email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

KARLOVY VARY 2018 East of the West

László Csuja • Regista

“Per fortuna, nessuno degli attori ha letto la sceneggiatura”

di 

- KARLOVY VARY 2018: Cineuropa ha incontrato il regista ungherese emergente László Csuja per parlare del mix di generi nel suo primo lungometraggio di finzione, Blossom Valley

László Csuja  • Regista

Il regista ungherese emergente László Csuja ha presentato il suo primo film di finzione, Blossom Valley [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: László Csuja
scheda film
]
, a Karlovy Vary nella competizione East of the West. Csuja ha raccontato a Cineuropa come ha ingaggiato un campione di pattinaggio in linea alle Special Olympics e una modella nei ruoli principali del suo film punk, improvvisando sul set e giocando con i generi.

Cineuropa: In precedenza stava lavorando a un titolo di docu-fiction, Nine Month War [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
. Come è nato Blossom Valley? Quali sono le origini del progetto e perché ha optato per la finzione narrativa
?
László Csuja:
Nine Month War è un progetto parallelo su un ragazzo nel conflitto militare ucraino-russo. L'idea alla base di Blossom Valley si basa in realtà su due concetti: uno è una visione subconscia che avevo: una ragazza che corre con un bambino in periferia. L'altro è intellettuale, ossia la sfida mentale della gente in rapporto alla genitorialità.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Per i ruoli principali, ha ingaggiato una modella e un tre volte campione di pattinaggio in linea alle Special Olympics, che nel film non pattina mai. Come mai?
Precisiamo: il personaggio maschile di Laci non pattina, ma neanche Bianka incarna una modella nel film. A dire la verità, avevamo improvvisato una scena in cui effettivamente pattinavano e cantavano l'inno europeo, ma alla fine l’abbiamo tagliata. Ero attratto dalla purezza di Laci e dalla libertà di Bianka. Entrambi hanno una personalità forte e unica e un mondo interiore. Mi sento onorato di aver potuto lavorare con loro.

Blossom Valley ha alcuni elementi grezzi in termini di narrazione. Quanta parte della sceneggiatura è stata scritta e quanto è stato improvvisato?
Abbiamo riscritto la sceneggiatura dopo aver scelto gli attori per i due personaggi principali. E poi, sì, abbiamo improvvisato molto. Per fortuna, nessuno degli attori ha letto la sceneggiatura. I dialoghi sono stati un'improvvisazione continua, a volte anche per una scena intera. Non avevamo troppo tempo per pensare alle scene durante le riprese, ma il nostro direttore della fotografia, Gergely Vass, e la scenografa, Anna Nyitrai, erano membri flessibili del team.

La genitorialità è un argomento trattato nel film, ma c'è anche il tema di una persona credulona di cui ci si approfitta. La storia riporta una qualche forma di sfruttamento, dal momento che il personaggio femminile agisce in modo impulsivo e capriccioso, mentre il personaggio maschile subisce quei capricci?
Eravamo attratti da melodrammi classici e noir come Scarlet Street (1945) e Gun Crazy (1950), dove puoi vedere situazioni simili. Ma non sono d'accordo sul fatto che il nostro personaggio maschile principale sia semplicemente una persona ingenua o sfruttata. Durante il loro viaggio, è in grado di sperimentare ciò che non ha mai sperimentato prima – può essere una persona indipendente e può prendere le sue decisioni.

Blossom Valley è un titolo molto sentimentale per il film, in contrasto con la storia vera e propria. Perché ha creato questa disparità?
Il film parla di ricerca della felicità. Quando qualcuno fantastica sulla propria futura felicità, lui o lei fantasticano su un posto in cui vivranno. È un comportamento umano basico. Il tono sentimentale evidenzia la tensione tra reale e immaginario.

Si intrecciano diversi elementi nella storia: road movie, dark comedy, social drama, rom-com eccentrica. Perché ha forgiato la trama come un mosaico di generi?
Ci siamo semplicemente divertiti a usare gli innamorati in fuga e gli elementi del dramma sociale. È fantastico che lei abbia trovato di più, come una rom-com eccentrica... Wow! Mi piace giocare con i generi. A volte la trama segue i cliché e altre volte no.

Blossom Valley è stato sviluppato e prodotto nell’ambito del programma Incubator dell’Hungarian National Film Fund. Come è stata la sua esperienza con Incubator?
Incubator è una grande porta d’accesso per i registi debuttanti in Ungheria. I giovani registi possono girare il loro primo lungometraggio come mai prima d'ora. Il basso budget mi ha costretto a essere più meticoloso e a mantenere le cose semplici perché non avevamo tanti giorni di riprese. Anche i produttori, András Muhi e Gábor Ferenczy, mi hanno aiutato molto.

Può dirci qualcosa del suo prossimo progetto con Anna Nemes?
Stiamo sviluppando lo script di un lungometraggio su una body builder intitolato The Crown of Creation. Abbiamo fatto un pitch al Sofia Film Festival e ha riscosso un enorme interesse internazionale. Abbiamo vinto anche un premio. Vorremmo girare il film la prossima estate, se l'Hungarian National Film Fund sostiene il progetto.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy