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VARSAVIA 2021

Ernestas Jankauskas, Gabija Siurbytė • Regista e attrice di I Am Fine, Thanks

“Il perfezionismo è la religione di oggi”

di 

- Abbiamo parlato con una parte della squadra di questo film lituano, che si basa su qualcosa che l'attrice protagonista ha vissuto personalmente

Ernestas Jankauskas, Gabija Siurbytė  • Regista e attrice di I Am Fine, Thanks

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intervista: Ernestas Jankauskas, Gabij…
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, presentato in anteprima al Festival di Varsavia e basato su un'esperienza vissuta in prima persona, Gabija Siurbytė interpreta Maria, una neuroscienziata che cerca di fare del suo meglio per tornare alla normalità dopo essere stata in cura per degli attacchi di panico. Inutile dire che non è una cosa facile, soprattutto perché Maria vuole compiacere tutti tranne se stessa. Abbiamo parlato con Siurbytė e con il regista del film, Ernestas Jankauskas.

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Cineuropa: Perché avete voluto mostrare così le crisi di Maria? A volte sono così folli, con enormi papere di gomma o persone che sembrano membri dell'Inquisizione spagnola.
Ernestas Jankauskas: In generale, l'ispirazione per questi attacchi di panico deriva dalla nostra comprensione degli stessi. Quando si manifestano, alcuni hanno la sensazione di essere bloccati in un tunnel senza luce, mentre altri dicono di non riuscire a respirare. È tutto molto personale e per me è stata una delle più grandi sfide creative del film. Volevo mostrare anche il punto di vista della nostra società, delle persone che non ne sono colpite, perché anch'io ero così. Ogni volta che qualcuno mi diceva che si stava sentendo male, io rispondevo: "Non farti prendere dal panico. Non è niente di grave".

Gabija Siurbytė: Quando Birutė [Kapustinskaitė] stava scrivendo la sceneggiatura, io lavoravo sulla struttura e sulle idee, ed Ernestas era lasciato a riempire i vuoti di questi episodi. Gli attacchi di panico sono assurdi: si ha paura di morire quando non c'è alcun pericolo reale. Eppure, per chi li subisce, sembrano molto reali. Io ero uno di loro.

Quello che hai detto su quella frase, "Non farti prendere dal panico", è molto vero. C'è ancora un certo stigma legato ad essa.
E.J.: Stiamo imparando a parlarne di più, ma si tratta anche di riconoscere a livello personale che va bene essere imperfetti. Quando si affronta una cosa del genere, si pensa: "C'è qualcosa di sbagliato in me. Sono danneggiato". Si inizia a mettere in discussione se stessi. È così difficile affermare che vada bene essere come si è.

G.S.: Gli attacchi di panico e l'ansia colpiscono molte persone forti, ed ammetterlo li farebbe sentire deboli. Ci si vergogna, ci si vergogna troppo per condividere il problema con gli altri. Molte persone pensano che tu sia solo pigro. "Fattene una ragione, non è un problema". È difficile capire una persona che soffre di attacchi di panico finché non si ha un attacco di panico in prima persona. Manca l'empatia. Anche ammettere di andare in terapia è una sorta di stigma. Almeno qui lo è: negli Stati Uniti lo fanno tutti. Dovremmo renderlo una cosa normale.

Molte donne sentono di dover fare tutto. Lo fa anche lei: cerca di essere un'amante, una scienziata, una figlia. È una sensazione estenuante.
G.S.: Questo era il punto. Deve ammettere che non ha più bisogno di essere perfetta. Per me è lo stesso. Sui social media vedo tante donne perfette che riescono a destreggiarsi in tutto. Si ha sempre la sensazione di essere in ritardo e poi il corpo e l'anima bussano alla porta. Dovete capire che state correndo per le ragioni sbagliate. Non ne avete bisogno, perché le persone vi amano per quello che siete. Sembra così facile, ma mi ci sono voluti dieci anni per capirlo.

E.J.: L'ansia e gli attacchi di panico sono un sintomo che qualcosa non va. È una bandiera rossa che ti dice di fermarti. Bisogna solo prenderne atto. Diciamo che il perfezionismo è la religione di oggi. Il mondo è pieno di successi e noi continuiamo a chiederci: "Sono abbastanza bravo? I miei figli andranno bene?". Da bambini si inizia a credere di meritare amore se si ottengono buoni voti o si puliscono i piatti. Vuoi che gli altri ti dicano che hai realizzato qualcosa. Ma il fatto è che si vede il proprio riflesso nell'acqua solo quando è calma. Se si è stressati, non si riuscirà mai a farlo.

Perché volevate che fosse una scienziata? E una che deve davvero lottare per la sua posizione?
G.S.: Questo personaggio è passato attraverso così tante professioni. In origine doveva lavorare in un call center! Volevamo mostrare un settore competitivo, soprattutto per le donne, e avere una persona che dipende dal suo intelletto, avendo questo problema mentale. Abbiamo sentito parlare dell'esperimento "Universo 25", in cui si cercava di creare le condizioni perfette per far vivere i topi, ma il loro mondo crollava sempre. Lei si è fatta l'idea che quello che le manca è l'amore.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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