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Nadia Paschetto • Direttrice, Arras Film Festival

“Una volta individuato un cineasta, vogliamo aiutarlo nel tempo”

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- Abbiamo incontrato Nadia Paschetto, direttrice dell'Arras Film Festival, la cui 18a edizione si svolge dal 3 al 12 novembre

Nadia Paschetto  • Direttrice, Arras Film Festival

Cofondatrice e direttrice dell'Arras Film Festival, giunto alla sua 18a edizione (leggi la notizia) e da lei guidato insieme all'amministratore delegato Eric Miot, Nadia Paschetto spiega i diversi aspetti di un evento che aiuta a far emergere in Francia i giovani talenti del cinema europeo.

Cineuropa: In che modo cercate di raggiungere un equilibrio di programmazione tra il cinema europeo e le anteprime più popolari?
Nadia Paschetto: Cerchiamo innanzitutto di fare in modo che ci siano titoli per tutti i gusti e tutte le età. Pensiamo anche che gli spettatori che hanno l'abitudine di andare al cinema vadano volentieri a vedere film europei e che, invece, potremmo forse far riassaporare il gusto del cinema a quelli che ci vanno meno, proponendo dei film francesi di qualità e più per il grande pubblico; questi spettatori, magari, si faranno poi coinvolgere dall'atmosfera del festival e, attirati dalla programmazione, saranno disposti a scoprire qualcos'altro. È con questo spirito che stabiliamo la nostra programmazione, volendo creare delle vetrine. Scommettiamo sulla diversità.

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Quali sono i vostri criteri di scelta per le sezioni strettamente europee: il concorso internazionale, “Scoperte europee” e “Visioni dell'Est”?
Per quanto riguarda il concorso, andiamo alla ricerca di film inediti in Francia, che non hanno distributori francesi e che spesso non hanno avuto un'anteprima internazionale, quindi film che sono stati presentati solo nel loro paese, come quest'anno con Une part d’ombre [+leggi anche:
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di Samuel Tilman. A volte si tratta di film di autori che conosciamo già e di cui abbiamo già seguito la carriera, come per Arrhythmia [+leggi anche:
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di Boris Khlebnikov, o di film che in fase di progettazione sono passati per gli Arras Days, la nostra piattaforma di sostegno allo sviluppo; dunque film che abbiamo visto nascere, come Zagros [+leggi anche:
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di Iulia Rugina. Ma portiamo alla luce anche delle novità, per esempio la slovena Hanna Slak con The Miner [+leggi anche:
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. Ci interessa poi che i film ci dicano qualcosa e trattino i problemi veri della società. Inoltre, siamo molto attenti all'aspetto dell'interpretazione. Infine, anche se il nostro cuore batte per l'Europa dell'Est, cerchiamo sempre di avere in concorso alcuni film dell'Europa del Nord e di territori vicini, come il Belgio. Per “Scoperte europee” e “Visioni dell'Est”, lavoriamo a stretto contatto con i distributori perché vi partecipano film che poi usciranno in Francia, nei due o tre mesi successivi al festival.

Come vi sentite quando vedete le sale piene e il pubblico entusiasta per dei film europei che a volte non trovano distribuzione in Francia?
A questo livello, facciamo un grande lavoro, perché l’Atlas d’Or vine consegnato dalla giuria insieme a un premio di 12.000 euro per il distributore che decide di acquistare i diritti del film per la Francia entro i 12 mesi che seguono il festival; e la stessa cosa vale per il Premio del pubblico, con 5.000 euro. Ogni anno, i due film che hanno vinto questi premi trovano anche un distributore. È una spinta non da poco per film come quelli che proponiamo noi, perché questi hanno bisogno di farsi pubblicità e spesso sono distribuiti da società che non necessariamente hanno i mezzi per finanziare grandi campagne pubblicitarie. Abbiamo anche predisposto una piattaforma su Cinando per aiutare i professionisti a trovare i film che non hanno ancora una distribuzione.

Qual è la filosofia della piattaforma professionale degli Arras Days?
Come per i film in concorso, per i quali non chiediamo candidature ma preferiamo andarceli a cercare, siamo noi ad andare alla ricerca di nuovi progetti. Proponiamo ai cineasti europei selezionati per il festival, se loro o il loro produttore hanno un progetto in elaborazione, di inviare la loro domanda di selezione agli Arras Days. È così che seguiamo gli autori: quando abbiamo individuato un cineasta, vogliamo aiutarlo nel tempo. Può trattarsi di una bozza iniziale, qualche immagine e una nota d'intenti, e poi vengono a presentare il progetto ai professionisti. Essendo la prima volta che lo presentano, per loro è una specie di giro di prova, un modo per mettere alla prova le loro idee e, magari, aggiustare il tiro, in base al feedback che ricevono dalla giuria. Inoltre, invitiamo agli Arras Days dei produttori francesi interessati a investire in coproduzioni. Quest'anno ci saranno otto progetti che si contenderanno due borse: una di 8.000 euro concessa dal CNC, e l'altra di 5.000 euro donata dalla città di Arras.

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(Tradotto dal francese)

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