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KARLOVY VARY 2018 Fuori concorso

Benjamin Tuček • Regista di Trash on Mars

"Siamo stati la prima troupe cinematografica a girare nella Mars Desert Research Station"

di 

- KARLOVY VARY 2018: Cineuropa ha parlato con il regista ceco Benjamin Tuček del suo ambizioso progetto Trash on Mars, una commedia sci-fi sulla colonizzazione interplanetaria

Benjamin Tuček  • Regista di Trash on Mars
(© KVIFF)

Il prolifico sceneggiatore-regista ceco Benjamin Tuček ha presentato con successo il suo ultimo progetto, Trash on Mars [+leggi anche:
trailer
intervista: Benjamin Tuček
scheda film
]
, al recente Festival di Karlovy Vary. Si tratta della sua seconda fatica registica, dopo Girlie nel 2002. Cineuropa lo ha incontrato per discutere del suo progetto poco ortodosso, del processo per realizzarlo e delle ambizioni umane riguardo alla colonizzazione interplanetaria.

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Cineuropa: Ha un portfolio piuttosto ampio, avendo scritto e diretto lungometraggi, documentari e serie online e TV. Cosa l’ha portata a creare Trash on Mars?
Benjamin Tuček:
 L'ingegnere di sistema e architetto spaziale Ondřej Doule ha avuto l'idea di un'avventurosa spedizione su Marte. Voleva portare la sua esperienza dal Kennedy Space Center della NASA e dal suo lavoro presso il Florida Institute of Technology in un film al fine di promuovere i voli su Marte. A poco a poco, il nucleo del film ha cominciato a prendere forma, costituito dal gruppo teatrale Vosto5 di Praga. 

Trash on Mars è un film ibrido, che fonde la fantascienza con elementi esistenzialisti, la commedia assurda con una riflessione sulla colonizzazione interplanetaria, ma anche una riflessione sull'essenza dell'essere umano. Perché ha optato per questa forma?
Stavo cercando una struttura che mi permettesse di raccontare qualcosa su alcuni argomenti seri, come la colonizzazione, l'inquinamento spaziale, l'esplosione demografica e il saccheggio delle risorse naturali, ma usando l'iperbole e l'umorismo assurdo. La colonizzazione è legata al genocidio delle popolazioni indigene e al saccheggio, e non vi è alcun motivo per cui il nostro insediamento su altri pianeti possa procedere diversamente. La domanda è perché l'umanità voglia colonizzare altri pianeti quando non è in grado di vivere in pace e in armonia sulla Terra.

Come è stata l’esperienza di girare nel Mars Desert Research Station, nello Utah?
La motivazione del progetto era riuscire a girare in America, nel deserto, in un vero simulatore. Siamo stati la prima troupe cinematografica a girare in questa stazione di ricerca. Provavamo situazioni mentre lo script era in corso d’opera in una delle sale prove di Vosto5, e abbiamo iniziato a raccogliere materiale, oggetti di scena e costumi. Abbiamo prenotato un volo per il Colorado in tempo record. Quelle persone nel negozio di noleggio luci a Denver probabilmente non avevano mai incontrato nessun ceco che volesse affittare Kino Flo, Dedolight o attrezzatura HMI. Stavano servendo Quentin Tarantino in quel momento, ma ci hanno fatto un cenno con le mani e ci hanno confezionato un tavolo da campeggio con le luci. Ci siamo messi in strada a bordo di un camper e un camion. La strada per "Marte" ti porta attraverso il Wild West – ecco perché Marte non è rosso nel nostro film, ma sembra la frontiera americana.

Perché ha scelto un robot come narratore?
Il nostro film si svolge in un momento in cui volare su Marte non è più di moda. La Mars Research Station è tenuta in uno stato di emergenza da questo robot obsoleto, Bot. Ma il robot non vuole più essere solo. L'intelligenza artificiale può essere gelosa? Ero affascinato dall'idea di come un robot obsoleto avrebbe narrato una storia del genere. Stavamo girando in una stazione di ricerca isolata in mezzo al deserto. Abbiamo rispettato le regole della ricerca cosmica con gli attori e la nostra piccola crew: la lingua ufficiale era l'inglese, ma le conversazioni private erano in ceco. Questa semplice regola ha ispirato il dialogo. Nella nostra storia abbiamo utilizzato l'aspetto decadente della stazione, che ha anche ispirato il personaggio del narratore. E' venuto fuori un romanzo cosmico, con accenni di commedia assurda, la riflessione esistenziale di un robot sulla colonizzazione dello spazio. L'intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più importante nel futuro prossimo. Nel nostro film, l'intelligenza artificiale ha ancora attributi umani: può essere crudele e sentimentale, e ha il senso dell'umorismo e forse l'empatia. 

Su cosa sta lavorando ora?
Mi piacerebbe continuare a realizzare il film Radio Stalin, sugli albori della prima radio indipendente in Cecoslovacchia, Radio 1.

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(Tradotto dall'inglese)

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