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Alberto Barbera • Direttore Mostra del Cinema di Venezia

Film a micro-budget. Siete pronti per la sfida?

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- La scommessa di Biennale College-Cinema: girare un film con 150mila euro e presentarlo alla Mostra

Fare un lungometraggio con soli 150mila euro e mostrarlo al prossimo Festival di Venezia. E' la scommessa lanciata dalla Biennale di Venezia, che avvia un’iniziativa per il sostegno di team di registi e produttori nella realizzazione della loro prima opera audiovisiva. Si chiama Biennale College-Cinema, è nata in partnership con Gucci, con il sostegno del Mibac e della Regione Veneto, e in collaborazione con IFP, il Festival Internazionale del Cinema di Dubai e il TorinoFilmLab. Il bando è aperto fino al 24 ottobre 2012 (ad oggi 381 ​​le registrazioni da 34 paesi). E il direttore artistico della Mostra di Venezia ci spiega come funziona.

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Cineuropa: C'è il Berlinale Talent Campus, l'Atelier a Cannes, mercati di coproduzione in tutto il mondo. Cosa distingue il Biennale College da questi "laboratori"?
Alberto Barbera: La differenza è che il College punta ad un obiettivo molto ambizioso che si propone di passare dalla fase iniziale, che è quella dell'elaborazione di un'idea, un trattamento, una sceneggiatura - cosa che fanno molti di questi laboratori spesso legati ai festival - al prodotto finito. Cosa che nessuno fa. Il College scommette sulla possibilità che nell'arco di 12 mesi si possano individuare 15 progetti interessanti, lavorare con gli autori, selezionare i tre che hanno maggiori possibilità di essere condotti a termine, finanziarli e ottenere che vengano completati e proiettati durante il festival. E' qualcosa che finora nessuno ha mai fatto. Questo presuppone da un lato la capacità di sviluppare una progettualità legata all'idea che oggi si possano realizzare dei film a micro-budget. E cioè in condizioni che un tempo apparivano assolutamente proibitive e che oggi invece le nuove tecnologie rendono accessibili. E dall'altro lato costruire un sistema di funzionamento, di controllo, di verifica di sostegno e di appoggio nei confronti degli autori, che vengono finanziati direttamente dalla Biennale. Un sistema in grado di garantire non la qualità, che dipende solo dalla capacità del singolo e del suo produttore, ma che la nave arrivi in porto. Cosa che non è sempre così scontata.

Dunque l'iniziativa è indirizzata a chi ha una piccola esperienza di audiovisivo e vuole fare un lungometraggio?
Viene richiesto un minimo di esperienza, altrimenti diventa estremamente difficile fare una selezione tra tanti partecipanti. Bisogna avere la possibilità di verificare in concreto quello che è stato già fatto, che può essere un cortometraggio o un videoclip, che mostri un certo talento, della competenza, una propensione reale. E su questo costruire la scommessa di scegliere uno tra tanti che vorrebbero fare un primo film. Questo è il punto di partenza. Si tratta comunque di esordienti o quasi esordienti, non è necessario che il cortometraggio realizzato in precedenza abbia avuto un esito commerciale, una distribuzione.

I 150.000 euro devono servire proprio per tutto?
Il film deve essere fatto con quella cifra complessiva. Con un massimo di spesa di 150mila euro, tasse comprese, vincoli sindacali, eccetera. Non si possono chiedere finanziamenti ulteriori, non si può chiedere ad una film commission di contribuire con somme ulteriori. Tutto dovrà essere dimostrato e certificato, il film verrà seguito dai nostri tutor che saranno in contatto con il produttore e verificheranno come intende spendere i soldi, sulla base di preventivi, e verificare che li ha spesi come dichiarato.

I tutor sono già stati individuati tutti? Chi sono?
Abbiamo già tre tutor, che sono dei punti di riferimento fondamentali e costanti del nostro lavoro. Uno è Michel Reilhac, dal 2002 direttore dell’Unité Cinéma di Arte France, che cesserà la sua collaborazione con Arte alla fine di quest'anno. Poi c'è Joana Vicente, direttore esecutivo dell'IFP (Independent Filmmaker Project) di New York, che ha supportato fino ad oggi 7.000 film e più di 20.000 filmmaker. Il terzo tutor è Jane Williams, responsabile del laboratorio di sviluppo progetti del Dubai Film Market. Altri se ne aggiungeranno, in modo da seguire i progetti nelle varie fasi, sottoporli ad un processo di monitoraggio e garantire che i margini di rischio vengano contenuti. Savina Neirotti ricopre il ruolo di Head of Programme.

Qual è il budget totale del College e da dove proviene il finanziamento?
Il budget non sarà inferiore al milione di euro, che copre il finanziamento dei tre film, i costi di gestione, dei tutor, residenza a Venezia dei 15 autori e 15 produttori selezionati. Questo denaro viene prevalentemente da sponsor privati o partner privati, uno dei quali è Gucci, che ha firmato un contratto di sponsorizzazione per tre anni. Stiamo trattando con altri partner interessati ad essere coinvolti anche economicamente nell'operazione. Sono partner non italiani, soggetti o istituzioni che operano in settori analoghi, che credono nel progetto e vogliono investire per gli sviluppi che esso può avere e per le ricadute in termini di collaborazione in aree geografiche distanti dall'Europa.

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