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Ignas Jonynas • Regista

“Il nostro cinema sta vivendo un vero rinascimento”

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- Dopo il successo nel circuito festivaliero, The Gambler di Ignas Jonynas è uscito nelle sale domestiche e viaggia ora verso gli Oscar.

Ignas Jonynas • Regista

Tra i maggiori successi lituani degli ultimi anni, l’elegante thriller The Gambler [+leggi anche:
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intervista: Ignas Jonynas
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è stato proposto in numerosi festival mondiali (come San Sebastian) ed è di recente stato scelto come speranza lituana per l’Academy Award al Miglior Film Straniero. Cineuropa ha incontrato il regista

Cineuropa: Ci racconti come nasce The Gambler.

Ignas Jonynas: La mia generazione ha potuto vivere nell’era sovietica e poi adattarsi alle condizioni del capitalismo più sfrenato. Molti valori sono stati sottoposti a una revisione, eravamo circondati da tanta ipocrisia e molte illusioni e disillusioni. Siamo passati da un mondo chiuso e freddo a uno molto aperto, ma nello stesso tempo aggressivo, brutale e materialista. Volevo parlare dell’impatto che questi cambiamenti borderline hanno su una persona. Il co-autore della sceneggiatura di The Gambler, il filosofo Kristupas Sabolius ed io abbiamo iniziato a guardare varie situazioni borderline che rivelano la natura doppia dell’essere umano, l’elementare desiderio umano di sopravvivere e adattarsi a condizioni diverse.

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Come ha trovato i finanziamenti? è stato difficile?

Stavo lavorando con un operatore lettone, Janis Eglitis, facevamo pubblicità. Ho parlato con lui dell’idea di fare un film, e abbiamo pensato di unire le forze di due paesi, Lituania e Lettonia. Poco a poco, il nostro debutto ha iniziato a svilupparsi come progetto tra i due paesi vicini — era The Gambler. Stranamente prima non c’erano mai stati tentativi di lavorare insieme: per quello che so, dopo The Gambler, ci sono stati moltissimi progetti di co-produzione tra i Paesi baltici.

Come ha lavorato al casting? In particolare, perchéha scelto Vytautas Kaniusonis e Oona Mekas?

Per me era importante trovare degli attori preparati al cambiamento, anche fisicamente, perché è legato direttamente alla strada che prende il protagonista della storia. Vytautas ha fatto tutti gli sforzi possibili per soddisfare le nostre richieste: ha perso 20 kg, iniziato ad allenarsi e ha imparato a nuotare. Si è fatto crescere la barba, che per lui era molto insolita. Durante l’intero processo abbiamo parlato molto della sceneggiatura e dei punti drammaturgici essenziali e alla fine abbiamo trovato i principi del nostro lavoro insieme. Oona l’abbiamo scoperta per caso: avevo provato molte attrici, alcune davvero meravigliose. Ma io volevo un certo tipo, una che “saltasse fuori” più che una molto reale. Per caso ho visto una foto di Oona su un giornale, e all’improvviso ho sentito di voler gridare, come in Mulholland Drive di David Lynch, “è lei!”. Ho letto la didascalia sotto la foto e ho scoperto che Oona era un’attrice e regista, oltre che la figlia di uno dei direttori della fotografia più famosi di Lituania, Jonas Mekas. E per questo le ho scritto e le ho chiesto di mandarci un provino. Oona ha letto la sceneggiatura e ha recitato le scene del provino con cura. Non c’erano domande ulteriori.

In che modo il film rientra nelle attuali tendenze cinematografiche lituane? Il film èun thriller ad alto ritmo, non immediatamente associabile con il cinema baltico.

Il nostro cinema sta vivendo un vero rinascimento attualmente, la varietà di generi e stili sta radicalmente cambiando il volto del cinema lituano - e non è chirurgia plastica, è un cambiamento essenziale. Gli spettatori sono tornati nelle sale per vedere film locali, e penso che l’aumento della produzione locale e la varietà dei generi inizierà presto a far crescere quella qualità che interessa al pubblico internazionale.


Qual èil suo prossimo lavoro?

Kristupas Sabolius ed io abbiamo appena completato una sceneggiatura su una ballerina cieca. Sarà un thriller sul tema della manipolazione. Penso che gireremo l’estate prossima.

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