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Belgio / Francia

Solange Cicurel • Regista di Adorables

"La commedia nasce dalla verità"

di 

- Incontro con la regista belga Solange Cicurel, che lancia la commedia familiare Adorables, il suo secondo lungometraggio, in questo mese di luglio

Solange Cicurel  • Regista di Adorables

Incontro con la cineasta belga Solange Cicurel, premio Magritte per il miglior film d’esordio nel 2017 con Faut pas lui dire [+leggi anche:
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, che lancia questo luglio Adorables [+leggi anche:
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intervista: Solange Cicurel
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, il suo secondo lungometraggio, una commedia per famiglie proiettata su più di 600 schermi nel cuore dell'estate da UGC Distribution.

Cineuropa: Come nasce questo progetto?
Solange Cicuriel: Il desiderio di fare Adorables mi è venuto in mente anticipando la crisi adolescenziale della figlia. Mi sono domandata che genere di madre sarei, formidabile o no. E siccome mi piacciono le commedie, ho pensato che sarebbe stato più divertente se non lo fossi stata o se non lo fosse stato il mio alter ego! È un film che ti fa sentire in colpa, ovviamente, e soprattutto dice che non esiste una ricetta per essere un buon genitore. È un film sull’educazione ma anche sulla comunicazione. Spesso diciamo, quando siamo giovani, che non faremo come i nostri genitori, e sentiamo noi stessi, da adulti, ripetere le parole che abbiamo sentito, e ci diciamo: “Non è possibile, comunque non diventerò come mia madre!”.

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È una vera commedia intergenerazionale?
Si lo è, è il ritratto di tre generazioni che interagiscono, ognuna ha il suo posto, ma ognuna ha anche consigli da trarre dall'esperienza delle altre. Questo è un film per la famiglia più che un film per le donne, anche il ruolo del padre è importante, soprattutto come mediatore, un emissario tra le due parti in guerra.

È anche una commedia dei paradossi…
Sì, è quello che si cerca di fare, sono gli antagonismi, soprattutto tra generazioni, e i modi di educazione, che fanno esplodere la commedia. Quando la madre benevola diventa mostruosa... Emma si rende finalmente conto che può essere più donne allo stesso tempo, è contemporaneamente la madre, l'amante e l'adolescente.

Ha un'altra crisi adolescenziale con la crisi adolescenziale della figlia, ma soprattutto scopre se stessa. In particolare, che non è obbligatorio applicare principi artificiali di benevolenza che la annoiano e la irritano più di ogni altra cosa. Deve ritrovare se stessa, capire che può voler buttare tutto all’aria, e che può avere pensieri "cattivi" nei confronti della figlia quando è infastidita da lei, che è naturale. È una donna complessa, ma come tutti i genitori nel loro rapporto con i figli.

Come ha scelto le sue protagoniste?
Elsa Zylberstein
, l'ho scelta semplicemente perché è una delle migliori attrici che conosco. L'ho vista a teatro, l'ho vista al cinema e mi ha sempre stupito. Entrambi volevamo fare un film vero e proprio. Al di là della commedia, o anche del dramma, volevamo che le situazioni fossero il più possibile reali, che ognuno vi vedesse la propria realtà, con una buona dose di commedia, ovviamente. Inoltre, ha un dono eccezionale per l'improvvisazione.

Per interpretare la figlia, aveva bisogno di una giovane attrice all'altezza del compito, ovviamente. Ho incontrato Ioni Matos nel parcheggio prima del provino e quando l'ho vista ho capito che era lei. Qualcosa di forte, e allo stesso tempo molto sensibile, usciva da lei, anche se all'epoca aveva solo 11 anni e mezzo.

È una sfida audace fare una commedia familiare, un feel-good movie nel Belgio francofono?
Beh, non ce ne sono molti, a dir poco! Ma io amo le commedie, soprattutto quelle romantiche, quindi è naturale per me scrivere di sentimenti positivi. Prima di essere una regista, ho fatto l'avvocato nel diritto degli stranieri e nel diritto dei malati di mente. Ho visto tanta miseria, probabilmente è questo che mi ha fatto venire voglia di far sorridere. E anche se fare commedia qui è un po' come essere visti come un UFO, continuerò in quella direzione.

È un genere che richiede impegno la commedia, qual è la sfida più grande per lei?
La sfida più grande per me è cercare di essere il più reale possibile. Non scrivo gag, non mi piace il vaudeville. Essere reali permette alle persone di essere toccate o coinvolte, ma soprattutto permette loro di ridere di se stesse. E credo che la comicità derivi da questa verità.

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(Tradotto dal francese da Elenia Buono)

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