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Germania / Austria

Patrick Vollrath • Regista di 7500

"La mia preoccupazione è scoprire verità emotive"

di 

- German Films ha incontrato Patrick Vollrath, che ha diretto il film su un dirottamento aereo 7500, per discutere della sua esperienza di lavoro

Patrick Vollrath • Regista di 7500
(© Anna Hawliczek)

Non c'era un cinema nella piccola comunità di Eisdorf am Harz, dove Patrick Vollrath, 34 anni, è cresciuto. All'età di 12 anni, tuttavia, è finalmente riuscito a vedere Titanic sul grande schermo. "Dopo averlo visto, ho pensato di voler diventare un attore", ricorda oggi. Quasi il giorno successivo, si è unito alla compagnia teatrale della sua scuola e quando il suo insegnante di recitazione ha cambiato scuola, Patrick e alcuni co-cospiratori hanno preso il controllo del palcoscenico della loro scuola. "Allora stavo recitando in un ruolo da protagonista e dirigevo lo spettacolo; in seguito ho realizzato una serie di brevi film basati sulla trama che avevamo ideato per lo spettacolo", dice Vollrath. È questa mentalità pratica che lo contraddistingue ancora oggi, un atteggiamento che, nel frattempo, lo ha portato lontano.

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Usando i soldi del suo primo lavoro stagionale, all’età di 16 anni ha comprato da Aldi la sua prima macchina da presa. Ben presto, ha scoperto il montaggio. Dopo essersi diplomato, sapeva per certo di voler fare "qualcosa con il cinema", ma le sue candidature alle scuole di cinema di Monaco e Ludwigsburg furono respinte. Imperterrito, Vollrath iniziò la formazione come tecnico del montaggio all'ARRI di Monaco. Poi fece un "ultimo tentativo" candidandosi a un corso di regia tenuto dalla Film Academy di Vienna. Del tutto inaspettatamente (per lui), venne accettato e da quel momento in poi ha studiato con Michael Haneke, che da allora è diventato un collega e un amico.

I cortometraggi realizzati da Vollrath in questo periodo hanno ricevuto numerosi premi internazionali; il suo film di laurea Everything Will Be Okay (2015, 30 minuti) su un padre che rapisce sua figlia è stato nominato per un Oscar® nella categoria Miglior cortometraggio live action dopo aver vinto numerosi premi internazionali.

È la narrazione, spiega Vollrath,  ciò che lo affascina di più del cinema. "Il cinema è un posto dove poter piangere se ne hai voglia, un posto in cui puoi commuoverti e sentire le cose". Per raggiungere questo obiettivo, i film devono essere raccontati in modo credibile, afferma: "Voglio fare film onesti con sentimenti onesti". Vollrath ha collaborato più volte con lo sceneggiatore Senad Halilbasic, più recentemente per il suo primo lungometraggio 7500 [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Patrick Vollrath
scheda film
]
, che è stato presentato in anteprima mondiale sulla Piazza Grande del Festival del Cinema di Locarno, nell'agosto 2019.

7500, che nell’aviazione indica il codice di emergenza per un dirottamento aereo, descrive le scene drammatiche durante un volo serale da Berlino a Parigi che viene dirottato dai terroristi. Girato in una cabina di pilotaggio abbandonata in uno studio di Colonia, il film non lascia mai questo ambiente angusto, ma ciononostante – o forse proprio per questo – cattura l'ampio spettro delle emozioni umane. L'ex pilota della Lufthansa Carlo Kitzlinger e l'attore statunitense Joseph Gordon-Levitt interpretano i due piloti. Omid Memar e Murathan Muslu interpretano due dei terroristi.

Durante le riprese,  nella cabina di pilotaggio c'era spazio a malapena  per gli attori e l'altrettanto brillante collega di Vollrath, il cameraman Sebastian Thaler, che ha avuto l’ennessima opportunità di dimostrare la sua grande abilità. "Volevo estendere l'intensità che può svilupparsi in un unico spazio in modo da riempire un intero film", spiega Vollrath. “Rinchiudere gli spettatori così come sono rinchiusi i personaggi. Questo crea una serie di punti ciechi che possono stimolare molto l’immaginazione".

Poiché l'azione si svolge quasi in tempo reale, Vollrath ha anche deciso di creare lunghe sequenze senza stacchi nel montaggio. Questo è indicativo di quanto il suo obiettivo sia di essere il più realistico possibile e ciò rappresenta un'enorme sfida per gli attori. "I dialoghi nelle nostre sceneggiature servono a orientarsi", afferma Vollrath. "Ma chiedo agli attori di usare le proprie parole, di approcciarvisi in maniera autentica". Questo dà libertà. "Vedo che gli attori possono essere coinvolti emotivamente in situazioni per un lungo periodo di tempo", dice Vollrath. "Ma sono consapevole di quanto sia estenuante, sia fisicamente che mentalmente".

Vollrath è straordinariamente preciso nella realizzazione tecnica e formale dei suoi film. "Ma non cerco mai di spiegare troppo il contenuto", dice. "La mia preoccupazione è scoprire verità emotive". Riguardo al "futuro del cinema" è ottimista: “Anche se i media che mostrano i film cambiano, il bisogno delle persone di storie ben raccontate continuerà senza sosta.

Vollrath e Halilbasic sono già impegnati nella scrittura del loro prossimo progetto, di cui tiene ancora all’oscuro: "Qualcosa di storico" – questo è tutto ciò che siamo risuciti ad ottenere da lui. E: "Di nuovo nella direzione del thriller-dramma". È qualcosa con cui ovviamente si sente a suo agio.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dall'inglese da Enrico Rossetti)

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