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Edoardo Winspeare

Miracolo a Taranto

di 

- Incontro con il regista Edoardo Winspeare, alla Mostra del Cinema con un film, Il miracolo, che narra una poetica e spirituale vicenda ambientata nel Sud

Claudio D'Agostino ha undici anni. Corpo minuto e occhi enormi e curiosi. E' Tonio, il "bambino che guarisce la gente" del film di Edoardo Winspeare, Il miracolo [+leggi anche:
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appunto, in concorso a Venezia 2003. Lo incontriamo assieme al regista. "Durante le riprese Edoardo era il mio amico del cuore", racconta il bimbo che mostra una intelligenza vivissima. "Ma lui aveva troppo da fare e io stavo con il parrucchiere e le costumiste. Ma ogni tanto andavo vicino alla macchina da presa e davo dei consigli a Edoardo. Lui tanto non si arrabbiava."

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Winspeare, dopo i drammatici e viscerali Sangue vivo e Pizzicata, ha fatto un film su un bambino che crede di fare miracoli dopo un incidente stradale. Cosa l'ha spinta a questa storia?
"Quello che si realizza veramente nel film è un miracolo spirituale e laico. Il miracolo dell'amore 'grande': se riesci a vedere la bellezza dove nessuno riesce a percepirla, quello è un vero miracolo. La storia di questo straordinario bambino mi è stata raccontata dalla sceneggiatrice del film, Giorgia Cecere, e me ne sono innamorato".

Il finale è confortante, rassicurante. La vicenda commovente.
"Volevo fare un film popolare, ma con un forte carattere autoriale".

Un bambino della borghesia incontra un coetaneo e una ragazza 'difficile' che appartengono invece 'al popolo'.
"Mi piace studiare attraverso i miei film la struttura della nostra società. Per la prima volta ho indagato un ambiente borghese. Occidentale e in crisi. A Taranto, ma potrebbe essere a Milano o Parigi".

Il film è ambientato in una Taranto piena di colori, di chiaroscuri, luci e ombre. Perché Taranto?
"E' la città pugliese più bella e più ferita, in essa si mescolano luce, acqua, terra e fuoco. Ed il fuoco è quello delle ciminiere dell'ILVA, il più grande impianto siderurgico d'Europa. E' una città distrutta dall'industrializzazione selvaggia. Ed è emblematica della ricerca di una identità perduta. Troppi di noi hanno tagliato il cordone ombelicale delle nostre radici".

Il piccolo Claudio D'Agostino ha una recitazione molto naturale. Come ha composto il cast?
"Claudio è un bambino di grande profondità. L'abbiamo scelto all'ultimo momento. Gli altri sono tutti attori professionisti provenienti dal teatro pugliese".

Il film, prodotto da Sidecar e Rai Cinema e distribuito da 01 Dstribution, esce in Italia oggi stesso a Milano e Roma. L'uscita nazionale in 40 copie è prevista per il 12 settembre.

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