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Jakob, Tom Lass • Registi

"Ci vuole una buona struttura drammatica cui affidarsi, e trarre ispirazione al momento"

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- I registi tedeschi Jakob e Tom Lass hanno parlato con German Films dei loro esordi nel business cinematografico e del loro metodo di lavoro

Jakob, Tom Lass • Registi
I registi Jakob e Tom Lass (© Berlinale / Niklas Vogt)

Jakob Lass e Tom Lass tengono a chiarire immediatamente un punto: “Siamo fratelli”, spiega Tom, “ma non nel senso dei fratelli Coen o Wachowski, non lavoriamo insieme come team”. E Jakob aggiunge: “Abbiamo entrambi visioni forti e ci supportiamo a vicenda”. 

Tom Lass dice “non ho studiato niente!”. Ciò che lo ha sviato dal suo originale corso di programmazione informatica, è stato diventare attore per caso: "Sono andato a un casting quando avevo quindici anni e dopo sei provini ho finito per interpretare uno dei protagonisti di Ants in the Pants", racconta. "Ho finito la scuola, ho continuato a recitare, facendo più teatro e film, e poi abbiamo cominciato a dirigere". 

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Anche Jakob Lass ha iniziato la sua carriera nella recitazione "quando avevo nove anni! Poi formandomi quando ne avevo diciassette". Dopo anni giovani e selvaggi sul palco ha fatto domanda per studiare regia ed è “stato rifiutato ripetutamente da ogni scuola cinematografica del paese! Così ho deciso di fare il mio film". Il risultato è stato il cortometraggio Paul the Lifeguard (2007). Il mockumentary ha vinto diversi premi, portando Jakob al Berlinale Talents, a studiare presso il Filmarche Kreuzberg e, "finalmente", a ottenere un posto per studiare regia all'Università cinematografica Babelsberg Konrad Wolf.

"Mi sono messo per la prima volta dietro la camera nel 2005", dice Tom. "Ho iniziato come assistente di produzione e autista, poi responsabile di unità e location e alla fine primo assistente alla regia". Ha poi fatto un grande salto con il suo primo film, improvvisato e low budget, Papa Gold [+leggi anche:
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 (2011): ha vinto, fra gli altri, il Premio Max-Ophüls e il First Steps Award, il premio dell’Associazione dei Critici Cinematografici Tedeschi al festival Achtung Berlin. 

Quanto ai loro metodi di lavoro, ci sono più similitudini che differenze. Entrambi amano molto l’improvvisazione perché vogliono eludere i limiti di una sceneggiatura e utilizzare l'impatto diretto della realtà che si ottiene dall’improvvisazione. "Ci vogliono gli autori, naturalmente!", esclama Jakob. "Ci vuole una buona struttura drammatica cui affidarsi, ed essere in grado di trarre ispirazione al momento: è così che ho fatto i miei ultimi tre film".

Tom non parte “da un’idea ma dalla realtà. Guardo quello che mi sta intorno, cosa mi interessa, cosa posso mettere insieme. Quando cominci nella tua testa, puoi avere tutte le idee che vuoi, ma quando cerchi di conciliarle con ciò che è veramente là fuori, devi fare dei compromessi, soprattutto se non hai i soldi e i mezzi per manipolare quella realtà. Se non ho quello che voglio, allora ho solo bisogno di quello che ho! Questo mi dà accesso a storie molto più oneste di quelle che potrei incontrare lottando per scrivere uno script. Con la mia testa. Su carta".

La recitazione, da cui provengono entrambi i fratelli, segna il loro metodo di lavoro. Conoscono i processi e le tecnicità, ed è lì che nascono le loro storie. Come spiega Tom: "Io recito ancora e l'osservazione che ho fatto sui set cinematografici ha portato al nostro metodo attuale. Spesso hai persone di grande talento che lavorano molto, ma quel talento viene sprecato dopo 18 ore che cerchi di racchiudere tutto lo script in un programma serrato. Allora noi filmiamo solo fin quando siamo produttivi. Ogni take è unico, non c'è niente da ripetere. Se va bene ce l’hai, se fa schifo lo butti. A volte recito nei miei film perché così posso dirigere e influenzare la scena dall'interno".

Jakob: "Dirigo i miei attori spesso dando loro compiti segreti, separatamente, in modo che io possa guidare il conflitto, i bisogni e gli obiettivi di ogni scena in cui devono reagire al loro partner". Tuttavia, nonostante l'amore per l'improvvisazione, entrambi i fratelli credono fermamente nell'importanza dello script perché, come dice Tom: "Ci vuole molta preparazione per improvvisare!".

Entrambi stanno finendo i loro ultimi progetti. Per Tom si tratta di Ugly and Blind [+leggi anche:
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, suo terzo film. Parla di un ragazzo brutto che vuole assolutamente una fidanzata. Poi incontra una ragazza che è cieca e BAM! Il film avrà la sua première al Festival di Monaco di Baviera (22 giugno-1 luglio). Dopo il successo di Tiger Girl [+leggi anche:
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, Jakob sta montando il suo nuovo film So was von da, una versione improvvisata del romanzo omonimo.

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