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TORONTO 2021 Platform

Aga Woszczyńska • Regista di Silent Land

“Nessuno in questo film è solo buono o solo cattivo; ci sono molte sfumature nella personalità di ogni personaggio”

di 

- Abbiamo parlato con la regista polacca per saperne di più del suo film, che apparentemente parla della fine di una relazione ma in realtà affronta qualcosa di molto più importante

Aga Woszczyńska  • Regista di Silent Land

Cineuropa ha parlato con Aga Woszczyńska, regista e co-sceneggiatrice di Silent Land [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Aga Woszczyńska
scheda film
]
, presentato nella sezione Platform del Festival di Toronto.

Cineuropa: Diresti che i personaggi principali - o almeno uno di loro - rappresentano la coscienza di noi europei?
Aga Woszczyńska: Sì! Ma oggi penso che non riguardi solo l'Europa, ma tutto il mondo. Silent Land è un film sul crollo di una relazione, ma in senso più ampio, parla di qualcosa di più importante che mi preoccupa: il crollo del sistema di valori nel mondo moderno, l'indifferenza generale nei confronti della realtà e la letargia sociale. In definitiva, Silent Land è un racconto sull'alienazione, non solo degli uni verso gli altri, ma anche verso il mondo. È una storia di conformismo e passività, in cui il bisogno di sicurezza e convenienza è una strategia di sopravvivenza. Quando è accaduta la catastrofe a Lampedusa, ho voluto raccontare - ma non in modo letterale - come l'Europa, così come i miei personaggi, sia stata passiva e cieca di fronte a quella tragedia. La mia storia, purtroppo, è di nuovo attuale, perché l'Afghanistan ha un disperato bisogno di aiuto e noi stiamo chiudendo gli occhi e le frontiere. Credo che l'indifferenza sia la piaga dei giorni nostri. Vorrei che Silent Land rendesse le persone più sensibili dal punto di vista sociale e che non si chiudessero in casa. C'è un barlume di speranza in Adam: è l'unico che capisce il suo sbaglio e se ne assume la responsabilità. Cosa deve succedere affinché apriamo gli occhi e le orecchie... e i confini?

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Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska hanno interpretato i protagonisti del tuo cortometraggio Fragments, presentato alla Quinzaine des cinéastes di Cannes. Significa che in questo film hai continuato a raccontare la storia della stessa coppia?
Si. Fragments era più incentrato su Anna, mentre Silent Land è più incentrato su Adam. Volevo difendere questo personaggio ed essere orgogliosa del suo cambiamento. Dopo Fragments, ho avuto l'impressione che il mio cortometraggio fosse troppo breve per raccontare la storia di una bancarotta emotiva, come mi piace definire lo stato dei miei personaggi. Avevo bisogno di più tempo sullo schermo per permettere al pubblico di capirli e forse di perdonarli per il loro comportamento, soprattutto Adam. Voglio sottolineare che nessuno in questo film è solo buono o solo cattivo; ci sono molte sfumature nella personalità di ogni personaggio. Ma Adam è l'unico che capisce il suo errore e se ne assume la responsabilità.

Quando succede qualcosa di importante, i personaggi sono spesso ai margini dell'inquadratura o addirittura fuori. Perché?
Credo che il messaggio sia più forte quando non si forniscono risposte: la letteralità causa una mancanza di immaginazione. Ho realizzato questo film con il mio direttore della fotografia, il geniale Bartosz Świniarski. Abbiamo realizzato Fragments insieme, quindi sapevamo esattamente come sarebbe stato Silent Land in termini di inquadratura, obiettivi, messa in scena e così via. Nel primo atto abbiamo usato soprattutto obiettivi da 35 mm, mentre in seguito abbiamo usato quelli da 40 e 50 mm. Il film è incentrato sulla distanza - emotiva, sociale e fisica - quindi non ci sono quasi mai primi piani. La macchina da presa è statica o ci sono riprese lunghe. La maggior parte delle scene sono state girate in un'unica inquadratura. L'inquadratura è stata molto importante per noi, perché molti momenti cruciali avvengono proprio al di là dell'inquadratura. Per me il cinema inizia quando le parole finiscono, quando è l'immagine a comunicare emozioni e significati. Per questo ho deciso di non farli parlare così tanto.

Anche il suono gioca un ruolo importante nella costruzione del panorama emotivo del film.
In Silent Land non c'è musica in quanto tale. Direi che il sound design meticoloso del mio film è, di fatto, una sorta di colonna sonora. Per me, la musica enfatizza le emozioni e ti dice: "Ora devi piangere. Ora devi avere paura. Ora devi ridere". E io non volevo nulla di tutto ciò. Non volevo condurre il mio pubblico da nessuna parte; volevo solo loro e lo schermo, niente di più. E sono così felice di aver trovato un partner che ha voluto raccontare questa storia silenziosa con me. Marek Poledna è un sound designer di grande talento della Repubblica Ceca.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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