Unito. Ed è un ottimo gruppo!

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