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Eduardo Noriega

Formidabili questi anni

di 

- Eduardo Noriega racconta la rinascita della cinematografia spagnola, ricostruita da una rassegna della Mostra di Pesaro

Eduardo Noriega, nato a Santander il primo agosto di ventotto anni fa, è «il bello» del cinema iberico. Ma è soprattutto una persona dotata di tenacia e intelligenza. Protagonista dei film di Alejandro Amenabar (Tesis, Apri gli occhi), e di El espinazo del diablo di Guillermo Del Toro, Noriega è in Italia per accompagnare la rassegna che il festival di Pesaro dedica al cinema spagnolo.

Quali sono stati i suoi inizi?
Mi sono trasferito a Madrid per studiare arte drammatica, e lì ho incontrato Amenabar, con il quale ho iniziato subito a collaborare, lavorando nei suoi cortometraggi. Poi, pian piano, abbiamo realizzato Tesis, e da lì ho sono nati altri lavori con altri registi, come Mateo Gil, Miguel Santasmases...

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In questi ultimi anni assistiamo ad una rinascita della cinematografia spagnola, con film anche molto diversi tra di loro. Una situazione invidiabile per un attore ...
Negli ultimi dieci anni la situazione per il cinema è diventata molto felice, ma abbiamo dovuto cambiare gli obiettivi, puntare ad un pubblico diverso, rivolgerci ai giovani. I film di Guillermo Del Toro, per esempio, sono un bell´esempio di commistione tra intenti commerciali e intenti artistici. Tra i nuovi realizzatori ci sono registi molto differenti e questo dà la possibilità di variare molto i ruoli. E per noi attori va bene così.

Per Del Toro ha lavorato in El espinazo del diablo. Come è stata questa esperienza? Girare questo film è stato faticoso, avevo bisogno di molta concentrazione per riuscire a caricarmi, per organizzare la rabbia di questo ragazzo addormentato e incattivito, con un lato animalesco e segnato dalla solitudine. Sono molto soddisfatto del film, così come sono soddisfatto del lavoro di preparazione del personaggio. Lo abbiamo studiato tantissimo, provando a vedere le diverse facce che avrebbe potuto avere.

El espinazo del diablo, per il tema trattato, ha forti similitudini con l´ultimo film di Amenabar, The Others, interpretato da Nicole Kidman...
È solo una coincidenza. Io penso che sia una questione di atmosfere: abbiamo paura, non sappiamo come affrontare il cambiamento del nuovo millennio, ci sentiamo prigionieri di quello che siamo, ed è ovvio che le storie possano, a prima vista, somigliarsi.

E, a proposito di somiglianze, proprio con Amenabar lei ha girato Apri gli occhi, il film del quale Cameron Crowe e Tom Cruise hanno realizzato il remake Vanilla Sky.
Apri gli occhi è nato da una serie di chiacchierate tra amici, seduti in un bar. E poi sull´idea abbiamo lavorato tantissimo. L´operazione di Vanilla Sky mi è sembrata, invece, una operazione più commerciale in cui è stata inserita una stupenda colonna sonora. Hanno semplicemente ricostruito il film, senza un reale discorso dietro, copiando letteralmente intere sequenze, con la stessa posizione della macchina da presa, con gli stessi tagli di montaggio. Ho visto il film in sala, e mentre lo guardavo non riuscivo a non vedere contemporaneamente due film: il nostro e quello proiettato sullo schermo. Ma penso sia molto positivo che l´industria hollywoodiana abbia scelto il nostro film. Per noi è una nota di merito, oltre che una possibilità di far conoscere di più il lavoro che stiamo facendo.

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