email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

GÖTEBORG 2022

Ştefan Constantinescu • Regista di Man and Dog

“Romania e Svezia sono su due pianeti completamente diversi”

di 

- Il regista di origine rumena e residente in Svezia spiega le forze in gioco dietro il suo primo lungometraggio, che è stato presentato in prima mondiale a Göteborg

Ştefan Constantinescu • Regista di Man and Dog

Dopo una carriera nelle arti multidisciplinari, alcuni cortometraggi e un documentario, il regista rumeno Ştefan Constantinescu ha diretto il suo primo lungometraggio di finzione, Man and Dog [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Ştefan Constantinescu
scheda film
]
, la storia di un uomo rumeno che lavora in Svezia. Naturalmente, dopo l'anteprima mondiale al Göteborg Film Festival, abbiamo subito chiesto a Constantinescu se il film è almeno in parte biografico, ed ecco cosa ci ha detto il regista sulla storia e su come ha lavorato alla sceneggiatura in due lingue diverse.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa: Com’è nato Man and Dog? Ci sono dettagli biografici nella storia?
Ştefan Constantinescu:
Tutto è iniziato nel 2016, quando ho incontrato [lo sceneggiatore] Andrei Epure. La prima bozza del film era sua. Mi è piaciuta molto e abbiamo deciso di lavorare insieme a distanza, visto che lui vive in Romania e io in Svezia. In seguito, Jörgen Andersson si è unito all'impresa. Credo che tutto ciò che facciamo venga da dentro di noi, da esperienze passate, alcune delle quali vissute in prima persona, oppure solo sentite o lette. A 53 anni [l'età del regista], è difficile credere che non abbiate vissuto un tradimento, sia come carnefice che come vittima.

Per me, Man and Dog è un film sull'alienazione, sui compromessi che si possono fare per poter lavorare all'estero (e provvedere così alla propria famiglia). Questo aspetto della storia era importante per lei?
Noi esseri umani facciamo progetti e abbiamo sogni di ogni tipo. La cosa sorprendente è che abbiamo sempre la sensazione che solo una piccola cosa ci separi dal raggiungere il nostro obiettivo. Siamo così vicini e così lontani da ciò che vogliamo e, purtroppo, non prendiamo in considerazione tutte le forze in gioco per arrivarci o, se lo facciamo, l'entusiasmo e la speranza ci costringono ad avere una visione molto soggettiva di ciò che accade. Doru [il protagonista del film, interpretato da Bogdan Dumitrache] è un uomo responsabile, ama la sua famiglia ed è partito per la Svezia per lavorare e guadagnare abbastanza per realizzare il suo sogno: un piccolo B&B alla periferia di Constanţa. Ma naturalmente le cose non sono andate come previsto.

Com'è stato spostare la sua prospettiva dalle arti visive al cinema?
È facile lavorare con elementi familiari: composizione, immagini, forme e strutture. Ed è difficile lavorare con molte persone. Qualcosa che per te è estremamente importante può essere un semplice lavoro per qualcun altro, seguito da un altro lavoro la settimana successiva, mentre tu passi anni e anni a lavorare sulla tua storia. Capisco la situazione, ma è frustrante. È un percorso che devi forgiarti da solo e, mentre lo percorri, hai interazioni importanti che plasmeranno il tuo progetto in un modo o nell'altro.

Ha scritto la sceneggiatura con Andrei Epure, rumeno, e con Jörgen Andersson, svedese. Com'è stato lavorare insieme?
Abbiamo lavorato molto bene insieme, ma il processo è stato piuttosto complicato. Con Andrei ho lavorato tutti i giorni, anche se ci incontravamo fisicamente solo poche volte all'anno, mentre con Jörgen mi vedevo un paio di volte al mese. Inoltre, ho lavorato alle bozze in svedese con Jörgen e in rumeno con Andrei.

Ci sono differenze tra lavorare nel cinema in Svezia e farlo in Romania?
Mi capita spesso di fare questo paragone, ma non ha senso: Romania e Svezia sono due pianeti completamente diversi. Faccio un esempio: nel 2021, l'Agenzia svedese per l'analisi culturale ha condotto uno studio richiesto dal governo locale, per esaminare "fino a che punto la cultura è indipendente – l'impatto della politica culturale sulla libertà artistica". I risultati hanno mostrato che né le arti visive né il cinema sono effettivamente indipendenti, poiché sono soggetti al controllo politico. Non riesco proprio a immaginare un governo rumeno che commissiona uno studio del genere.

Ha in cantiere un nuovo lungometraggio? Di cosa si tratta?
Sto cercando di decidere su una sceneggiatura scritta da Cristi Puiu e Răzvan Rădulescu, Food for Small Fish. È la storia del fallimento di un uomo medio, ma un fallimento comprensibile.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy