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BERLINALE 2018 Fuori concorso

Lance Daly • Regista

“La Grande Carestia ha colpito l’intera nazione”

di 

- BERLINO 2018: Abbiamo parlato con il regista irlandese Lance Daly, il cui Black 47, presentato fuori concorso al Festival di Berlino, dà uno sguardo più da vicino alla Grande Carestia

Lance Daly  • Regista

Nel suo sesto film, Black 47 [+leggi anche:
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, proiettato fuori concorso al Festival di Berlino, il regista irlandese Lance Daly si avvale di nuovi volti esordienti e di attori veterani come Hugo Weaving, Jim Broadbent e Stephen Rea per trovare una nuova interpretazione di un periodo tragico della storia irlandese, solo per scoprire che i suoi effetti si sentono ancora oggi.

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Cineuropa: Hugo Weaving dice che la Grande Carestia è ancora una parte importante della cultura irlandese. Lei è d’accordo?
Lance Daly:
Non tutti i paesi hanno subito un tale disastro – non che vogliamo competere. E’ comunemente conosciuta come la più grande catastrofe europea del XIX secolo. Si può vedere come abbia influito sull’intero paese semplicemente guardando le statistiche – l’Irlanda è l’unica nazione con una popolazione più bassa oggi che nel 1847. Ha avuto un effetto domino. La popolazione ha continuato a diminuire per i successivi 60 o 70 anni perché non era rimasto più nulla. Non c’erano infrastrutture. Ma oggi come si manifesta? Penso che sia molto sottile, ma c’è qualcosa nello spirito irlandese. 

Cosa intende con questo?
C’è una scena nel film quando Martin Feenay [un personaggio interpretato da James Frecheville] impicca un giudice. Qualcuno che stava lavorando con noi in post-produzione dice che quando gli spettatori irlandesi lo vedranno, saranno dalla nostra parte. C’è molta diffidenza nelle autorità e la mancanza di rispetto delle regole. Le regole sono regole per una ragione – almeno questo è ciò che ho imparato negli altri paesi in cui ho lavorato. Di solito non ci sono molte scappatoie. Ma noi diciamo: “Questa è la regola? Ma sai, possiamo chiamare qualcuno e vediamo”. C’è una mancanza di rispetto per la legge e l’ordine, perché la legge e l’ordine non hanno fatto nulla per noi. 

C’è voluto un po’ di tempo per trovare il suo Martin. Perché?
Di solito non si pensa ad una fisicità quando si fa un casting. Si tratta di essenza e di lavoro a monte e di essere capaci di credere nell’attore. James era a Los Angeles in quel periodo, e potevamo fare un colloquio solo via Skype, ma ho capito subito che era l’uomo giusto. Era pronto a rimboccarsi le maniche. Bramava di dimostrare qualcosa e in questa parte c’erano molti elementi con i quali poteva misurarsi. Era solo puro istinto. Barry Keoghan aveva già avuto la parte nel film prima che trovassimo il nostro Feenay, e quando finalmente ce l’abbiamo fatta, ci ha mostrato una email di due anni prima. Avevano fatto uno show televisivo tratto da Animal Kingdom in America, e a Barry fu offerta la parte originale di James. Anziché accettarla, scrisse al suo agente: “Perché dovrei recitarlo io? Nessuno può fare meglio di quanto non abbia già fatto James”. 

Si è mai scoraggiato nel fare un film così? Quando ci si misura con un tema serio, le persone si aspettano qualcosa di rispettoso – qualunque cosa ciò possa significare. Non si aspettano necessariamente un western.
Io penso che il western fosse sempre presente – quando ci sono cavalli, cappelli a falda larga e un gruppo di uomini uno avanti l’altro, è difficile evitarlo. Un paio di persone hanno detto che non era una buona idea, ma ero più scoraggiato dal sapere quanto sarebbe stato difficile farlo correttamente. Certo, c’è azione e altre cose che speriamo attraggano il pubblico, ma sa cosa sarebbe davvero irrispettoso? Fare un film sulla Grande Carestia, incentrato sulla sofferenza e tutti quegli orrori inimmaginabili, che sarebbe visto solo da poche persone. C’è stato un punto in cui ho avuto la possibilità di fare questo film per il doppio dei soldi, ma la gente parlava di Braveheart e di “un finale di speranza”. Ma come può esserci qualche speranza? Ricordo un dibattito simile per Schindler’s List. Per quanto il film fosse brillante, come lo si può rendere un successo quando l’Olocausto è stato un completo fallimento? Qui è la stessa cosa. Il trucco stava nel bilanciare le varie sensibilità, ma farlo in modo che tutti lo potessero vedere. Questo è quello che abbiamo cercato di fare.

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(Tradotto dall'inglese da Veronica Maiolo)

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