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SAN SEBASTIAN 2020 Concorso

Danielle Arbid • Regista di Passion simple

"Bisognava capire perché questa donna si innamora di quest'uomo"

di 

- Danielle Arbid parla di Passion simple, adattamento del romanzo di Annie Ernaux, etichettato dalla Selezione ufficiale di Cannes e presentato in concorso a San Sebastian

Danielle Arbid • Regista di Passion simple
(© Alex Abril/Festival de San Sebastián)

Svelato in concorso al 68° Festival di San Sebastián, Passion simple [+leggi anche:
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, che ha ricevuto anche il label della Selezione ufficiale di Cannes 2020, è il quarto lungometraggio di finzione cinematografica della libanese Danielle Arbid dopo Dans les champs de bataille [+leggi anche:
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e Un homme perdu [+leggi anche:
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(Quinzaine des Réalisateurs 2004 e 2007) e Peur de rien [+leggi anche:
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(2015).

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Cineuropa: Perché ha deciso di adattare Passion simple, il romanzo di Annie Ernaux?
Danielle Arbid:
L'ho scoperto senza leggerlo nel 1992, quando è uscito. Ho visto un poster con una foto di Annie Ernaux, il suo viso un po' triste e il pitch del libro: "innamorata di un russo". Mi ha colpito molto, ma ho letto il romanzo solo anni dopo, nel 2008, per caso. Allora mi sono ricordata di quel volto e ho capito perché rifletteva un misto di tristezza e vulnerabilità, ma con qualcosa di magico nello sguardo. Tuttavia, lo trovavo piuttosto inadattabile: una materia sfuggente, non proprio narrativa bensì una raccolta di sensazioni, un libro aperto e amichevole che poteva parlare ad alcune persone in un certo stato.

Nel 2016 un produttore (non Les Films Pelléas che ha poi portato a compimento il progetto) mi ha chiesto di scrivere una storia d'amore carnale, probabilmente pensando che sapessi dirigere molto bene le scene di sesso. Dato che non avevo molta voglia di scrivere questa storia, mi ha chiesto di trovare un libro che mi piacesse. Ho cercato a lungo, fino a quando non ho pensato che sarebbe stato Passion simple. Perché cercavo una storia di amore puro, che non fosse legata a uno stato di adulterio o dove la condizione sociale dei personaggi avesse la precedenza sulla storia. Volevo spiegare cos'è una storia d'amore, come puoi sprofondare nello stato amoroso, viverlo, il che è piuttosto astratto. Ma cercavo anche una storia di sesso. Ora, in letteratura, il sesso e l'amore sono molto spesso dissociati come se non potesse esserci una pura storia d'amore sessuale e appassionata. O il sesso è molto sadico con esperimenti del tipo "sono andata a letto con il mio macellaio e questo è quello che è successo", cosa non volevo assolutamente perché non la penso così e non mi approccio alle scene di sesso in questo modo. Avevo bisogno di un sentimento piuttosto maestoso che guidasse la storia e l'ho trovato nel libro di Annie Ernaux.

Ha apportato diverse modifiche al romanzo.
Annie Ernaux mi ha dato totale libertà. Mi sono molto allontanata dal libro, come un maestoso appartamento vuoto che ho completamente riarredato. Soprattutto, volevo che il personaggio maschile fosse presente ma anche deificato, come qualcuno di astratto che in quel momento somigliava quasi a Dio per il personaggio femminile. È sia assente che presente. Nel libro, i momenti in cui arriva sono ellittici. Ho pensato che avremmo dovuto dare un minimo di spazio al loro tempo trascorso insieme per capire perché questa donna si è innamorata di quest'uomo. Volevo anche raccontare la storia di una coppia, non solo la storia della sensazione molto forte e magica dell'essere innamorati. In un certo senso, volevo fornire tutte le prove incriminanti di questa vicenda.

Con questo ritratto di donna che vive solo nell'attesa di un uomo, non le sembra di andare controcorrente rispetto al movimento Me Too?
Penso che Annie Ernaux sia una donna libera. La prima cosa che mi ha detto quando le ho comunicato il mio desiderio di adattare il suo libro è stata: "Sei sicura? Perché il libro è stato pesantemente attaccato. Se vuoi, ti mando la rassegna stampa, così vedrai cosa ti aspetta". Effettivamente, nel 1992, fu attaccata, insultata, disprezzata dalla stampa che la accusava all'epoca di strisciare davanti a un uomo, di passare questi pomeriggi ad aspettare un uomo, di essere una donna sottomessa. A queste polemiche lei rispondeva: "Penso che quando ami non hai limiti. Aspetto un uomo come un uomo può aspettare una donna. Non è il fatto che io sia una donna, è il fatto di essere innamorata". Tutto questo mi ha entusiasmato e non mi sono posta nessuna domanda.

Il film descrive tutte le fasi della dipendenza dall'amore.
Volevo raccontare l’innamoramento. È una storia sessuale che si trasforma in amore. Questa donna cade un po’ per volta. All'inizio passa i pomeriggi a letto con quest'uomo, una bella storia di sesso, poi si trasforma in amore e passione. Volevo raccontare questa gamma di colori dei sentimenti, dal distacco all'ossessione alla possibilità dell'oblio, poi il ritorno e il fatto che lui non assomiglia più a quello era all'inizio per lei. Questi sono i diversi momenti del suo stato amoroso.

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(Tradotto dal francese)

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