email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

COTTBUS 2019

Štepán Altrichter • Regista di National Street

"La storia non è poi così importante"

di 

- Cineuropa ha incontrato il regista ceco Štepán Altrichter, che, dopo Schmitke, è tornato al Cottbus Film Festival con il suo secondo lungometraggio, National Street

Štepán Altrichter  • Regista di National Street

Dopo aver ricevuto il Best Debut Award al FilmFestival Cottbus per Schmitke [+leggi anche:
recensione
scheda film
]
(2014), Štepán Altrichter è tornato in Germania con National Street. Presentato nella Feature Film Competition, il film parla delle disavventure di Vandam (Hynek Čermák), un ragazzo violento che sta lottando per salvare il suo bar preferito, ispirandosi chiaramente a Jean Claude Van Damme.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Cineuropa: il suo film è basato su un romanzo di Jaroslav Rudiš, un autore abbastanza famoso in Repubblica Ceca.
Štepán Altrichter: È stata un'idea di  Pavel Strnad [di Negativ], il mio produttore. Aveva visto il mio primo film, che credo gli sia piaciuto, e mi ha suggerito di adattare il romanzo con Jaroslav. La trovai un'idea interessante, ma anche mia madre, che non ha niente a che fare col cinema, disse che era un'impresa impossibile. Miloš Forman ha detto che, se vuoi adattare un libro, la prima cosa da fare è evitare di girarlo così com'è. Non funzionano alla stessa maniera. Paradossalmente, ho scoperto che lavorare con l'autore mi ha dato molta più libertà nell' apportare delle modifiche. Il cinema è come il fratellino stupido della letteratura: tutto deve essere più semplice.

Con tutti questi personaggi strani sullo sfondo, a formare una comunità, sembra quasi un Pian della Tortilla ambientato in Repubblica Ceca.
Per me è stato più importate della trama stessa. È strano, perché se mi chiedi qualcosa riguardo ai miei film preferiti, non sarei in grado di dirti di cosa trattano. Mi ricordo benissimo immagini, suoni e personaggi, ma la trama? Non è così importante.

C'è questo film degli anni Sessanta, The Cremator [di Juraj Herz]. Quando ho letto il libro per la prima volta, volevo fare una cosa del genere, entrare nella testa del protagonista. Ma Pavel mi ha detto: “Certo, funzionerà per gli intellettuali, ma per le altre persone? Assicuriamoci che anche Vandam possa guardarlo”. Entri nel film con lui e da lì fai un passo verso l'ignoto. La prima parte del film è più una commedia, mentre la seconda è più drammatica. Per noi era importante fare in modo che le persone vedessero Čermák come quello “fico”, per poi rendersi conto che quello che stava facendo non era così fico. È un personaggio molto ambivalente: è simpatico, ma in verità è uno stronzo. Ad alcune persone non è piaciuta questa cosa, scrivendo che abbiamo dato troppo rilievo a un mezzo nazi senza prendere una posizione decisa contro di lui. Per me è la parte più progressiva del film! L'obiettivo era far arrivare il messaggio ai Vandam reali.

Considerato il clima politico, non la preoccupava il fatto che molti potessero sentirsi incoraggiati, vedendo “uno di loro” impegnato nella lotta, se così si può dire?
Certo. Anche gli attori ne erano preoccupati. Basti pensare a Joker: ci sono ragazzi dell'alt-right che cercano di ripetere le sue gesta, affermando che il film li incoraggia a commettere atti di terrorismo. È la stessa situazione. Per dirla tutta, sono andato nei cinema dei piccoli paesi fuori Praga per presentare il film solo per vedere se ero riuscito a realizzare quello che avevo in mente e non un film di destra!

Per un intellettuale di sinistra come me è stato sicuramente pericoloso, ma quando ho chiesto, un po' come provocazione, a dei ragazzi rasati con le magliette dei Bohemia Hammerskins “Vi è piaciuto? È un tipo fico, no?”, la risposta è sempre stata la stessa: “È un bel personaggio, ma manda tutto a puttane”. È semplice: quando picchia il tipo nella sauna, quando tratta la ragazza in quel modo, anche se questi ragazzi sono sciovinisti omofobi che vanno a vedere il film pensando che il protagonista sia uno di loro, ne escono pensando che sia un perdente. Credo che alcuni possano interpretare il film in maniera differente, ma è questo il motivo per cui è stato realizzato in maniera semplice: lo seguono nel suo percorso, ma non potrebbero durare più di cinque minuti guardando Irréversible di Gaspar Noé. Non ridono quando il protagonista picchia qualcuno. Per il pubblico “normale”, per i Vandam, funziona. Non credo che i film abbiano molto impatto, ma sono sicuro che alcuni semi siano stati piantati.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Enrico Brazzi)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy