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Italia

Carlo A. Sigon • Presidente, AIR3 Associazione Italiana Registi

“Dobbiamo reagire alla crisi affrontando i cambiamenti tutti assieme”

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- Abbiamo discusso di crisi e nuovi modelli industriali con il presidente de l'associazione nata con l'obiettivo di sostenere la diffusione della regia italiana con attività di network

Carlo A. Sigon • Presidente, AIR3 Associazione Italiana Registi

Nata nel 2015 con l'obiettivo di sostenere la diffusione della regia italiana con attività di network, AIR3 Associazione Italiana Registi raccoglie oggi oltre 150 professionisti dei vari settori dell’audiovisivo. Organizza seminari di scrittura, writers room sulla serialità, bandi per cortometraggi e partecipa alla costruzione di un network internazionale di associazioni di registi. Ha affrontato la pandemia battendosi per le norme per girare in sicurezza e il riconoscimento dei ristori, invitando i soci a partecipare a un film collettivo. E’ nato così La prima onda, presentato in dicembre e distribuito da Rai Cinema (leggi l’articolo). Cineuropa ha intervistato il presidente Carlo A. Sigon.

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Cineuropa: Da quali esigenze del settore audiovisivo è nata AIR3?
Carlo A. Sigon: AIR3 è l’associazione di registi italiani che lavorano nel cinema, nel documentario, nella pubblicità, nel videoclip e in tutte le forme che ha assunto l’audiovisivo negli ultimi anni della “rivoluzione digitale”. Sei anni fa abbiamo sentito la necessità di creare un aggiornamento artistico e tecnico e di condividere i nostri percorsi umani e professionali. Quello è stato l’inizio.

Dunque quali sono le sue principali attività?
Tutte le attività di AIR3 sono svolte dalle associate e dagli associati, con l’aiuto di una producer e di una addetta stampa. Le attività sono tante e diversificate: dai seminari di scrittura e sceneggiatura alle writers room sulla serialità, al Bando AIR3 per cortometraggi, dalla battaglia per il riconoscimento dell’equo compenso per i videoclip alle attività per la rifondazione della Lombardia Film Commission, dalle pressioni per il riconoscimento dei ristori regionali per la nostra categoria (ottenuti pochi giorni fa) alla costruzione di un network internazionale di associazioni di registi (al momento Spagna, Germania, Svezia, Argentina, Uruguay, Cile, Messico),  dalla stesura di un decalogo per la regolamentazione delle gare pubblicitarie all’implementazione del nostro sito con un database dedicato allo scambio di progetti tra  associati e produttori. E molto altro ancora.

Il settore audiovisivo della Lombardia è secondo solo a quello del Lazio. Possiamo dare qualche dato?
In Lombardia operano circa 2.000 imprese dell’audiovisivo, che impiegano 20.000 addetti, producono un fatturato di oltre 6 miliardi di euro. Purtroppo mancano politiche rivolte al settore, alle sue imprese, ai suoi lavoratori. Nel 2018/2019 il numero totale delle produzioni in Lombardia è stato di 396, il 90% delle quali costituito da spot, videoclip, shooting fotografici, corti. Dobbiamo rilanciare cinema e televisione come strumenti per la promozione turistica e culturale, come volano di crescita e di sviluppo locale. Il cinema crea cultura, intrattenimento, emozione, e i registi sono una delle categorie coinvolte, soggetti attivi e creativi che partecipano al processo produttivo.

Purtroppo però la pandemia nel 2020 ha avuto un impatto terribile sulla produzione. In che modo AIR3 ha fronteggiato l’emergenza sanitaria?
Grande attenzione alle norme per girare in sicurezza, e soprattutto un impegno sociale:  reagire. Prima che venisse decretato il primo lockdown, MIR Cinematografica, AIR3 Associazione Italiana Registi, MFF/Milano Film Festival e altre realtà milanesi hanno lanciato un invito a partecipare a un film collettivo, aperto a tutti i professionisti dell’audio-visivo, impegnati su diversi livelli dell’industria cinematografica. E’ nato così il film La prima onda, presentato in dicembre e distribuito da Rai Cinema.

Nonostante la notevole attività del comparto cinematografico, la Lombardia ha sofferto per anni della mancanza di una Film Commission efficiente, che comportasse una maggiore ricaduta economica sul territorio, e dotata di un fondo di sostegno alle produzioni indipendenti, che attirasse magari coproduzioni dall’estero. Ci sono segnali di un rinnovamento?
A dicembre scorso abbiamo organizzato, insieme a CNA Cinema e Audiovisivo Lombardia, un convegno sulle condizioni della Lombardia Film Commission da cui è emersa l’inequivocabile emergenza di rifondarla e trasformarla finalmente in uno strumento efficiente al pari di quelle di altre regioni virtuose; è abbastanza incredibile che un territorio come il nostro, così ricco di eccellenze (case di produzione e post produzione, tecnici, direttori cast, direttori della fotografia, registi…), non si sia dotato di uno strumento cruciale per il sostegno e lo sviluppo dell’audiovisivo. È come se quella grande fetta di fatturato generato dall’audiovisivo in Lombardia, essendo per lo più denaro privato, sollevasse in qualche modo il Pubblico dalle proprie responsabilità.

La crisi sta cambiando la fruizione, che si sposta su tv e piattaforme, e di conseguenza lo sviluppo industriale produttivo che premia i nuovi modelli (serie, web, tv movie). Lei da regista come vede il futuro dell’audiovisivo?
Non mi azzardo a fare previsioni perché le poche volte che l’ho fatto ho fallito miseramente! Il regista è per definizione abituato a cercare soluzioni, a risolvere problemi: che si tratti di rivedere il piano di lavorazione, di fare i conti con budget sempre più esigui, di gestire le mille emergenze che emergono su un set o di affrontare, appunto, un mercato in continua evoluzione come il nostro. AIR3 è uno strumento di condivisione, immediato ed efficiente, che ci aiuta ad affrontare questi cambiamenti tutti insieme, comunicando, condividendo e cercando insieme le soluzioni più efficienti.

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