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Eric Lagesse • Venditore, Pyramide International

"Film d'autore originali che escono dai sentieri battuti"

di 

- Uno sguardo con Eric Lagesse alla line-up cannense di Pyramide International, con quattro film nelle diverse selezioni

Eric Lagesse  • Venditore, Pyramide International

Leviathan di Andrej Zvjagincev in competizione ufficiale, Party Girl [+leggi anche:
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di Boris Lojkine in competizione alla Settimana della Critica: con quattro titoli della sua line-up in vetrina nelle diverse selezioni del 67mo Festival di Cannes (dal 14 al 25 maggio 2014), la squadra di vendite internazionali della società francese Pyramide (che distribuirà in Francia anche Bande de filles [+leggi anche:
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di Céline Sciamma, film d'apertura della Quinzaine des réalisateurs) arriva ben armata sulla Croisette per il Marché du Film. Incontro con il presidente-direttore generale della struttura, Eric Lagesse.

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Cineuropa: In che misura i quattro film della vostra line-up selezionati a Cannes sono rappresentativi della vostra linea editoriale?
Eric Lagesse: Innanzitutto, sono quattro veri film d'autore, originali, che escono dai sentieri battuti. E tra questi, ci sono due opere prime, Party Girl e Hope, il che rispecchia la line-up di Pyramide che è composta ogni anno per il 40-50% da opere prime. Quanto ad Andrej Zvjagincev, è un regista con cui ho sempre sognato di lavorare da Il ritorno, che non ho avuto ma che ho poi recuperato in catalogo. Abbiamo lavorato insieme su Izgnanie nella distribuzione nelle sale francesi, poi ho venduto all'estero Elena così come ora Leviathan, per il quale abbiamo fatto molte prevendite con un promo magnifico. Il film, che è assolutamente splendido, parla della Russia di oggi con molta forza attraverso il dramma personale di un uomo che si ritrova a confrontarsi con la legge, lo Stato. E' la prima volta, credo, che Andrej fa un film sulla società russa che è contemporaneo quanto Elena lasciando un po' da parte il lato contemplativo per qualcosa di molto più narrativo, con tensione, minaccia e colpi di scena. 

Che ci dice delle difficoltà che ha avuto Panos Koutras a portare a termine Xenia?
La Grecia non va molto bene e, in particolare, uno degli attori importanti della produzione, la tv pubblica greca ERT, è stata smantellata. Da lì, un'enorme buco di budget per un film che era più o meno finanziato. Ma alla fine, Xenia è in selezione ufficiale a Cannes, cosa che non succedeva a un film greco da Dogtooth [+leggi anche:
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intervista: Yorgos Lanthimos
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 nel 2009. Dal canto mio, avevo adorato Strella e avevo una gran voglia di lavorare con questo regista. Le produttrici francesi mi avevano mandato lo script di Xenia che ho trovato formidabile e mi sono impegnato immediatamente.

L'apertura del Certain Regard è stata affidata all'opera prima Party Girl. Un colpo di fulmine?
Marie AmachoukeliClaire Burger sono due giovani registe che seguiamo da vicino giacché Roxane Arnold, la mia direttrice distribuzione, le conosce molto bene perché hanno frequentato insieme La Fémis. Il loro mediometraggio Forbach metteva già in scena la famiglia di Samuel Theis che è il terzo regista di Party Girl, che abbiamo acquisito su sceneggiatura quando Elzévir Films ce l'ha proposto. Tutte le sezioni cannensi erano entusiaste del film e abbiamo avuto questa proposta da Thierry Frémaux di aprire il Certain Regard, che è un trampolino eccezionale per il film.

Come è arrivato Hope sulla vostra line-up?
Quando ho visto Louise Wimmer [+leggi anche:
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nelle sale, un film piuttosto economico ma magnifico e molto ben prodotto che rimpiango di non aver acquisito, mi è venuta voglia di lavorare col suo produttore Bruno Nahon. Mi ha mandato la sceneggiatura di Hope che, su un tema stra trattato come i clandestini, si distingueva totalmente grazie a una grande suspense. Era forte, rapido, vivo, non ci si annoiava mai e ho ritrovato tutto il piacere di questo script nel film che la Settimana della Critica ha subito selezionato in concorso. E' l'unico film francese della competizione, ma girato esclusivamente in Africa con attori non professionisti e africani.

Qual è la sua analisi della congiuntura dei mercati, in particolare per i film d'autore che voi difendete?
La tendenza non è proprio in crescita. Poi, ci sono sempre i film che ce la fanno, che conquistano tutto il mondo e suscitano entusiasmo. Credo che sarà il caso di diverse mie pellicole che sorprenderanno molto, e non parlo di Zvjagincev che è già tra i grandi e il cui film è talmente forte che lo si venderà ovunque. Più in generale, c'è una ripresa per certi territori, soprattutto più fiducia nei compratori giapponesi e tedeschi. E' vero che i tempi d'oro sono passati, ma un buon film dovrebbe riuscire sempre a dare i suoi frutti.

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(Tradotto dal francese)

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