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BERLINALE 2021 Berlinale Special

Christian Schwochow • Regista di Je Suis Karl

Je Suis Karl è un'opera di finzione, ma si basa sulla ricerca”

di 

- BERLINALE 2021: Il regista tedesco ha parlato con noi del suo studio sull'infatuazione, proiettato in Berlinale Special

Christian Schwochow  • Regista di Je Suis Karl
(© Frank Lamm)

Cineuropa ha incontrato online Christian Schwochow, il regista di Je Suis Karl [+leggi anche:
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]
, che si è collegato dalla sua casa di Berlino per una rapida chiacchierata su Zoom. Il suo film, una coproduzione tedesco-ceca proposta alla Berlinale nella sezione Berlinale Special, è uno studio sull'infatuazione: per una persona e un'ideologia, che, come nella maggior parte dei casi, non è quella che sembrava inizialmente. Il titolo allude allo slogan Je suis Charlie coniato dopo il massacro nella redazione di Charlie Hebdo nel 2015. La protagonista, Maxi (Luna Wedler), sopravvissuta per caso al bombardamento della sua casa, si innamora del carismatico Karl (Jannis Niewöhne), che nasconde il suo legame con l'estrema destra.

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Cineuropa: Ha corso vari rischi per girare Je Suis Karl
Christian Schwochow:
Intende riguardo alla mia sicurezza personale?

Più riguardo alla decisione di scegliere gli attori principali senza farli prima incontrare ai provini. Il film fa molto affidamento sulla chimica tra di loro, quindi è stata una mossa audace.
Credo che fare film significhi assumersi dei rischi. Il processo di casting per i miei film è sempre diverso. In questo caso, credevo che Jannis fosse perfetto per interpretare Karl, e mi ci è voluto molto più tempo per trovare l'attrice ideale per Maxi. Luna era in realtà la mia prima scelta, ma lei non voleva accettare questa parte. Ho organizzato una grande audizione, ma non ho trovato nessuno. E poi il mio direttore della fotografia, Frank Lamm, ha lavorato a un film con Luna, e hanno parlato a lungo di come lavoro. Frank lo sa meglio di chiunque altro perché ha fatto tutti i miei film. Luna ha detto che forse aveva commesso un errore non venendo alla mia audizione, quindi Frank mi ha chiamato e mi ha chiesto se ero ancora interessato a sceglierla. Lo ero, e ho invitato Luna, che era nel mezzo delle riprese, ad incontrarmi durante il fine settimana. Jannis non poteva unirsi a noi allora. Dopo due minuti, sapevo che Luna era l'unica che poteva interpretare Maxi, e anche se i due [attori principali] non si sono mai incontrati prima delle riprese, penso che abbia funzionato abbastanza bene.

Parlando dei suoi collaboratori di lunga data, lei e il co-sceneggiatore di Je Suis Karl, Thomas Wendrich, avete anche realizzato una miniserie tv chiamata NSU German History X, su un'organizzazione neonazista che uccise diverse persone all'inizio e a metà degli anni 2000. La storia che racconta nel suo nuovo film si basa su fatti reali in qualche modo?
Je Suis Karl è un'opera di finzione, ma si basa sulla ricerca. Dopo aver realizzato NSU, ci siamo resi conto che c'era altro materiale e che è in corso un cambiamento nel movimento di estrema destra, specialmente tra i giovani. Non sono più skinhead, che ovviamente esistono ancora; c'è un nuovo gruppo di giovani fascisti, e stanno crescendo, ingrandendosi ovunque in Europa.

Quando abbiamo iniziato a lavorare al film, cinque o sei anni fa, la storia allora sembrava più immaginaria. Non avremmo potuto immaginare che Trump sarebbe diventato presidente, che la Gran Bretagna avrebbe votato per la Brexit o che la Polonia sarebbe regredita, come è successo di recente. In Germania, abbiamo un partito populista, che siede in ogni parlamento federale. Non molto tempo fa sono avvenuti gli omicidi di Hanau, e c'era anche la storia di un ufficiale dell'esercito tedesco che aveva iniziato a costruirsi una falsa identità come immigrato siriano e stava pianificando attacchi in nome dell'Islam. E infine, poche settimane fa, abbiamo visto le immagini dell'assalto al Campidoglio a Washington D.C. È tutto nel film. Non abbiamo inventato niente.

Mostra anche l'immagine seducente, per così dire, del terrorismo oggi: l'organizzazione nel film è composta da persone istruite, intelligenti e alla moda.
Penso che dobbiamo prendere sul serio l'estrema destra, e dobbiamo capire perché tornano sempre e hanno sempre avuto successo. Basta offrir loro una casa, e loro creano da zero – e questo è affascinante – uno stile di vita completamente nuovo e avventuroso. Guardate le azioni della Generazione identitaria: si tratta di andare in montagna, di respingere gli immigrati, che è un atto di violenza, ma lo vendono come uno stile di vita, come una sorta di evento religioso per i giovani. Inoltre, questi gruppi hanno opere d'arte e musica, il che è molto cool. Quindi, oggigiorno, queste persone sembrano più hipster che fascisti rituali, e questo è ciò che le rende affascinanti e attraenti per i giovani, che molto spesso non differenziano l'attuale sinistra politica dalla destra.

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(Tradotto dall'inglese)

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