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Katrin Rothe • Regista

“L’animazione è un mezzo di espressione magnifico”

di 

- Kathrin Rothe ci ha parlato, in occasione del Festival di Arras, del suo eccellente documentario di animazione 1917 - The Real October

Katrin Rothe  • Regista
(© Bertrand Noël / Arras Film Festival)

Abituata a intraprendere insoliti esperimenti televisivi che mettono insieme documentario e animazione, la regista tedesca Katrin Rothe si cimenta per la prima volta con il grande schermo con il sorprendente 1917 - The Real October [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Katrin Rothe
scheda film
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, un film che si immerge nel cuore della rivoluzione russa a San Pietroburgo. L’abbiamo incontrata al 18° Festival di Arras.

Cineuropa: Qual è il punto di partenza di 1917 - The Real October?
Katrin Rothe: Ci sono state molte tappe, c’era soprattutto la voglia di trattare questo grande capitolo della storia attraverso testimonianze e dichiarazioni autentiche e di farlo con la tecnica della cut-out animation. Questi due aspetti si fondono come quando, leggendo un libro, le immagini compaiono spontaneamente nella nostra mente. È un modo moderno di riproporre artisticamente un periodo storico con uno stile che potrebbe definirsi come “Fai da te”, a immagine e somiglianza di coloro che hanno fatto la rivoluzione.

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Quali ricerche ha condotto per creare la sceneggiatura?
Zinaïda Hippius si appuntava tutto quello che accadeva ed era molto vicina al governo provvisorio.  Vladimir Maïakovski era un poeta rivoluzionario molto provocatorio che frequentava allo stesso tempo l’alta società e gli uomini di strada, era soprattutto giovane, con un’età durante la quale si pensa che i cambiamenti sociali possano migliorare il mondo. Un po’ come quello che ho provato io, a 18 anni, quando fu abbattuto il muro di Berlino. Maxime Gorki aveva il distacco necessario per riflettere su ciò che stava accadendo, per distinguere la presa del potere e l’assunzione di responsabilità nella società e per situarsi in mezzo a molte correnti di pensiero in un momento di grande instabilità. Alexandre Benois era un critico d’arte il cui modo di descrivere le opere mi ha particolarmente ispirato. Infine, Kazimir Malevitch, senza dubbio il più conosciuto oggi nel campo artistico, che allora era un soldato e che ha prodotto una serie di scritti che trattano in maniera critica quello che Maïakovski si limitava a descrivere. Ho poi scoperto che tutti si sono in qualche modo incrociati nel corso degli avvenimenti.

Un commento sul tipo di animazione, basato sul découpage e su marionette che si muovono all’interno di serigrafie, disegni e dipinti.
Ho iniziato a inserire l’animazione nel mio lavoro a partire dal 2003. Si tratta di uno stile che cerco di approfondire, è una tecnica abbastanza spontanea. La tecnica della stop motion richiede molto tempo e tutto deve essere preciso. Tuttavia, è abbastanza facile e volevo questa volta sperimentare il cut-out con un approccio più cinematografico. Abbiamo ribattezzato questo mix “animazione in 2,5 D”. È stato il mio primo film storico e l’animazione è un mezzo di espressione magnifico perché, grazie a una sola immagine, si può trasmettere molto.

Si è anche occupata della produzione del film. E’ stato facile finanziarlo?
Ho due coproduttori, uno svizzero e l’altro tedesco. All’inizio, è stato tutto facile. Ma la crisi in Crimea ha scombussolato tutto: fare un film sulla Russia non sembrava una buona idea. Il 100° anniversario della rivoluzione del 1917 ha però accelerato tutto, creando una sorta di scadenza entro la quale concludere la realizzazione del film. Ora, sto lavorando a un progetto che ricalca la linea tracciata da questo film, ci sarà sempre l’animazione e parlerà di nuovo di storia. Questa volta, l’attenzione sarà rivolta all’Europa degli anni ’20 e ’30. 

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