email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Vincenzo Marra • Regista

"Voglio fare film con le persone, non sulle persone"

di 

Trentatré anni, due documentari e due lungometraggi che hanno fatto il tour dei festival. Cineuropa ha incontrato Vincenzo Marra al festival del cinema europeo di Bruxelles, dove il suo ultimo film Vento di Terra [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
è stato presentato in concorso. Premiato alla Mostra di Venezia (sezione Orizzonti), il film sembra evocare la tradizione realista del cinema italiano proponendo un duro racconto di vita, magnificamente interpretato da attori on professionisti.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Dopo gli studi di Legge, ha lavorato come fotografo sportivo. Come si inserisce il cinema in questo percorso?
Volevo diventare avvocato per occuparmi dei problemi seri della vita, ma gli studi di giurisprudenza non mi piacevano. A un certo punto, ho iniziato a scrivere molto e mi sono reso conto che qualsiasi cosa scrivessi poteva essere resa con le immagini. Poi ho scoperto le sceneggiature e la regia. Non ho fatto scuole di cinema. Ho letto una frase di Kubrick che diceva che per imparare a fare un film bisognava girarne uno. Con pochi soldi ho realizzato il mio primo corto, Una rosa prego.

Il suo è un percorso atipico. Comincia dalla finzione e poi passa ai documentari.
Dopo il primo corto, ho fatto un documentario in una versione cinematografica, Estranei alla massa, sui tifosi di calcio napoletani. Poi Tornando a casa, il mio primo film.

I suoi film di finzione sono filmati e raccontati con un approccio vicino al documentario.
Cerco di fare ciò che più mi piace, sia la fiction sia il documentario, con più libertà possibile. I miei film possono sembrare documentari, anche se penso che Tornando a casa e Vento di Terra abbiano poche scene documentaristiche. Voglio rimanere attaccato alla realtà perché questo è più coerente con quello che voglio fare. Nella fiction il percorso è capovolto: ci vuole tutta una preparazione tecnica per arrivare alla verità, mentre il documentario registra la realtà così com'è.

Vento di Terra cattura l'autenticità delle persone. Dipende dal fatto che ha lavorato con gente di Napoli, che conosce bene, o perché sono degli attori non professionisti.
Voglio fare film con le persone, non sulle persone. C'è un tipo d comunicazione profonda che non riesco a condividere che con i napoletani. Nelle città antiche come questa ci sono dei codici, delle parole nel silenzio. Vincenzo Pacilli, il protagonista, aveva sedici anni ai tempi delle riprese. Non volevo un attore che recitasse… alla fine il risultato è buono, ci siamo arrivati con molti sforzi.

Ha dovuto riscrivere il copione per adattarlo meglio alla recitazione dei non professionisti?
Nessun attore ha mai letto la sceneggiatura. Quando abbiamo iniziato a girare ho messo da parte il copione. Dopo il montaggio i risultato era molto vicino a quel che avevo scritto.

Malgrado tutti i problemi di questa famiglia, il film non cade mai nel melodramma. E' una scelta consapevole?
Mi piace mantenere una certa distanza. Sono come un fotgrafo che cattura la realtà, ma che non fotografa tutto. Non mi piace la spettacolarità. Ma credo che Vento di Terra sia un film sulla speranza, anche se nei paesi non latini in cui l'ho presentato viene sempre visto come un dramma. La fine del film è dura perché non volevo ingannare lo spettatore. Niente happy end all'americana.

Questa speranza accompagna i personaggi che vogliono allontanarsi da una vita ai margini.
Attraverso una famiglia, intendevo raccontare anche la storia dl mi paese che è diviso in due: il nord e il sud. Volevo mostrare i non privilegiati che abitano nella società occidentale - non nel terzo mondo - e che cercato, aldilà di ogni determinismo, ci costruire qualcosa di buono. Il ruolo del cinema è quello di mostrare immagini alternative del mondo, aspetti che non vediamo.

C'è spazio nell'industria cinematografica italiano per un simile approccio?
No, la situazione è molto difficile. Fare un film come Vento di Terra è quasi impossibile, infatti l'ho finanziato in parte con i ricavi di Tornando a casa. Progetti su simili tematiche non sono ben visti. Contano solo i numeri.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy