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Philippe Martin • Produttore

"Aiutare gli artisti a fare quello che hanno dentro di sé"

di 

- Incontro con il produttore Philippe Martin di Les Films Pelléas a pochi giorni dall'uscita di Dans la cour di Pierre Salvadori

Philippe Martin  • Produttore
© Laurent Champoussin

Fondatore della società parigina Les Films Pelléas, che ha prodotto oltre 60 lungometraggi e scoperto numerosi autori (Pierre Salvadori, Mia Hansen-Love, Pierre Schoeller, Serge Bozon, Jean-Paul Civeyrac, Axelle Ropert, ecc.), Philippe Martin (che lavora in coppia col suo socio David Thion) è una personalità piuttosto discreta nel panorama cinematografico francese. Ha tuttavia accettato di dialogare con Cineuropa in vista dell'uscita francese, il 23 aprile, di Dans la cour [+leggi anche:
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intervista: Philippe Martin
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di Pierre Salvadori, scoperto a Berlino in proiezione speciale di gala.

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Cineuropa: Dans la cour è l'ottavo lungometraggio di Pierre Salvadori che produce. Qual è il segreto di questa fedeltà?
Philippe Martin: Il mio desiderio di produrre il suo cinema che non somiglia a nessun altro e che mi colpisce sempre. Amo il suo tono, il suo rapporto con il mondo, il suo senso della commedia, questa mescolanza di tragedia e umorismo. Ma i suoi film non sono facili da produrre, non tanto in termini di montaggio finanziario, perché hanno successo e si vendono bene all'estero, ma perché ciascuno richiede un anno di montaggio. Per certi registi che fanno film molto più cupi e difficili si capisce che è dura, mentre per i film di Pierre Salvadori non si ha mai questa impressione, non si pensa al lavoro enorme di un regista di commedia per realizzare un'ora e mezza di intelligenza e divertimento.

Come definirebbe la linea editoriale di Pelléas?
Sono gli autori che mi interessano. I registi sono artisti che possono portarti dove non avresti mai immaginato. Sto terminando Les Métamorphoses di Christophe Honoré e non avrei mai pensato di produrre un giorno un adattamento di Ovidio. Ma è l'incontro con un artista, il suo sguardo, il suo confronto con un'opera che ti convincono. La mia linea editoriale è quella di accompagnare gli autori in cui credo profondamente, aiutare gli artisti a fare quello che hanno dentro di sé. In un primo tempo, questo accadeva con le opere prime, scoprire gli autori e accompagnarli. Ma ultimamente ho prodotto cineasti esperti come Nicole Garcia e Christophe Honoré. E' un piacere nuovo per me. Non è lo stesso di produrre un'opera prima, che è un lavoro enorme perché bisogna essere presenti su tutto e c'è spesso una forma di resistenza da parte dei giovani registi. Ma scoprire gli autori e vederli sbocciare resta una vera soddisfazione, come è stato con Mia Hansen Love. Nella storia dell'arte, è sempre interessante osservare la nascita di un talento. E quando ne vedo comparire uno, ho un solo desiderio, quello di accompagnarlo. Poi, il modo di accompagnarlo può prendere forme diverse. 

I film che produce sono difficili da finanziare?
L'ho sempre trovato difficile. So che un tempo era più facile per certi produttori, ma non è il mio caso. Finanziare una commedia d'autore, ad esempio, è molto meno facile di quanto si immagini. Per le commedie un po' "indigenti", basta una sorta di validità commerciale: dialoghi passabili e un cast efficace. E quando fai un film "serio", essere ambiziosi è quantificabile, riconoscibile e sostenuto. E' molto più difficile per un autore che ha ambizioni artistiche, ma il cui universo e linguaggio sono quelli della commedia. In Francia, la commedia e l'ambizione artistica si sposano difficilmente.

Quali sono i progetti a breve termine di Pelléas?
Dopo Dans la cour, lanceremo il 7 maggio L'armée du salut [+leggi anche:
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di Abdellah Taïa. Poi ci sarà Mon amie Victoria di Jean-Paul Civeyrac (articolo) e Métamorphoses di Christophe Honoré (articolo) con cui faremo un altro film. Un documentario di Jean-Stéphane Bron è anche in cantiere, e Pierre Salvadori e Nicole Garcia stanno ricominciando a scrivere. Stiamo inoltre finanziando Diamant noir di Arthur Harari e Peur de rien di Danielle Arbid, e sviluppiamo progetti con Axelle Ropert e Serge Bozon.

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(Tradotto dal francese)

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