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Isabelle Huppert • Attrice

"Un clima di sorpresa estrema"

di 

- La celebre attrice francese racconta la sua immersione nell'universo del filippino Brillante Mendoza.

La star francese non ha esitato ad andare nelle Filippine e a lanciarsi nelle riprese guidate dal talentuoso Brillante Mendoza. Un binomio riuscito in Captive [+leggi anche:
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intervista: Brillante Mendoza
intervista: Isabelle Huppert
scheda film
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, proiettato in concorso alla 62ma Berlinale, e un'esperienza che l'attrice ha raccontato alla stampa internazionale.

La preparazione del ruolo
Isabelle Huppert: "Come attori, non abbiamo incontrato persone che si sono trovate nella situazione del film. Eravamo liberi nella nostra interpretazione. Non c'è stata una grande preparazione per questo ruolo, perché credo che non sia necessario preparare un momento così inaspettato, in cui la sorpresa è parte integrante dello choc che il film vuole dipingere. Mendoza ha la capacità di catturare questo momento. Meno ci si prepara, meglio è per questo tipo di film, ed è uno dei suoi punti forti. Come creare un caos e come controllarlo immergendo gli attori in un clima di sorpresa estrema? Questo è il talento di Brillante Mendoza. Non sapevamo mai cosa aspettarci. Gli attori non si conoscevano da prima. C'era una sceneggiatura, ma Brillante non l'ha seguita davvero. Tutto è inaspettato. Alla fine, è una situazione molto vicina alla realtà".

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Il pericolo
"Ciò che è scomodo per lo spettatore è generalmente più comodo per l'attore, che può impegnarsi in profondità in qualcosa di estremo. Non ho scelto io il ruolo proposto da Brillante Mendoza, ma ho scelto Brillante Mendoza e il suo universo. E' una grande opportunità per me avere una parte in questo universo. Forse la cosa più difficile per me, in quanto attrice con questo ruolo, è stata fare parte di un insieme più che calarmi nella parte, e rischiare in ogni momento di fare qualcosa in più rispetto a questo insieme e di rompere il suo equilibrio. A volte, eravamo in situazioni molto pericolose. Non mi sembrava di stare in una finzione, ma nella realtà e ci sentivamo obbligati ad agire di conseguenza, di reagire di conseguenza. Non si tratta di creare un ruolo, bensì di viverlo nel momento in cui ti si presenta in un contesto reale".

L’interpretazione
"Non ho diversi modi di recitare a seconda del film, la mia interpretazione è diretta da diversi registi e bisogna saper cedere a questo orientamento. Nel film, ci sono attori professionisti e persone che non lo sono, come Katherine Mulville. E' interessante, perché gli attori professionisti cercano di non esserlo e i non attori cercano di essere professionisti".

"Quando recito, non penso troppo, né prima, né durante e neanche dopo le riprese. E' il mio segreto, forse. Lo faccio e questo è tutto. Penso di non vedere mai i miei ruoli come personaggi, ma come una successione di stati d'animo: fame, nervosismo, fatica, ecc. Non penso in termini di ruoli, bensì in termini di emozioni perché è meno astratto per me. Gli stati d'animo li posso comprendere".

Un'esperienza
"Fare un film con Brillante Mendoza è un'esperienza piuttosto nuova per me. Parte dalla realtà e va oltre quello che ci si aspetta da un lavoro su una drammatizzazione più costruita. Certo, la tecnica deve seguire questa intenzione. E' tutto molto rapido, la camera è meno invasiva, i tempi tra le riprese più corti. E' un altro modo di vivere il set, che ti fa dimenticare quasi di stare a girare, anche se sei circondato dai tecnici e da tutto ciò che ci vuole per fare un film".

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