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Uwe Dierks • Produttore, Boomtown Media

L’importanza di una bella storia

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“Il genere documentario è sempre stato importante per noi, ma quello che ci interessa di più è raccontare belle storie, ” dice Uwe Dierks, uno dei fondatori, insieme al socio Thomas Grube, di Boomtown Media, nata nel 1999.

“Ci conoscevamo già da tempo quando abbiamo deciso di fondare la nostra prima società, la Grube & Dierks, per produrre e dirigere insieme”, ricorda Dierks. “Ora lavoriamo insieme da 15 anni, abbiamo idee simili su come raccontare una storia e ci interessiamo agli stessi argomenti.” Come fa notare Dierks, film prodotti dalla Boomtown come Rhythm Is it! e Trip to Asia “mostrano che diamo molta importanza alla scrittura della sceneggiatura. Se vuoi competere con gli altri grossi film che passano al cinema, devi avere le immagini giuste e la stessa qualità tecnica, ma è soprattutto la qualità della storia che fa la differenza.

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Se da un lato la Boomtown è stata prima di tutto una casa per Grube, in poter sviluppare i suoi progetti in un’atmosfera di libertà creativa e di indipendenza, la società si è già aperta a progetti di altri registi. “Il nostro scopo era produrre film di altri registi, anche per ragioni economiche, perché non puoi lasciare tutto il peso di una società sulle spalle di una sola persona.” Spiega Dierks.

“E così, adesso stiamo producendo il film Cinema Jenin di Marcus Vetter, e collaboreremo anche al prossimo,”continua. “Volgiamo intensificare questo approccio con alcune persone. È anche una questione di avere lo stesso punto di vista sulle cose: i registi potrebbero essere molto diversi fra loro, ma quello che abbiamo in comune è la voglia che il pubblico possa godere del film in maniera positiva, piuttosto che mostrargli solo cose oscure, difficili e problematiche. Di cose di questo tipo ce ne sono già abbastanza intorno a noi, basta guardare il telegiornale per assistere all’ennesima catastrofe.

Guardando agli ultimi dieci anni della scena del film documentario tedesco, Dierks ammette che ci sono stati alti e bassi nella vita del genere documentario nei cinema. Quando è uscito Rhythm Is It, nel 2004, erano pochi i documentari che riuscivano a farsi strada nei circuiti dei cinema tedeschi e ad avere un buon impatto sul pubblico. Il successo del film ha poi riportato il documentario al centro dell’attenzione. “Il problema non è la mancanza di un pubblico per questi film o che i critici e i proprietari dei cinema non sono ben disposti verso i documentari,” sottolinea Dierks. “Ma la maggior parte dei film che finiscono sugli schermi dei cinema oggi, rendono difficile alle più piccole produzioni –quindi anche i documentari- la possibilità di acquisire una certa visibilità. Questi film hanno bisogno di stare più a lungo nei cinema, in modo che la gente ne parli sempre di più.

Anche se la Germania è la casa della società Boomtown, i due produttori hanno cercato soggetti di film che avessero una forma di espressione universale o un approccio che potesse andare oltre le frontiere. Inoltre, la società ha acquisito una migliore percezione dei cambiamenti di tendenza nel mercato internazionale dopo aver creato, nel 2005, la propria sezione per le vendite, la Boomtown Media International, con lo scopo di gestire la distribuzione internazionale delle proprie produzioni. “Questo ci permette di vedere con chiarezza quali sono i paesi in cui il pubblico ama le storie che vogliamo raccontare. E può essere molto utile per finanziare nuovi progetti”, spiega Dierks.

Ma Boomtown Media non si interessa solo a documentari. “Il nostro scopo è sempre stato quello di produrre anche film” dice Dierks. “Questo sarà il prossimo passo e al momento abbiamo due progetti che sta sviluppando Thomas: uno è nato da un precedente documentario e un’altra storia viene da un’idea che ho in testa da un po’ di tempo”.

Questo passo verso la fiction non significa che Boomtown abbandonerà la sua struttura e si espanderà assumendo altro personale. “Attingeremo all’abilità e all’esperienza di colleghi produttori ed editori, e questo ci darà più tempo per lo sviluppo,” dice Dierks. “Thomas sta scrivendo entrambe le sceneggiature in inglese e i livello di entrambi i film significa che dovranno essere strutturati come coproduzioni internazionali.”

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