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CINÉAST 2021

Michaela Pavlátová • Regista di My Sunny Maad

“Le performance dei personaggi animati possono essere potenti quanto quelle degli attori dal vivo”

di 

- La regista ceca spiega quanto siano stati importanti l'umorismo e la sottigliezza nella creazione di questa storia su una donna europea che segue il suo grande amore in Afghanistan

Michaela Pavlátová  • Regista di My Sunny Maad

Il film d'animazione My Sunny Maad [+leggi anche:
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della regista ceca Michaela Pavlátová ha finora avuto un'intensa attività festivaliera ed è anche una delle proiezioni speciali della quattordicesima edizione del CinÉast - Festival del Cinema dell'Europa Centrale e Orientale in Lussemburgo. Abbiamo parlato con la regista delle origini del progetto, di come ha sviluppato i personaggi e del concetto visivo del film.

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Cineuropa: Come hai scoperto il romanzo da cui hai tratto ispirazione e come hai proceduto per l'adattamento?
M
ichaela Pavlátová: È successo sei anni fa, dopo aver realizzato molti cortometraggi di animazione. Volevo una sfida nuova e ho deciso di realizzare il mio primo lungometraggio d'animazione. All'inizio ho provato a scrivere la sceneggiatura da sola, ma ho fatto fatica, perché ero troppo abituata al formato breve. Poi ho pensato che avrei potuto trovare un libro o una sceneggiatura da adattare. Quello che cercavo era la storia di una protagonista femminile. Per caso, durante un viaggio, ho trovato il romanzo di Petra Procházková Frišta, My Sunny Maad e me ne sono innamorata. Il libro è scritto in prima persona e, come lettore, ci si affeziona molto rapidamente alla protagonista. Ho saputo che esisteva già una sceneggiatura destinata a un film live-action, ma che non era stata realizzata perché i due registi non hanno ottenuto i finanziamenti necessari.

Ho potuto riprendere e adattare la sceneggiatura, che al momento era più generica, e adattarla alla prospettiva del personaggio femminile. Mi interessava il punto di vista personale che il libro offre. Il personaggio si intrufola in spazi che non conosceva prima e acquisisce varie nuove abitudini imparando nuove cose molto personali. Mi interessava la sua prospettiva europea, che immaginavo essere simile alla mia. Per me era importante mantenere l'umorismo del romanzo nel film. Inoltre, ho pensato di avere una voce fuori campo per mantenere la protagonista il più vicino possibile al pubblico. All'inizio c'erano più parti fantastiche, che illustravano i sogni e le fantasie di Herra, ma mi sono resa conto che avrebbero interrotto il flusso del film, quindi le ho ridotte e mi sono concentrata sulle sue relazioni all'interno della famiglia.

Qual è stata la tua principale ispirazione per realizzare questa animazione?
Volevo che fosse una storia che non era stata pensata per l'animazione e che parlasse a tutti i tipi di pubblico. Ci sono molti bei festival per registi d'animazione, ma sembra che siamo intrappolati in una bolla in cui non possono entrare molte persone estranee al campo dell'animazione. Non volevo che il film fosse per bambini. Le animazioni per bambini sono molto ben accettate e vendono bene, ma per me non sono interessanti. Ritengo che le performance dei personaggi animati possano essere potenti quanto quelle degli attori in carne e ossa, e volevo dimostrarlo.

Come hai svolto le ricerche?
Purtroppo non è stato possibile andare in Afghanistan e fare ricerche sul posto. Ma ho trovato molti riferimenti sul Paese su Internet e ho usato molte foto personali che mi ha fornito l'autrice del libro, con la quale sono rimasta in contatto.

Come hai sviluppato lo stile estetico dei disegni?
Il mio stile di animazione è molto simile agli schizzi disegnati a mano. Non mi piacciono i pupazzi o il 3D. La sfida più grande è stata che di solito lavoro da sola, ma per fare un lungometraggio c'è bisogno di un'intera squadra. È stato difficile rinunciare a una parte del controllo e ho dovuto spiegare in modo esauriente come volevo che il film risultasse. Ho dovuto creare una "bibbia grafica" contenente tutti i dettagli dei personaggi e delle ambientazioni. L'estetica doveva essere il più realistica possibile e il più simile a uno schizzo. Non mi interessava introdurre nuove tecniche o concentrarmi sugli effetti speciali. Di solito nell'animazione si esagera un po' nei movimenti dei personaggi, ma io volevo che tutto fosse più discreto e che ci si concentrasse su ciò che accade nella loro mente.

Come ha deciso il look di Maad?
All'inizio mi è stato piuttosto difficile immaginare il suo aspetto. Nel libro è un personaggio inventato, mentre gli altri sono ispirati a personaggi reali. Quindi è descritta più come un personaggio da fiaba, con gambe sottili e malferme e orecchie trasparenti.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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