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Laura Bispuri • Regista

“Un corpo congelato che si scioglie molto lentamente”

di 

- BERLINO 2015: La giovane regista italiana Laura Bispuri parla del suo primo lungometraggio, Vergine Giurata, presentato in concorso a Berlino

Laura Bispuri  • Regista

Circondata dai suoi attori Alba Rohrwacher, Flonja Kodheli e Lars Eidinger e dalla produttrice Marta Donzelli, la giovane regista italiana Laura Bispuri ha parlato alla stampa internazionale del suo primo lungometraggio Vergine giurata [+leggi anche:
recensione
trailer
Q&A: Laura Bispuri
scheda film
]
 presentato in anteprima mondiale in concorso alla 65sima Berlinale.

Dove ha scoperto questa tradizione albanese della "vergine giurata"?
Laura Bispuri: Leggendo il romanzo, tre anni e mezzo fa, decisi di fare il film. Ho sviluppato una passione per l'Albania e la sua cultura in tutti i modi possibili: incontri, letture, musica, la ricerca sull'approccio antropologico di questa tradizione della "Vergine giurata". Poi sono andata diverse volte lì, tra le montagne e penso che il film rifletta la mia passione per questo Paese. Non voglio in alcun modo che l'Albania appaia come negativa e l'Italia positiva. I personaggi del film non possono più vivere in Albania, ma amano la loro terra. Per quanto riguarda la tradizione della "Vergine giurata", esiste ancora. Ovviamente, sta scomparendo ma a una velocità che mi sembra ancora troppo bassa e le donne sono ancora lungi dall'avere diritti più "normali". 

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Come ha affrontato la struttura narrativa con questa cronologia piuttosto particolare?
È stata una delle grandi sfide del film e ha richiesto molto lavoro mentre scrivevamo la sceneggiatura, ma anche durante il montaggio. Ho pensato che questa struttura narrativa fosse coerente con il personaggio principale che è complesso, stratificato e per il quale una struttura lineare non sarebbe stata adeguata. Perché volevo descrivere un viaggio interiore e i ritorni al passato del film sono più di semplici flashback: sono episodi narrativi che riportano emozioni al presente.

Il corpo è un elemento fondamentale del film. Quali erano le sue intenzioni in materia?
Questo è il viaggio di un corpo congelato che si scioglie molto lentamente, a piccoli passi, per arrivare a liberarsi. La storia di un personaggio che alla fine riuscirà a stare bene con il proprio corpo. Ciò che ha significato molto, in termini di sceneggiatura, è stato immaginare il luogo che questo personaggio a disagio col suo corpo doveva frequentare, per poi recarsi quotidianamente in una piscina piena di corpi nudi, anche se in costume da bagno.

Ha avuto il desiderio di espandere questa riflessione sull'emancipazione del corpo scegliendo il nuoto sincronizzato?
Sì. Questo sport sembra la sintesi di un'immagine femminile del nostro tempo e dei suoi limiti. Queste ragazze nuotano truccate e devono sorridere. È un po' una femminilità che deve essere obbligatoriamente bella e perfetta. È anche uno sport massacrante e il fatto che gli sforzi si compiano sott'acqua è anche un richiamo agli sforzi richiesti alle donne in generale. L'acqua ha ovviamente a che fare con il lato femminile, ma svolge anche un ruolo di liberazione. Nei miei film precedenti, ho avuto spesso a che fare con quest'elemento e mi sono resa conto che mi attira in maniera del tutto istintiva. 

Come ha lavorato con Alba Rohrwacher?
Fin dall'inizio, pensavo che fosse probabilmente l'unica attrice capace di interpretare questo ruolo e il film dimostra che è stata la scelta giusta. Abbiamo avuto ciò che potrebbe essere definito un rapporto simbiotico. Durante i tre anni di preparazione, abbiamo pensato molto alle diverse versioni della sceneggiatura e cercato insieme delle linee direttive per l'utilizzo del corpo, per la trasformazione fisica del personaggio, e per ogni suo minimo cambiamento. Ci siamo divertite a trovare una gestualità maschile. Poi tutto è diventato semplice, ma sempre in uno spirito di continua ricerca durante le riprese. Ma tutto è stato abbastanza facile perché Alba ha fatto suo fin dall'inizio il carattere del personaggio di Marco e l'ha interpretato come immaginavo.

Com'è arrivato nel progetto l'attore tedesco Lars Eidinger?
All'inizio ho provato in Italia e il personaggio aveva un altro fisico e un'altra età. Ma non ero convinta e ho deciso di cercare nel panorama degli attori tedeschi. Appena ho incontrato Lars Eidinger, mi ha conquistata. È venuto a Roma, ci siamo incontrati con Alba e ho notato che si somigliavano. Così ho deciso che il film sarebbe dovuto andare nella direzione di questa somiglianza e ho riscritto il personaggio.

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(Tradotto dal francese)

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