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Felix Van Groeningen • Regista

"Un microcosmo che permette di vedere i cambiamenti in atto nella società"

di 

- Cineuropa ha incontrato Felix van Groeningen, recente vincitore del Premio alla miglior regia a Sundance per Belgica, il suo nuovo film, da poco acquistato da Netflix.

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, la traiettoria piena di sesso, droga e rock’n’roll di due fratelli, che si amano e si logorano attorno al bar che hanno creato, il Belgica.

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Cineuropa: Da dove viene questa storia?
Felix Van Groeningen: Mio padre aveva un bar a Gand dal 1989 al 2000, il Charlatan, e tutto quello che si vede nel film, l’ho più o meno vissuto. Ho visto come un piccolo e simpatico bar possa crescere grazie all’entusiasmo e l’ambizione della gente che vi lavora. Ho visto fino a che punto possa essere esaltante, ma come possa anche diventare un luogo di perdizione. Ho visto inoltre il mondo cambiare attraverso il prisma di questo bar, e come alla fine la squadra abbia dovuto prendere delle decisioni che andavano contro il progetto iniziale. Pertanto, non è un film autobiografico. Nel 2000, mio padre ha venduto il bar a due fratelli, e sono loro che ritroviamo al centro del mio dispositivo narrativo. Li ho potuti incontrare spesso, far loro delle domande, a loro e ad altri impiegati del bar, i buttafuori, i barman. Mi sembrava un materiale cinematografico interessante, è un microcosmo che permette anche di mostrare i cambiamenti in atto nella società. E poi avevo voglia di fare un film un po’ rock’n’roll!

Il Belgica è un personnaggio centrale del film, sorta di mostro che sfugge dalle mani dei suoi creatori?
Era il nostro obiettivo, ma non facile da raggiungere al di là delle intenzioni. A livello di sceneggiatura, abbiamo insistito sul cambiamento di equilibrio nel rapporto tra i due fratelli, il modo in cui loro stessi evolvono, in cui il loro sguardo sul mondo cambia: il Belgica cambia con loro. Lo vediamo in particolare nelle riunioni di lavoro con la squadra del bar. All’inizio tutti parlano, all’unisono, poi poco a poco i fratelli impongono i loro discorsi, i prezzi cambiano, l’accesso cambia. L’altro vettore è la musica, è lei il personaggio del Belgica. Sono un po’ i suoi dialoghi, e anche la musica cambia di pari passo con il locale. Alla fine, l’anima del Belgica non è scomparsa, ma è stato necessario mettere ordine nel caos. I due fratelli sono andati talmente oltre negli eccessi, che non si può più fare marcia indietro. Bisogna trasformare il Belgica in un enorme mostro. Solo l’anima persiste. Ma trovare l’equilibrio ha il suo prezzo.

Come si filma la libertà della notte e della festa?
Avevamo una regola, quella di non avere regole. Abbiamo adottato tanti approcci differenti, ogni scena si ricominciava da capo. L’idea era anche di andare il più lontano possibile per esplorare le nostre idee. Abbiamo girato cose molto estreme, che non si ritrovano necessariamente nel montaggio finale. Volevamo un approccio visivo diverso per ogni festa, alcune sono molto stilizzate, altre sono più crude, più sul vivo. La cosa fondamentale era anche che i gruppi suonassero dal vivo. E’ un lavoro mostruoso per il suono. Soulwax (la band che ha realizzato tutta la colonna sonora del film e ha creato anche la quindicina di gruppi che suona sul palco del Belgica, ndr), l’ingegnere del suono e il mixer del suono hanno insistito affinché lavorassimo in questo modo, e quando sei nella sala cinematografica hai l’impressione di essere nella sala del concerto. Avevamo una ventina di microfoni, era molto complesso, ma alla fine piuttosto creativo. Avevamo scelto di girare con camere piccole, facilmente manipolabili. Essendo del materiale poco costoso, avevamo tutto il tempo due camere, una a spalla, l’altra in una sorta di steadycam. Visto che filmavamo della musica live, era meglio non moltiplicare le inquadrature. Quindi, 45 giorni di riprese con due camere. A volte lasciavamo i gruppi suonare e la gente ballare… Questo permetteva di cogliere al meglio l’energia della notte.

Il film uscirà nelle sale in una manciata di territori, tra cui Francia e Belgio, ma per il resto del mondo, e in particolare gli Stati Uniti, è Netflix ad averlo acquistato. Come è nata questa decisione?
Abbiamo avuto questa proposta, e mi è piaciuta molto. Il mondo cambia, credo che sia il momento giusto per provare. Forse tra un anno ci pentiremo, ci diremo che era troppo presto. Di colpo, il film non uscirà più in sala in certi paesi o non passerà in certi festival… Ma oggi non possiamo chiudere gli occhi davanti a ciò che propongono Netflix o Amazon. E’ il momento giusto. Hanno la voglia, spingono i progetti che amano molto. Parallelamente ai loro progetti più commerciali, corrono dei rischi. Nei territori importanti per noi (in particolare Francia, Belgio), il film esce in sala. In territori più piccoli, il film avrebbe potuto avere un’uscita in sala, ma chi lo sa? Negli Stati Uniti, l’uscita in sala di Alabama Monroe - Una storia d'amore era importante perché il film potesse partecipare agli Oscar, ma concretamente non si può dire che abbia avuto grandi risultati in sala in quanto tale. Stavolta, Belgica uscirà su Netflix negli Stati Uniti, credo che corrisponda bene a questo progetto, che può attirare un pubblico piuttosto giovane e può suscitare una grande vitalità in rete grazie anche alla musica…

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(Tradotto dal francese)

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