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VENEZIA 2019 Venice Production Bridge

Pascal Diot • Capo, Venice Production Bridge

"I nostri criteri sono sempre gli stessi: qualità, qualità e qualità"

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- VENEZIA 2019: Abbiamo parlato con Pascal Diot, capo del Venice Production Bridge, per avere un'idea dell'edizione di quest'anno del principale evento dell'industria italiana

Pascal Diot  • Capo, Venice Production Bridge

Per la quarta volta il Venice Production Bridge (VPB, in programma dal 29 agosto al 3 settembre) fornirà a tutti i professionisti del mondo della produzione cinematografica una preziosa opportunità di incontro e scambio di idee. Grazie a Pascal Diot, presidente di VPB, abbiamo osservato più da vicino questo importante appuntamento per il cinema italiano, che punta i riflettori sui diritti d’autore, sulla mancanza di finanziamenti, sui nuovi format e sulle problematiche principali che affliggono l’industria cinematografica.

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Cineuropa: In che modo VPB rispecchia i cambiamenti a cui vanno incontro sia i modelli economici che quelli finanziari dell’industria cinematografica?
Pascal Diot: Venice Production Bridge si rinnova costantemente e cerca sempre di anticipare i cambiamenti dell’industria cinematografica. Per farle un esempio, quest’anno abbiamo provato a elaborare più progetti nell’ambito del Venice Gap-Financing Market [VGFM], pensati per raggiungere una più vasta platea. Per questo abbiamo lavorato a più progetti di genere. Oltre a ciò, c’è una sempre maggiore sinergia tra noi e la sezione VR della Biennale di Venezia, non solo attraverso la VGFM, ma anche dando spazio a numerosi panel di discussione presso la cosiddetta VR Island.                            

Secondo lei, quali sono le tendenze più significative che si registrano nell’industria cinematografica al giorno d’oggi?
Una delle tendenze più evidenti si individua nello sviluppo di nuove piattaforme per lo streaming e nel loro conseguente coinvolgimento in produzioni locali. Anno dopo anno, registriamo una presenza sempre più massiccia di tutti i colossi del settore, ovvero Netflix, Amazon, Disney e via dicendo. Questa tendenza ha favorito una crescita della domanda, con gli utenti a caccia di nuovi contenuti e storie originali, richiesta che ben si inserisce nel nostro Book Adaptation Rights Market [BARM]. La maggior parte di queste piattaforme per lo streaming è alla ricerca di nuove proprietà intellettuali, e questa forse è una delle ragioni per cui il numero di richieste ricevute dagli editori è in aumento.

Come sceglie i nuovi progetti per il VGFM?
Oltre a quello che ho appena menzionato, i nostri criteri rimangono sempre gli stessi: qualità, qualità e ancora qualità. Cerchiamo progetti unici, ed è vero che stiamo raggiungendo dei risultati incredibili grazie ai film scelti nell’ambito del VGFM. Inoltre, sempre se sono idonei, diamo uno sguardo al team, al regista e al produttore, per assicurarci che puntino tutti allo stesso obiettivo.

Sappiamo che alcuni registi molto conosciuti, come Agnieszka Holland, Jasmila Zbanic, Bruce LaBruce e Aleksei German, presenteranno a breve i loro nuovi progetti. Che impatto sta avendo tutto questo sul VGFM?
Ovviamente, il fatto di ricevere un numero crescente di progetti da registi e produttori molto famosi è un vero e proprio attestato di qualità. Allo stesso tempo, gli incontri individuali che sono stati organizzati stanno fruttando risultati tangibili.

I produttori sono costantemente a caccia di nuovi contenuti. Che cosa offrirà loro la quarta edizione del BARM?
Quest’anno si uniranno a noi cinque nuovi editori e siamo stati addirittura costretti a declinare alcune richieste. Presenteremo molti editori, dando spazio a tutti i possibili tipi di opera che si potrebbero desiderare, da romanzi contemporanei fino a quelli più classici, da libri per bambini a film di genere, da saggi a opere comiche.

C’è per caso qualche pellicola, tra quelle in competizione quest’anno al festival di Venezia, che è basata su una delle storie presentate al BARM?
Probabilmente sì, perché ci sono alcune delle case editrici più importanti qui. Ad ogni modo, non ho avuto tempo di dare uno sguardo ai film presentati alla Biennale per verificare se ce ne sia qualcuno basato su una delle storie dei nostri editori.

Il programma Final Cut in Venice è arrivato ormai alla sua settima edizione. Quali sono i titoli che hanno avuto risonanza a livello internazionale?
Molti in realtà. Ad esempio Felicité [+leggi anche:
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, che ha vinto l’Orso d’Argento a Berlino nel 2017 e l’Etalon d’Or a Fespaco nel medesimo anno, oppure Our Madness [+leggi anche:
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, che è stato presentato al Forum della Berlinale nel 2018. Posso ricordare ancora The Harvesters [+leggi anche:
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, presentato al Certain Regard nel 2018, e aKasha (The Roundup) [+leggi anche:
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, la cui première è stata durante la Settimana Internazionale della Critica nel 2018. La lista potrebbe continuare ancora a lungo.

Quanti professionisti del mondo cinematografico parteciperanno al VPB?
L’anno scorso ce ne sono stati 2.461 e quest’anno, prima dell’inizio del festival, e ciò significa che la stima evidentemente non è quella definitiva, ne abbiamo avuti 2.420.

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(Tradotto dall'inglese da Emanuele Tranchetti)

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