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Manuel Martín Cuenca • Regista

“Grazie a Netflix, più gente potrà vedere il mio film”

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- SAN SEBASTIÁN 2017: Lo spagnolo Manuel Martín Cuenca torna a competere per la Conchiglia d’Oro con El autor, che ha ricevuto il premio FIPRESCI al recente festival di Toronto

Manuel Martín Cuenca • Regista
(© Pablo Gómez / Festival de San Sebastián)

Manuel Martín Cuenca (Almería, 1964) ha presentato quattro volte i suoi lavori al Festival di San Sebastián: nel 2013 era in concorso con Caníbal [+leggi anche:
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, e sempre nella sezione ufficiale era presente, nel 2005, con Malas temporadas. La flaqueza del bolchevique è passato per Zabaltegi due anni fa. Nella sua edizione numero 65, il regista lotta per la Conchiglia d’Oro con El autor [+leggi anche:
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, adattamento del romanzo El móvil di Javier Cercas, vincitore del premio della critica al recente Festival di Toronto (leggi la news).

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Cineuropa: A parte il premio Fipresci, come è stato accolto El autor a Toronto presso pubblico e compratori?
Manuel Martín Cuenca: Il film sarà visto in gran parte del mondo, poiché lo ha acquistato Netflix. Manca l’Asia, ma speriamo che al Festival di Busan, che è la porta di quel continente, e che lo ha selezionato, si stringano accordi. In Spagna e Messico uscirà nelle sale: il cinema sta cambiando molto e le sale chiudono dappertutto. Netflix farà sì che il film sia visto da molte persone, in paesi lontani e anche nelle città spagnole dove non arriva questo tipo di pellicole.

Come e perché è nata la coproduzione di El autor con il Messico?
C’erano in sceneggiatura dei personaggi immigrati, che potevano essere di diverse nazionalità, ma volevo lavorare con questi due attori - Adriana Paz e Tenoch Huerta - e una volta che sono entrati nel progetto, abbiamo cercato una coproduzione messicana: a Cannes abbiamo preso i contatti e stretto accordi.

Ha dedicato il film a Josetxo Moreno, lo scomparso distributore di Golem.
Sì, a parte che era un grande amico, voglio con questo rivendicare la figura del distributore, giacché Golem ha coprodotto Malas temporadas e ha distribuito La mitad de Óscar [+leggi anche:
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quando io cominciavo come produttore, mentre altre compagnie non volevano farlo. Per me sono come una famiglia, li amo molto. Ricordo il suo nome perché mi pare un uomo importante del cinema europeo: magari fosse vivo per vedere El autor!

Sorprende il recupero del cantante José Luis Perales, che ha composto la musica del film.
In tal senso, mi piace andare controcorrente. Questo paese è fratricida, perché Perales è un maestro della melodia, compositore di centinaia di canzoni incredibili per Miguel Bosé e Jeanette, poi ha scritto ¿Por qué te vas?, del film di Saura Cría cuervos. Uno si chiede come qualcuno così acclamato fuori, non lo sia altrettanto qui: riesce a scrivere testi popolari, che si connettono con la gente. E io cercavo un musicista che non fosse convenzionale, qualcuno fuori dal cinema, così ho scoperto che la canzone Se me enamora el alma, che stava nella sceneggiatura, era sua: ho eliminato ogni pregiudizio e ho pensato di proporgli di comporre la colonna sonora.

Ascoltare è un verbo importante nella trama.
Mi interessa molto il suono: non tanto ciò che si vede, quanto ciò che si sente, che a volte è più interessante dal punto di vista drammatico. Mi piace lavorare con lo spazio fuori campo, perché lo spettatore sa, quando vede un film del terrore con molto sangue, che è tutto finto. Però quando non lo vedi, devi ricorrere alla tua memoria e immaginazione, e così cominci a tirar fuori i tuoi fantasmi: all’improvviso, la rappresentazione di ciò che non si vede diventa reale. Per questo è più rassicurante vedere una pellicola gore che una di Haneke o il mio Caníbal.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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