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Saverio Costanzo • Regista

Hungry Hearts, storia d'amore nel suo divenire”

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- VENEZIA 2014: Saverio Costanzo in concorso a Venezia con un film interpretato da Alba Rohrwacher e Adam Driver, vincitori della Coppa Volpi come migliori interpreti

Saverio Costanzo  • Regista

“Ho scritto la sceneggiatura senza giudicare i tre personaggi ma con dolcezza e tenerezza pensando anche al mio ruolo di padre. Durante la scrittura la dolcezza che ho messo nel guardarli ha fatto bene anche a me. È stata un'esperienza catartica”. Saverio Costanzo incontra la stampa italiana a Lido di Venezia dopo la proiezione del suo quarto film, Hungry Hearts [+leggi anche:
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intervista: Saverio Costanzo
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, selezionato in Concorso alla Mostra del Cinema. "Questa è prima di tutto una storia d'amore vista nel suo divenire. Neanche per un attimo ho mai pensato che la madre potesse far del male al suo bambino". La madre in questione è interpretata da Alba Rohrwacher, una madre ossessionata dai possibili veleni che possono contaminare il figlio di sette mesi che una veggente le ha rivelato essere speciale, un "bambino indaco". 

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"Certamente il mondo che viviamo ci intossica, ma queste sono considerazioni sociologiche. Io ho mostrato come certe scelte radicali possano sfociare nell'ideologia che come sappiamo ha ucciso milioni di persone. Il mio film non è contro niente e nessuno. Ma se lo volete sapere sono un amante del BigMac e una volta al mese porto a mangiare i miei figli al MacDonald", spiega il regista.

Per Hungry Hearts il regista romano ha preso ispirazione dal romanzo di Marco Franzoso "Il bambino indaco":  "Il rapporto col libro è stato difficile. L'ho preso e abbandonato più volte. La sua drammaturgia così forte mi attirava, ma l'alto rischio di morbosità mi allontanava". Trascorsi due anni è nato il film, ambientato a New York e recitato in inglese. Gli americani Adam Driver e Roberta Maxwell affiancano l'attrice italiana. “New York è una città che non ho scelto a caso, dove ho vissuto a lungo e che conosco bene. Qui si vive una costante violenza, totale isolamento e solitudine e qui la protagonista vive la sua battaglia. Roma non sarebbe stata credibile. Insomma non ho scelto New York solo per 'tu vuo' fa l'americano'…”.

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