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Jeroen Beker • Produttore

Produzione con il piede sull’acceleratore

di 

Cineuropa: Qual è la filosofia della sua compagnia?
Jeroen Beker: Vogliamo produrre progetti artistici orientati all’autorialità che attraggano l’attenzione mondiale, utilizzando in particolar modo la presenza ai festival più importanti. Ma vorremmo anche produrre progetti più grandi e commerciali con registi e sceneggiatori olandesi noti, girando però film di qualità per ampie platee. È un modo di lavorare diverso, ma ugualmente divertente.

Finanziando progetti come "Route 2000" e ora "De Oversteek", avete offerto a giovani talenti la possibilità di mostrare quello che potevano fare nel cinema. Secondo voi, i talenti cinematografici olandesi hanno abbastanza possibilità di sviluppare nel miglior modo le proprie potenzialità?
C’è una mancanza di fondi ormai cronica che ci tiene lontani da una corretta ipotesi di sviluppo. Ma abbiamo parecchi talenti, e forse una necessità non abbastanza grande di raccontare buone storie. Comunque, se la Danimarca riesce a farlo con cinque milioni di abitanti e 40 milioni di euro di budget, allora il cinema olandese, con un budget maggiore, dovrebbe essere in grado di differenziarsi allo stesso modo. I produttori danno troppa attenzione a chi è ‘sull’onda’ al momento e dimenticano di pensare al potenziale a lungo termine. Bisogna investire nel talento e far realizzare ai giovani alcuni film. La gente cerca un nuovo Tarantino di continuo, ma anche i fratelli Dardenne hanno fatto alcuni film di diventare famosi. Il talento si manifesta subito ma va nutrito.

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I recenti successi al box-office olandese sono film per bambini o giovani. Cosa va fatto per attirare più spettatori adulti?
Bisogna dare più attenzione ai desideri del pubblico trentenne e oltre. Film come Twin Sisters hanno provato che un pubblico adulto può essere sedotto. Speriamo che la prossima produzione Black Book e che la romcom Alles is liefde dimostrino che siamo in grado di fare film di qualità per un pubblico adulto.

Ci racconta qualcosa della produzione di Northern Light? È una tipica produzione Motel Films?
Tipicamente Motel. Coinvolta, sensibile. Costruita su misura. Vorace (l’unico film "cruciale" in 35mm). Abbiamo lavorato da vicino con il regista, in ogni fase; lo abbiamo sostenuto e gli abbiamo permesso di trovare la sua strada. Lasciandolo lavorare con gente di cui si fidava o che andava bene per il suo progetto, ma tenendo il bandolo della matassa. E il prodotto finale dovrebbe essere buono: immagine significativa, suono eccellente. Un film che potrebbe essere visto in tutto il mondo. E dovrebbe!

Northern Light [+leggi anche:
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intervista: David Lammers
intervista: Jeroen Beker
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ha avuto buone recensioni quando è stato presentato al recente Rotterdam Film Festival. Qual è la vostra strategia per la distribuzione olandese?

Il film sarà in otto sale nelle grandi città dal 20 aprile, ed è stato inserito nella selezione di Cannes. Speriamo di avere notizie positive sulla sua presenza lì nella prima settimana di distribuzione locale, che ci aiuterebbe in termini pubblicitari; una sorta di effetto Guernsey [+leggi anche:
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[film olandese selezionato per la Quinzaine des réalisateurs lo scorso anno]. Stiamo cercando inoltre di capitalizzare la reazione positiva dei media (abbiamo molte richieste di interviste per David) e la pubblicità fatta a voce dal pubblico. A livello internazionale, abbiamo bisogno di un vero decollo; Cannes potrebbe aiutarci ad attirare l’attenzione internazionale, un rivenditore e, magari, delle vendite.

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