email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Italia

Jasmine Trinca • Attrice, regista di Being My Mom

“Questo film è il tentativo di trasformare il dolore e l’assenza in qualcosa di creativo”

di 

- L’attrice Jasmine Trinca passa alla regia con il corto Being My Mom, passeggiata metaforica nell’esistenza di due donne, una madre e una figlia

Jasmine Trinca  • Attrice, regista di Being My Mom
(© Gianmarco Chieregato)

Lanciata da Nanni Moretti con La stanza del figlio [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
nel 2001, Jasmine Trinca (39 anni) si è affermata internazionalmente come una delle attrici italiane più sensibili e dalla performance rigorosa. Tra gli altri registi che l’hanno diretta ci sono Paolo e Vittorio Taviani, Ferzan Özpetek, Sergio Castellitto, Bertrand Bonello, Pierre Morel, Giorgio Diritti, Michele Placido, Marco Tullio Giordana. Il suo prossimo film, The Story of My Wife della premiata regista ungherese Ildikó Enyedi, la vedrà accanto a Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Jasmine Trinca ha deciso ora di passare dietro alla macchina con la regia di un cortometraggio, Being My Mom, presentato in Orizzonti alla Mostra di Venezia nel settembre scorso. Interpretato da Alba Rohrwacher e Maayane Conti, il film è una passeggiata metaforica nell’esistenza di due donne, una madre e una figlia, in una Roma deserta e assolata.  Il corto - che è distribuito nel mondo da True Colours - passerà al Warsaw Film Festival nei prossimi giorni. Ne abbiamo parlato con la neo-regista.

Cineuropa: E’ un film che, fin dal titolo, esplicita un intento autobiografico che sembra molto sentito. Da dove è nato?
Jasmine Trinca
: Essendo parte della mia storia, era lì, da qualche parte. L’elaborazione delle cose, il tentativo di trasformare il dolore e l’assenza in qualcosa di creativo è stato frutto di una crescita e di un percorso personale e analitico che comprende anche un po’ di distanza temporale dal lutto. Ma questo corto non avrei potuto tirar fuori senza l’aiuto di Francesca Manieri, che l’ha scritto con me e che ha dato una forma, senza dialoghi, alle mie vicende: cose accadute, luoghi attraversati. Che sono diventati narrazione piena di senso. Mi divertiva molto l’idea di riuscire a fare pace con quel dolore e vederlo con occhi molto ridotti. Quando si colpito da un grande lutto c’è una forma di protagonismo tuo malgrado. Considerare quel dolore come una delle cose che avvengono nell’universo mi ha fatto bene. Ho scelto di fare delle inquadrature fisse di questo universo, all’interno del quale poi si svolge questa piccola esistenza a due, come se fosse inscritta in un racconto molto più ampio, dove l’orizzonte riguarda molto altro rispetto all’umano, riguarda la natura, il sole, il corso dell’acqua, le vestigia del tempo.

Hai utilizzato la tua città, Roma, per inscrivere questo universo in una precisa topografia che immagino sia fatta dei “tuoi” luoghi.
Si, la mia città, ma non nelle parti più riconoscibili, sono piuttosto i miei luoghi del cuore, dove sono cresciuta, il parco dove andavo da bambina… c’è l’Aventino, il Monte dei Cocci… Poi io sono un’archeologa fallita, sono attirata dalle tracce della civiltà antica.

E’ stata per te naturale la scelta di Alba Rohrwacher, che interpreta questa madre dolce, ragazza con la valigia, clownesca e malinconica?
Inizialmente, come fa intuire il titolo, il film doveva essere una sorta di performance, nella quale io stessa mettevo in scena mia madre, provavo a calarmi nei suoi panni. Era giocato sul doppio senso: una figlia crede di essere sua madre e allo stesso tempo ero io che interpretavo mia madre, in un rovesciamento. L’idea di partenza mi sembrava troppo per me: mettere in scena le mie cose e allo stesso tempo fare la prima regia, preferivo guardare più che essere guardata. Alba non è solo un’amica, è anche un’attrice che stimo tanto e che ha dentro di se queste risonanze infinite, ha un potenziale comico, clownesco e allo stesso tempo dolente e profondo, che è difficile da trovare. Una specie di Monica Vitti.  E’ un’attrice che può fare delle cose sorprendenti e spiazzanti. Non mi piacciono la maniera e la consapevolezza ma le attrici che “inciampano” e sanno cambiare il ritmo. Volevo anche tirarle fuori una sorta di sensualità, perché ho il ricordo di una madre molto libera, magnetica. Guardarla mi è piaciuto da matti. Del resto è stato un lavoro personale ma molto collettivo.

Passando dietro alla camera, hai rievocato le tue esperienze con i registi per cui hai recitato? Penso ad esempio ad un’attrice come Valeria Golino, che ha realizzato un corto e due film con particolare sensibilità nel dirigere gli attori (compresa te).
Non nel metodo di regia. Non sono arrivata sul set con uno stile pronto. Per quello è stato potente. Per ognuno dei tre giorni di ripresa c’era un tale tasso di entusiasmo e compattezza da parte del gruppo di lavoro. Come dicevi tu, Valeria Golino può essere un vero riferimento per quella capacità di uno sguardo molto nuovo nel dirigere gli attori. Da attrice, sapevo che lingua parlare con Alba e con la piccola Maayane Conti.   

Cast tecnico di quasi tutte donne
Non era ad esclusione degli uomini ma ad inclusione delle donne. La produttrice Olivia Musini è la mia migliore amica. Ho tante amiche nei vari settori del comparto che faticano a lavorare in questo momento ed è stato bello fare questa scelta.

Questo film ha secondo te gli elementi di universalità che gli permettono di viaggiare fuori dai confini?
Me lo auguro, se non altro perché proviamo una forma di comunicazione emotiva e visiva che non passa attraverso il linguaggio, era il tipo di chiave che sembrava giusta per mostrare quella storia, con la semplicità del racconto del cinema muto. La commozione che può portare Buster Keaton. Con Olivia con questo progetto siamo partiti all’arrembaggio, anche se sono consapevole che io posso portare attenzione su quello che faccio. E’ stato bello essere a Venezia, e se avessimo avuto la possibilità di viaggiare in questi mesi, il corto sarebbe stato invitato in varie altre occasioni.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy