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Damjan Kozole • Regista

"Anche metà è meglio di niente"

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- Cineuropa ha parlato con lo sloveno Damjan Kozole, che ha vinto l’Eurimages Co-production Development Award al CineLink di Sarajevo con il suo nuovo progetto Half-Sister

Damjan Kozole  • Regista
(© J. Suhadolnik)

Il filmmaker sloveno Damjan Kozole ha vinto l’Eurimages Co-production Development Award, del valore di €20.000, al CineLink del Festival di Sarajevo  per il suo nuovo progetto Half-Sister (leggi la news), storia di due sorelle lontane costrette, dopo 25 anni in cui si sono a malapena viste, a condividere un appartamento.

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Cineuropa ha parlato con Kozole del suo progetto, del premio, del modo in cui il panorama produttivo in Europa è cambiato negli ultimi 20 anni e di che tipo di tendenze nella produzione cinematografica vede come positive.

Cineuropa: Nei suoi film prende spesso i legami familiari o i rapporti tra amici come punto di partenza per le questioni sociali che desidera esplorare. In che modo Half-Sister è simile o diverso rispetto a questo approccio?
Damjan Kozole:
L'idea dietro questo film è semplice e – questa è la differenza con i miei film precedenti – quasi ottimistica: che l’amicizia e i legami tra le persone sono ancora possibili, e che si può ancora superare l'odio. Viviamo in un’epoca pericolosa, in cui la gente pazza e gli psicopatici prosperano. Tutto ciò che ci rimane è la compassione, e l'umorismo.

I personaggi in questa storia sono prigionieri di relazioni fallite o in via di fallimento da cui non possono liberarsi o non sanno come farlo. Queste connessioni interpersonali danneggiate sono i sintomi di un’era in cui i rapporti tra l'individuo e la società si stanno deteriorando, proprio come i sentimenti di sicurezza, di appartenenza e di fiducia nelle istituzioni si stanno deteriorando nella società europea. L'ultima speranza di un individuo può trovarsi nei rapporti intimi, anche tra sorellastre distanti. Anche la metà è meglio di niente. Questo sarà un film sulle paure che ci portiamo dentro e sulle persone che sono diventate arroganti e brusche solo per nascondere la loro vulnerabilità…

Che cosa significa per lei l’Eurimages Co-production Development Award? Come utilizzerà il denaro nella produzione? 
Naturalmente sono molto contento del premio, significa molto per il nostro film. Utilizzeremo i soldi del premio per lo sviluppo e il finanziamento del film. Il periodo di produzione è previsto per la fine del 2018, la pre-produzione inizierà nella primavera del 2018 e le riprese effettive a metà ottobre 2018, quindi c'è ancora molto da fare fino ad allora.

Ha cominciato a fare film alla fine degli anni '90, in un momento in cui l'intero sistema dei mercati di coproduzione e delle sessioni di pitching non era ancora così sviluppato. Come paragona la situazione produttiva di allora con quella di oggi?
Quando stavamo producendo Spare Parts (le cui riprese si sono svolte nel 2002), le coproduzioni internazionali, specialmente con i partner dei paesi dell'Europa Centrale e del Sud-Est, non erano così facili da realizzare. Non è che non volessimo coprodurre, ma i nostri finanziatori, almeno nella maggior parte dei paesi della cosiddetta "Nuova Europa", ancora non supportavano il modello in pieno. In molti paesi si lottava per le cose fondamentali, gli organi di finanziamento indipendente del cinema all'epoca neanche esistevano, quindi nessuno pensava a coprodurre (tranne che per ottenere soldi dall’estero per il proprio film, qualunque esso fosse). Gli unici partner di coproduzione affidabili allora erano i paesi dell'Europa occidentale, che capivano i problemi finanziari dei filmmaker dell'Europa dell’Est, ma in qualche modo abbiamo mancato il loro sostegno per Spare Parts, prodotto come un film unicamente sloveno. Oggi è persino difficile immaginare di produrre in Europa senza coproduzioni, e ci sono molte coproduzioni ambiziose tra i paesi dell’ex Jugoslavia.

C'è oggi qualche tendenza particolare o un regista della regione dell'ex Jugoslavia che le piace?
Mi piacciono i nuovi registi, quelli della generazione nata poco prima della dissoluzione della Jugoslavia, che hanno oggi circa 30 anni. Sono imprevedibili e privi di questo passato; il loro linguaggio cinematografico è moderno, e mi piace guardare i loro film.

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(Tradotto dall'inglese)

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