email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Irlanda / Stati Uniti

Eoin Macken • Regista di Here Are the Young Men

“Quando sei in un night club e ascolti musica, nient'altro conta se non il tuo mondo e la sua orbita”

di 

- DMovies ha incontrato il regista irlandese per parlare dell'adattamento del romanzo di Rob Doyle, della mascolinità tossica e di molto altro ancora

Eoin Macken  • Regista di Here Are the Young Men

Ambientato a Dublino nel 2003, Here Are the Young Men [+leggi anche:
recensione
intervista: Eoin Macken
scheda film
]
di Eoin Macken, adattamento del romanzo di Rob Doyle, vede Matthew (Dean-Charles Chapman) e i suoi amici Kearney (Joe Cole), Rez (Walsh Peelo) e Jen (Anja Taylor-Joy) perdersi nei cliché dell’alcol, della droga, del sesso e della ricerca del brivido per un'ultima estate. In una conversazione con DMovies, Macken ha parlato dell'esplorazione della realtà dei giovani in modo viscerale e onesto, così come delle sue impressioni personali sull'enorme fascino che i giovani irlandesi nutrono per l'America. Here Are the Young Men è ora disponibile in VOD e DVD.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

DMovies: "Ciò che siamo" e "chi sentiamo di essere" possono spesso non essere sincronizzati. Ho parlato con registi che affermano di aver avuto bisogno di un certo numero di film prima di potersi definire "registi". Lei sente di potersi definire tale?
Eoin Macken: Onestamente non so ancora se mi definirei un regista. Quello che amo del cinema è far parte del processo di narrazione con gli altri. È uno sforzo collaborativo, si lavora con persone che ne sanno molto più di te, e l’emozione di creare una storia e di esserne coinvolto mi affascina. Da bambino non facevo altro che leggere, e poi improvvisamente sei in grado di mettere queste storie su uno schermo e di aggiungere la musica. È affascinante, ma non so se mi definirei un regista, non so se sono consapevole di quello che sto facendo. So solo cosa mi piace e cosa sto cercando di fare, e so di avere tutte queste altre storie che voglio raccontare.

Era sua intenzione rompere la romanticizzazione del vivere nella propria testa, del sognare, mentre la realtà dell'essere liberi dall'istituzione scolastica albeggia sui quattro personaggi?
Volevo innanzitutto realizzare qualcosa che, auspicabilmente, fosse universale. Il film è basato sul libro, che è ambientato in Irlanda in un certo periodo, e volevo essere molto specifico al riguardo. Ho trascinato nel lavoro di Rob alcuni elementi di un libro che avevo scritto e le mie esperienze personali. Volevo che la storia fosse universale, in modo che se si trasponessero questi personaggi in Canada, America, Germania o Brasile, sarebbero nient’altro che variazioni delle stesse persone.

Il libro in realtà contiene quattro personaggi, io invece ne ho inseriti solo tre: ho preso frammenti dei quattro per poterne creare di meno ma più specifici. La realtà, e in particolare quella dell’adolescenza, è che quando sei in un night club, ascoltando musica, non conta nient'altro che il tuo mondo e la sua orbita. Si può entrare in un locale e ascoltare una canzone in particolare in grado di risollevare l’umore. Non importa se stai bevendo o facendo uso di droghe, qualunque cosa sia, le tue endorfine in quel momento aumentano in maniera improvvisa.

Un adattamento dovrebbe essere un'estensione del materiale originale, ossia essere meno fedele alla narrazione e onorare piuttosto lo spirito della storia e dei suoi personaggi?
Io e Rob ne abbiamo parlato e gli ho detto che avevo bisogno che si fidasse di me se avessi cambiato qualcosa. Se avessi fatto un piccolo adattamento ordinato del suo libro, non credo che né lui né io l’avremmo trovato interessante. Molta della musica del film è quella che ascoltavo quando ho letto il libro. Volevo realizzare qualcosa che fosse visivamente e cinematograficamente interessante e che avesse un'energia che catturasse lo spettatore tanto quanto il tono del libro. Ho apportato dei cambiamenti per renderlo più lineare e per dargli più uno scopo, perché volevo dire qualcosa in merito alla moralità dei personaggi del film che traspare dal libro. La cosa principale era arrivare al nocciolo del romanzo e al cuore dei personaggi e del loro mondo, prendendo qualcosa che somigliasse a quella storia e creando una sorta di filo conduttore.

Leggi qui l'intervista completa.

In collaborazione con

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy