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BRIFF 2021

Fred De Loof • Regista di Totem

"Cercavo un effetto cinematografico molto classico per controbilanciare l'umorismo un po' spinto e le infinite prese in giro"

di 

- Abbiamo incontrato il regista belga che ci ha parlato del suo insolito primo lungometraggio, che è un commedia deliziosamente grossolana girata a basso budget

Fred De Loof  • Regista di Totem

Incontro con Fred De Loof, il regista di Totem [+leggi anche:
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intervista: Fred De Loof
scheda film
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, presentato nel Concorso nazionale del Brussels International Film Festival. Il regista belga ci parla di questo primo lungometraggio insolito girato a basso budget, una commedia deliziosamente grossolana su un gruppo di quarantenni messi improvvisamente di fronte alle loro responsabilità dopo che uno dei loro compagni scomparve quando erano ancora giovani scout.

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Cineuropa: Come è nato questo progetto?
Fred De Loof:
All’inizio è nato da un’immagine, quella di un gruppo di adulti nella loro uniforme scout ormai troppo piccola per loro, quella di quarantenni che sembra non vogliano invecchiare. E poi c’era questo desiderio di fare un film di fantascienza e più specialmente di viaggi nel tempo. E, infine, è nato da una domanda che ci facciamo tutti: come sarebbe la mia vita se non avessi fatto quell’errore? Volevo anche parlare del bullismo, da entrambi i punti di vista. Io ho un po’ una faccia da schiaffi, da adolescente ne ho passate di tutti i colori, ma allo stesso tempo infastidivo a mia volta gli altri bambini della classe. Ero un po’ un bullo e un po’ vittima di bullismo, anche se non era mai niente di grave. Ciò che mi ha colpito è che mentre per le vittime è un dramma il cui impatto è spesso sottostimato, per i bulli invece è uno scherzo: c’è un effetto di gruppo che anestetizza l’empatia e deresponsabilizza. La sfida era di fare una commedia con questo scenario drammatico rispettando le cosiddette "condizioni leggere" per rispondere al bando lanciato dal Centro del Cinema della FVB per i film a budget limitato, da realizzare rapidamente.

Quindi bisognava rispettare l’unità di tempo e di luogo, reso possibile dalla riunione scout in una foresta?
Mi ero detto, un po’ ingenuamente, che per fare un film a basso costo avrei usato un solo scenario. La foresta è carina, non c’è bisogno d’altro… Quindi sì, i pochi elementi decorativi legati allo scoutismo non sono costati molto. Però, in termini di logistica e di infrastrutture, è stato un inferno! 

E per quanto riguarda il tono, come voleva situare il film?
All’inizio volevo fare un film molto semplice da capire, specialmente a livello di recitazione. Interpreto il ruolo principale e ho iniziato così, prendendolo molto sul serio, ma quando le sfide sono diventate più dure ed è cominciato a diventare qualcosa di personale, non potevo più recitare così. Dovevo mettere una piccola distanza. È così che si è scelto il tono, alla fine. Ho l’impressione che, volendo trasformare un dramma che mi commuoveva così tanto in una commedia, io sia rimasto intrappolato nella mia propria rete e per attenuare tutto questo siamo ricorsi alla parodia.

Come avete scelto di filmare la foresta? È una foresta davvero cinematografica!
In realtà lavoro anche molto nella pubblicità e mi piacciono le immagini "belle", ben elaborate e simmetriche, con delle inquadrature un po’ grafiche. Non uso molte inquadrature di quinta, riprendo spesso panoramiche. Mi piacciono anche le inquadrature anamorfiche e gli sfondi sfocati. Per Totem, ho voluto ottenere un film classico che controbilanciasse il tono, l’humor un po’ pesante e le innumerevoli battute. Mi piace questo contrasto, questa insolenza, il fatto di impiegare i migliori mezzi estetici per fare degli scherzetti, è un po’ irriverente, mi piace. Per quanto riguarda l’immagine e i colori, abbiamo cercato di trovare un tono particolare, senza troppa desaturazione (troppo naturalista) né troppi colori (troppo commedia). Cercavamo una via di mezzo, giocando con i contrasti caldo/freddo: i personaggi con colori più caldi, la foresta con colori più freddi. Le scene del passato sono anch’esse un po’ più bluastre per rafforzare il lato mistico, fuori dal tempo. Abbiamo anche usato l’effetto notte per il lato fantastico.

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(Tradotto dal francese da Sara Baroudi)

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