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Ulrich Seidl • Regista

"Non era mia intenzione fare un film divertente"

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- Il regista austriaco Ulrich Seidl presenta il secondo capitolo della sua trilogia Paradise, Leone d'argento della miglior regia a Venezia.

Presente a Cannes con il primo capitolo della sua trilogia Paradise, il regista austriaco Ulrich Seidl ha presentato Paradise: Faith [+leggi anche:
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intervista: Ulrich Seidl
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in concorso alla 69a Mostra di Venezia, dove Cineuropa l'ha incontrato.

Cineuropa: Nei primi due capitoli della trilogia, la ricerca del paradiso o passa attraverso una delusione sessuale o si conclude con essa. È questo il nesso tra i tre film?
Ulrich Seidl : Ciascuno dei tre film ha distinti livelli e la sessualità è uno di quelli, perché credo che una donna che cerca la realizzazione del suo desiderio tentando di rompere l'isolamento nel quale si trova sia alla ricerca dell'amore, di un amore che passa necessariamente per la sessualità. Il sesso è una delle forze motrici più importanti della nostra vita. È la ricerca della felicità ciò che le tre pellicole hanno veramente in comune.

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Paradise: Faith tende più al grottesco e al comico rispetto al film precedente. È stato fatto volutamente?
No. Non era mia intenzione fare un film grottesco o divertente e sono rimasto molto sorpreso nel vedere che la proiezione è stata sottolineata da risate e anche da applausi. Penso sia dovuto al tema del film e all'opinione che ciascun spettatore ha sulla fede o sulla religione in generale. Questa reazione suggerisce qualcosa in più sullo spettatore, il quale non prende più la religione troppo sul serio oggi, ma non è il mio caso. Sono cresciuto nel rispetto della più rigida tradizione cattolica e ho fatto molte ricerche e interviste a ferventi religiosi quando ho girato Jesus You Know per dire che non è così nella maggioranza dei casi. A me piace comunque giocare con i limiti del dramma e della commedia. Probabilmente è una cosa che faccio inconsciamente.

Perché ha scelto di presentare un cattolicesimo molto radicale opposto a un islamismo molto moderato contrariamente a ciò che la maggior parte degli occidentali pensa delle due religioni?
La devozione estrema esiste in tutte le credenze e oggi abbiamo la tendenza a dimenticarcene, ricordando solo un numero limitato di fanatici islamici che non rappresentano la religione. Rimango peraltro sorpreso nel vedere che il pubblico esulta nella scena in cui il ritratto del papa viene buttato a terra. Ciò traduce l'intenzione di un gesto che lo spettatore spesso vorrebbe realizzare?

La sua regia è abbastanza estrema per il pubblico che non ne è a conoscenza. Crede comunque di scendere a compromessi quando decide di non includere nel montaggio finale del materiale che ha girato e che ritiene forse troppo estremo?
Io sono il mio primo spettatore. Decido cosa voglio mostrare e non pongo dei limiti oltre a quelli che ci vogliono quando giro una scena. Se il materiale girato mi sembra vero, giusto, non ho motivi per sbarazzarmene. Se mi sembra falso, ricomincio o giro qualcosa che mi sembra più autentico e appropriato per il film.

Essendo Lei il suo primo spettatore, l'improvvisazione degli attori è ciò che la sorprende inizialmente durante le riprese?
Fisso i limiti entro i quali i miei attori possono improvvisare, ma sono limiti adeguati affinché il film vada nella direzione che ho scelto senza farmi sorprendere. Facciamo prove e giriamo varie volte la stessa scena. Possono esserci delle sorprese da un momento all'altro, ma continuo a girare fin quando non ottengo ciò che voglio.

Come spiega questa ondata radicale di film austriaci che si abbatte sul paesaggio cinematografico europeo? Crede che sia frutto della società austriaca?
Mi interrogherei piuttosto sul motivo per il quale non vi siano film come il mio in altri paesi. Ho l'impressione di trattare temi che sono scottanti e d'attualità in tutti i paesi occidentali, non solo in Austria. Non so perché gli altri registi si rifiutano di trattare tali argomenti in maniera più diretta e realistica. Probabilmente perché a causa della repressione del passato noi austriaci oggi abbiamo il desiderio ancora vivo di andare al di là di un'apparenza estetizzante per scoprire la realtà così come si presenta.

Dopo la partecipazione a Cannes e Venezia, punta alla Berlinale per presentare l'ultimo capitolo della trilogia?
Le riprese sono praticamente terminate e il film sarà concluso in tempo per la Berlinale. Il titolo è Paradise: Hope e personalmente spero che possa essere selezionato al concorso.

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