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Emre Yeksan • Regista

“Viviamo in un periodo di lenta decadenza e questo odore non andrà via tanto presto”

di 

- VENEZIA 2017: Dopo un lungo processo di sviluppo, l´esordio nel lungometraggio di Emre Yeksan, The Gulf, ha debuttato alla Settimana Internazionale della Critica e ne abbiamo parlato con lui

Emre Yeksan  • Regista
(© Leonardo Kurtz / Settimana Internazionale della Critica)

Dopo aver passato quattro anni a sviluppare il film, lo sceneggiatore e regista turco Emre Yeksan ha presentato il suo film d’esordio: The Gulf [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Emre Yeksan
scheda film
]
, in competizione alla 32esima Settimana Internazionale della Critica della 74esima Mostra del cinema di Venezia. Cineuropa ha parlato con il regista degli aspetti allegorici del film e del suo background personale.

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Cineuropa: Cosa le ha fatto decidere di raccontare una storia così astratta ma allo stesso tempo cosí reale?
Emre Yeksan: Nonostante ami il realismo al cinema, mi sento leggermente sopraffatto dalla sua onnipresenza nella produzione contemporanea. Anche il più fantastico e irreale dei soggetti può essere presentato con un approccio documentaristico reale. Siamo abituati a guardare la vite fare il loro corso davanti a noi, come se guardassimo le notizie scorrere. Ho deciso di fare una separazione stilistica tra il cinema inteso come rappresentazione e il cinema come realtà, e uso entrambi a confronto. Ma anche se lo stile di The Gulf potrebbe sembrare alienante o astratto, volevo che la storia rimanesse più realistica possibile. Ho pensato potesse essere il miglior modo per muovermi dalla singola esperienza del personaggio a una più ampia risonanza con le vite degli spettatori.

Come le è venuta in mente l'idea dell’odore? C’è qualche allegoria dietro?
L’odore non simbolizza soltanto una cosa, come dovrebbe essere tradizionalmente in un mondo allegorico; è ispirato dalla realtà stessa. C'era un odore insopportabile nel Golfo di Izmir quando ero un bambino, ed esso rendeva la vita alquanto difficile durante l'estate. Il bacino fu pulito nei primi anni 2000. Ricordavo quell'odore quasi ogni volta che andavo a trovare i miei genitori a Izmir. Il profumo è un potente innesco per i ricordi; è difficile da dimenticare l’odore delle cose. Così un giorno, è sorta una domanda: e se quest’odore tornasse improvvisamente, più potente che mai? 

Ciò che mi ha veramente attratto è stata l'idea di una puzza che potesse diventare una catastrofe, ma senza alcuna drammatica o imminente catastrofe – non è abbastanza forte per diventare un evento che cambia la vita. Questo perché penso che viviamo in un periodo di lenta decadenza, perciò posso dire che l'odore non andrà via tanto presto. E sempre stato lì, comunque. Potrebbe diventare meno potente col tempo o le persone potrebbero abituarvisi, ma è lì per rimanervici. Scappare non risolve il problema. Dovremo trovare altri modi per creare una nuova vita, un mondo migliore. Quindi non è troppo tardi; forse siamo giusto in tempo. 

Izmir è anche la sua città natale; ci sono elementi autobiografici nel suo film?
Sì, ci sono. Come ho detto, l’odore in se stesso è un ricordo importante della mia infanzia. Dall’altra parte, il personaggio principale Selim, ha un modo di pensare molto simile al mio sin da quando le prime componenti della storia presero parte nella mia mente nel 2008. Ero tornato a Izmir, stavo con i miei genitori, un po’ perso nella vita e non così voglioso di fare uno sforzo per cambiare le cose. Questa sensazione creò le basi per Selim: dovevo spingerlo persino oltre per renderlo imperdonabilmente passivo. Alcuni amici che hanno visto il film, erano sorpresi da quanto di me ci fosse in quel personaggio.

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(Tradotto dall'inglese)

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