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Fernando Colomo • Regista di Antes de la quema

"Sono aperto a ricevere offerte dai produttori"

di 

- Dopo la rinascita creativa che ha rappresentato Isla bonita e dopo il successo di La tribu, Fernando Colomo presenta in anteprima Antes de la quema, girato a Cadice durante il suo famoso carnevale

Fernando Colomo  • Regista di Antes de la quema

Presentato in concorso nella sezione ufficiale dell'ultima edizione del Festival di Málaga, Antes de la quema [+leggi anche:
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intervista: Fernando Colomo
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, il nuovo film dell'infaticabile Fernando Colomo, arriva nelle sale spagnole questo venerdì, 7 giugno, con Vértice Cine, dopo il successo di pubblico raccolto con il suo precedente La tribu [+leggi anche:
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e l'ottima accoglienza critica, quattro anni fa, di Isla bonita [+leggi anche:
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, che ha segnato la sua rinascita professionale. Seduti sulle poltrone di una delle sale del cinema madrileno Renoir Princesa, abbiamo parlato con il regista.

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Cineuropa: Perché ha deciso di girare a Cadice e trasformare la città in uno scenario che ha un'influenza così potente sul tema di Antes de la quema?
Fernando Colomo: Avevo girato poco lì: in Bajarse al moro avevamo filmato ad Algeciras per un giorno, con il traghetto, ma non avevamo girato in città come adesso. Quando è arrivata la sceneggiatura, sono stato tentato di farlo, mi è piaciuta la sua storia, con il carnevale che si mescola con il mondo dei narcotrafficanti. Così ho visto l'opportunità di girare lì, a febbraio, con una troupe ridotta, durante il carnevale e poi, a settembre, il resto del film. Tutto è stato girato lì, tranne le scene dell'inceneritore, a Madrid.

Così ha catturato l'atmosfera festosa e gioiosa del carnevale...
Certo, perché è impossibile riprodurla, oltretutto costerebbe una fortuna e non sarebbe bello: è così autentico... a volte ci sono volute diverse ore per girare una scena con gli attori mescolati alla folla della festa. Volevo che avesse quella parte di documentario, che riflettesse la realtà. La città è affascinante per me, sia per le sue strade che per le sue case, con il loro patio interno, che sembra avere un'influenza italiana, o i suoi minareti. 

Cadice può vantarsi di avere questo mix di culture, ma il suo film combina anche commedia e thriller, un genere, quest’ultimo, insolito nella sua carriera.
Nel mio terzo film, La mano negra, avevo sfiorato il poliziesco, ma si trattava più di un giallo. In effetti, mi attraeva molto: il lavoro era più nel ricercare la tensione, che funzionasse, oltretutto, con così tanti personaggi. La sceneggiatura non era semplice, ci ha dato molto da fare. Ci sono state anche molte prove con gli attori, mesi prima delle riprese, in cui abbiamo reinventato i dialoghi... tutto ciò ha fatto emergere l'ironia.

Nel film si percepisce uno sfondo sociale di crisi, ma l’umorismo aiuta a vivere…
Questo è il grande insegnamento di Cadice: il carattere della sua gente fa sì che stemperino tutto pur trovandosi in situazioni molto difficili, perché la disoccupazione è enorme lì, ma la gente è rilassata e prende la vita in un modo diverso.

Torna a girare con la produzione di Beatriz de la Gándara (Sangam Filmsdopo averlo fatto con Fernando Bovaira, di Mod, che era dietro La tribu.
Sono disposto a tutto: trovare un produttore come Bovaira è stata una grande opportunità. Con Beatriz ho avuto più libertà, perché ci conosciamo molto, e anche se non abbiamo avuto molti mezzi, gli attori si sono impegnati al 100%. Rimango aperto a collaborare con altri produttori, anche se ogni volta mi vedo più vecchio e stanco, ma Isla bonita è stato un punto di svolta in cui ho recuperato l'illusione dell’inizio della mia carriera, poiché era una pellicola speciale e rischiosa, a partire dal fatto che ero io il protagonista: è stata una follia. Il problema che vedo ora nel cinema spagnolo è che prima facevamo film più piccoli, ma avevamo molta libertà; in questo momento i film sono più grandi, ma ci sono molte persone che dicono la loro: con le televisioni in produzione, tutti mettono bocca sulla sceneggiatura e il casting, il che richiede tempo e il regista rimane in attesa che tutti la leggano. Per La tribu ci sono voluti tre anni in totale. Mentre Isla Bonita l’abbiamo fatto tra di noi, abbiamo iniziato a girare con 10.000 euro di un amico, e questo è davvero piacevole.

Dunque, la lavorazione di Antes de la quema si avvicina di più a quella di Isla bonita?
No, si avvicina di più a La tribu, dato che Isla è stato così speciale… eravamo in cinque. Ho anche avuto l'opportunità, impensabile in un altro progetto, di montare il film, con musica e mix, guardarlo e decidere di cambiare il finale, il che ci è costato solo 5.000 euro. Come un romanziere, che ritocca il finale, o un pittore, che cancella una parte e la rifà.

Il film è stato presentato al festival di Málaga, dove il pubblico si sarà molto divertito…
E’ stato incredibile lì, con la proiezione al teatro Cervantes, e con applausi alla conferenza stampa, qualcosa di inusuale. Penso che l'umorismo del film piacerà di più in Andalusia, ma spero che funzioni anche nel resto della Spagna.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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