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Martin Koolhoven • Regista

"Se è troppo facile da guardare, sto sbagliando"

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- VENEZIA 2016: Il regista olandese Martin Koolhoven commenta Brimstone, sua versione europea e femminile del western, presentato in competizione per il Leone d'Oro

Martin Koolhoven  • Regista
(© la Biennale di Venezia - foto ASAC)

Otto anni dopo il suo ultimo film, Winter in Wartime [+leggi anche:
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, il regista olandese Martin Koolhoven ha presentato Brimstone [+leggi anche:
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, sua rilettura europea del genere western e suo primo film in lingua inglese, in lizza per il Leone d'Oro al 73° Festival di Venezia. Ha parlato del suo film nel corso di una conferenza stampa per la stampa internazionale.

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Cosa l'ha spinta a fare un western? Non è una scelta usuale per un regista europeo.
Martin Koolhoven: Sono sempre stato un grande fan del genere, ma ne sono sempre stato intimidito. Ci sono così tanti grandi film in questo filone; alcuni dei miei film preferiti sono western, e moltissimi registi hanno fatto cose meravigliose. Così, quando ho pensato di fare un film in Inglese, mi è sembrata una buona idea fare un western, perché ho letto molto riguardo quei tempi - e ho preferito questo a un film contemporaneo. Ho scoperto che l'unico modo per farlo era renderlo molto personale, qualcosa che sentissi che mi apparteneva. Amo gli spaghetti western, e apprezzo il fatto che pur trattando un soggetto molto americano, sono molto italiani, in termini di contenuti e realizzazione. Ho perciò sentito il bisogno di fare qualcosa di olandese seguendo il loro esempio; è così che sono arrivato a questa storia tutta calvinista e religiosa, tipicamente olandese.

Inoltre, ciò che è estremamente sovversivo di questo film è che è narrato dal punto di vista di una donna. Come ha affrontato quest'altra novità?
Avevo deciso di farlo su una donna grazie a una sensazione viscerale. Ma mentre facevo ricerca, ho scoperto che in realtà, tutta la mia idea del Vecchio West si basa sul 50% della popolazione: queste idee di tempo libero, anarchia e di una terra senza legge erano vere solo per la popolazione maschile. Per l'altra metà, era completamente diverso - me ne sono reso conto mentre leggevo libri sugli uomini, dove a un certo punto la sorella di qualcuno scappa via e ha due opzioni: sposarsi o diventare una prostituta. Tutta la nostra concezione del mito western è un'idea prettamente maschilista. Ci sono molto pochi western con donne protagoniste, ma raccontano comunque una storia molto maschilista - una donna fuorilegge, ecc. Va anche bene, ma questo, a mio avviso, è più veritiero rispetto a cosa significava essere una donna a quel tempo.

Perché il film è strutturato in quattro parti?
È successo naturalmente. Ho iniziato a scrivere il film in modo lineare, ma poi continuavano a venirmi in mente dei flashback, e non riuscivo a farlo funzionare. Sentivo di aver bisogno di trovare una struttura che migliorasse la storia emotivamente. Ad un certo punto, ho capito che dovevo incorporare questi flashback nella storia, perché in realtà ne fanno parte. Credo che questo sia il modo più emozionante di raccontare la storia. Non ho iniziato dicendo, "Voglio realizzare una struttura strana;" è venuta dal materiale.

Il film mostra una sorta di perversione della parola di Dio; crede che vi sia un collegamento con ciò che stiamo vivendo oggi su quest'argomento?
Penso che qualsiasi film storico debba avere una sorta di rilevanza nel presente. Naturalmente, questa storia parla molto di religione e di come abbia il controllo sulle persone, soprattutto le donne - e sì, ciò accade ancora oggi. Mi ci sono voluti alcuni anni per scrivere la storia, quindi non ho iniziato con tutti i piani in testa. Ma mentre scrivevo, capivo ciò che stavo scrivendo. E sì, ad un certo punto, mi sono reso conto di quello che stavo facendo.

È stato molto difficile per lei mostrare una tale esplosione di violenza sullo schermo, specialmente nei confronti delle donne?
Bisogna presentare il materiale in modo veritiero. Questa storia parla di ciò che è successo a una persona la cui vita è stata rovinata. Mi sarei sentito moralmente discutibile se ne avessi edulcorato la violenza. Credo che debba essere sgradevole. Se è troppo facile da guardare, sto sbagliando. E in realtà, non se ne vede più di tanto; molte scene non mostrano violenza, ma piuttosto la reazione del personaggio sul suo volto, o il risultato di essa, perché si parla delle conseguenze della violenza. Questo è ciò di cui parla la storia, quindi bisogna affrontarlo.

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(Tradotto dall'inglese)

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