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Eirik Svensson • Regista

"Lavorare in modo diverso: un gioco serio"

di 

- Eirik Svensson, il cui primo lungometraggio, Must Have Been Love, è uscito da poco, appartiene alla nuova generazione di cineasti norvegesi

Rivelatosi con il corto Fredag, Eirik Svensson, il cui primo lungometraggio, Must Have Been Love [+leggi anche:
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scheda film
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, è uscito da poco, appartiene alla nuova generazione di cineasti norvegesi.

Nei ruoli principali di Must Have Been Love troviamo l'attrice finlandese Pamela Tola e il norvegese Espen Klouman Høiner. Perché questa scelta?
Eirik Svensson: All'Istituto del cinema di Lillehammer, dove ho studiato, desideravo già girare con loro. L'entusiasmo e la motivazione hanno pervaso la squadra durante tutto il processo di creazione ed elaborazione. Era per noi un gioco serio: avevamo tanta voglia di lavorare in modo diverso.

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In modo diverso?
Di solito, come è noto, si scrive una sceneggiatura, dei dialoghi, un testo molto preciso che deve essere rispettato, talvolta alla lettera. Certo, avevo lavorato a monte all'elaborazione di una bozza con il mio co-sceneggiatore Jyrki Väisänen, ma il più delle volte ho lasciato gli attori improvvisare a loro piacimento, trovare da soli il modo di esprimere i propri personaggi. L'autenticità, la sincerità sono tra le mie principali preoccupazioni. Le ripetizioni e le esitazioni erano inevitabili, come nella vita vera. E' un rischio che ho voluto correre, e penso che questo metodo di lavoro, di solito sconsigliato per un'opera prima, mi sia convenuto. Poi, al montaggio, ho potuto condividere le cose con il montatore Karsten Meinich.

Le è capitato di sorprendere i suoi attori?
Sì, penso a una scena in cui, su mia richiesta, due piccole danzatrici sono andate ad abbracciare Pamela, senza che fosse stata avvertita. Era così emozionata che si è messa a piangere: abbiamo mantenuto questa sequenza al montaggio. Più volte, Martin Solvang, il capo operatore con cui sono solito lavorare, ha lasciato le cose andare, e questo ha dato buoni risultati. 

Lei è un regista esigente?
Ambizioso, piuttosto. Cerco di essere il più generoso e caloroso possibile, di fare in modo che il buonumore regni sempre sul set. Ciò non impedisce la concentrazione e la serietà.

I suoi personaggi parlano inglese.
Esatto, perché è la lingua che parlano i norvegesi e i finlandesi quando si incontrano: è il loro modo abituale di comunicare.

Must Have Been Love è un film d'amore.
Non solo. E' anche un film sulla solitudine, sulle difficoltà che abbiamo a trovare un equilibrio oltre lo sradicamento, le frustrazioni, un film sui dubbi che possono nascere da un incontro amoroso, anche quando promette bene.

Istanbul, Oslo, Helsinki, Berlino: diverse location per le riprese.
E' per rafforzare il tema dello sradicamento, della non appartenenza a un luogo, della scoperta progressiva di rituali, di codici d'accesso che non si possiedono in partenza. Volevo che l'incontro tra Kaisa e Jakob a Istanbul avvenisse in terreno neutro, in qualche modo.

Un film sulla memoria?
In effetti, si possono trovare nel mio film elementi nostalgici, una parte di mistero, come è misterioso il desiderio di fare un film, l'urgente necessità di collegare gli elementi in un modo o nell'altro. Sono attratto da David Lynch e dalla sua maniera di costruire i film.

Un ruolo doppio per E. K. Høiner…
Sì, e qui, senza voler fare confronti, ovviamente, si possono trovare alcune similitudini con La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.

Ambiguità, volti ingannevoli: vuole destabilizzare lo spettatore.
In parte è vero, ma mi piacerebbe anche che andasse oltre nella riflessione e nell'interpretazione di quello che gli viene proposto. Non bisogna restare passivi, lasciarsi riempire di immagini e rimanere al livello delle impressioni.

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