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MÁLAGA 2020

Daniel Calparsoro • Regista di Hasta el cielo

"La strada è il riflesso della vita"

di 

- Azione, musica, passione e rapine animano Hasta el cielo, il nuovo film di Daniel Calparsoro in concorso al Festival di Malaga. Qui il regista ci svela i suoi segreti

Daniel Calparsoro  • Regista di Hasta el cielo
(© Brian Hallet)

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è il titolo del nuovo film del maestro dell’adrenalina Daniel Calparsoro, una produzione frenetica in concorso al 23° Festival di Malaga, attualmente in corso, durante il quale abbiamo parlato con il regista.

Cineuropa: Qual è il potenziale pubblico del film?
Daniel Calparsoro: È un film rivolto principalmente a un pubblico giovane, ma c’è spazio anche per gli adulti amanti del cinema d’azione e delle storie vere. È basato su una storia vera, mostra una realtà sociale nazionale e racchiude contenuti che vanno ben oltre il semplice intrattenimento.

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Oltre alla combinazione di attori professionisti e non professionisti all’interno del cast e all’essere girato nei sobborghi, cosa altro condivide il suo lungometraggio con il cinema quinqui degli anni Settanta?
Condivide scenari ed universi correlati a titoli come In fretta in fretta, Street Dogs - I teppisti della strada, ecc. però la differenza sta nella tematica centrale. Hasta el cielo racconta una storia di ambizione, e come questa ti metta di fronte a dilemmi che non hanno nulla a che vedere con la sopravvivenza. È una storia basata sui codici dei criminali.

Scorsese, Brian de Palma o José Antonio de la Loma: quali tra questi l’ha ispirata maggiormente?
Martin, Brian, José Antonio… sono tutti necessari, nonché dei grandi ispiratori. Ma durante le riprese sei tu da solo con le tue circostanze, sebbene ci siano sempre delle influenze.

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: i ladri sono i nuovi pirati?
Hasta el cielo è una storia di ladri professionisti ben preparati. C’è una grande cultura su di loro a Madrid. È una storia che mostra come gli emarginati, nati sotto la bolla immobiliare, decidono di prendere parte alla festa. I personaggi presenti in questo thriller seguono l’epica delle grandi ambizioni: dal niente, senza niente, al tutto; la fiducia in loro stessi li rende grandi.

La strada rappresenta per lei un terreno di ispirazione, quando si tratta di approcciarsi a nuove storie e intraprendere nuovi progetti?
La strada è il riflesso della vita, della società nella quale viviamo.

Come è cambiato lo scenario della strada sul grande schermo, dai suoi primi film ad ora?
La cosa più interessante è la varietà di idee, punti di vista, tutti forti ed interessanti. Il mio è un film basato sulla realtà sociale, rappresentata in maniera dinamica e divertente.

I suoi film si distinguono perché includono, sin dal principio della sua filmografia, protagonisti e personaggi femminili forti. Come sono queste ultime tre figure in Hasta el cielo (interpretate da Carolina Yuste, Asia Ortega e Patricia Vico)?
Sono tre donne con i propri compiti: dipendenti da ángel, ma ognuna di loro con un proprio obiettivo. Alla base della loro relazione c’è lo scambio. Mi sembrava importante che in una storia di “macho”, le donne avessero un potere, derivante dall’asprezza dell’ambiente circostante. Hasta el cielo presenta dei personaggi che vivono e si muovono all’interno di un universo principalmente mascolino, però il film mostra chiaramente l’importanza delle donne, che segnano la storia su diversi livelli. Però questi ragazzi sono fatti così, e le ragazze anche.

Si può dire che il film contenga alcuni elementi del suo passato?
Alcuni elementi ci sono, fare cinema è un continuum. Hasta el cielo è un gioiello che ho bramato per anni e che finalmente sono riuscito a portare a termine. La tematica è ben nota: una stirpe nazionale di delinquenti professionisti, qualificati in ciò che fanno e che continuano nel tempo. L’elemento estetico consiste nel fare le riprese negli stessi luoghi in cui accadono questi eventi e in cui vivono queste persone, con elementi attraenti e sofisticati, mantenendo il carattere reale. È un film adrenalinico che entra dagli occhi, passa per lo stomaco e va diretto al cuore.

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(Tradotto dallo spagnolo da Chiara Morettini)

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