email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Nicolas Winding Refn • Regista

L'apoteosi e il declino della mitologia

di 

- Nicolas Winding Refn parla del rapporto tra azione e spiritualità, e tra religione e mitologia nel suo film Valhalla Rising

Cineuropa: Valhalla Rising [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Nicolas Winding Refn
scheda film
]
comincia in modo molto dinamico, con tanti combattimenti e tanto sangue, ma poi sembra che finisca per perdere il suo slancio. Vi sono molti “momenti morti”. È un'evoluzione un po' inattesa.

Nicolas Winding Refn: È lo spazio. Ho sempre desiderato girare un film di fantascienza. Non è questo il caso, giacché non ha niente a che vedere con la scienza, ma è finzione mentale. Questo genere di finzione permette di scavare nei ricordi e, dopo tanto tempo, è ciò che più si avvicina a un “drug movie”. È un po' come se il tuo battito cardiaco dovesse rallentare. Il film comincia in modo molto frenetico, con violenza e azione, ma poco a poco comincia a schiudersi. E tu devi solo accompagnare il movimento. Se cerchi di lottare contro di esso, o se cominci ad analizzarlo, ti perdi. Devi semplicemente lasciarti andare. Quando si fissa qualcosa per troppo tempo, si comincia a guardare al di là dell'oggetto, nel vuoto. È quasi come la meditazione o l'ipnosi. Il film è costruito in questa maniera.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Novanta minuti bastano per raggiungere questo effetto?
Sono un grande fan dei film di 90 minuti. Funziona perché è la durata di una fase di sonno. Di conseguenza, credo che sia una durata del tutto naturale per un film. Ultimamente, c'è stato un eccesso di film molto lunghi. È come se la gente dovesse essere ripagata dei suoi soldi, e si finisce per strafare. Io sono dell'avviso contrario. Credo nella semplicità. La qualità viene prima della quantità.

Il personaggio principale, One Eye, è un guerriero pagano, o no?
No. Non è niente. Non ha religione. È un monolito. Non sappiamo da dove viene, e quando un Vichingo pagano dice all'altro “ti è appartenuto per cinque anni, nessuno lo ha mai avuto così a lungo. Ora tocca a me”, ci si rende conto che One Eye non è che uno schiavo. È soltanto quando scappa e comincia ad utilizzare le armi che diventa un guerriero. Poi, grazie alla sua capacità di predire il futuro, i suoi poteri sovrannaturali, diventa un dio. E alla fine, un uomo.

Tutto ciò è molto astratto e va al di là delle tradizioni. Una delle sfide del realizzare un film di Vichinghi è che esistono tanti preconcetti, quasi cliché, sulla cultura vichinga. Si crede che i Vichinghi siano tutti pagani, che credano in Odino, ecc. Non volevo fare un film di Vichinghi come gli altri, ho quindi girato un film sui Vichinghi cristiani che vanno a Gerusalemme. Inoltre, molte persone hanno un approccio troppo terra-terra a Valhalla. Ma non si può seguire questa direzione. Non bisogna porsi troppe domande sull'origine di One Eye. Compare, ed è tutto. Non c'è una storia dietro a questo personaggio. Non ha nome. È il ragazzo che lo soprannomina One Eye.

In quale epoca si svolge esattamente il film e che rapporto ha One Eye con essa?
Il film si svolge nel XII secolo, con il cristianesimo in rapida espansione. Una grande confusione regna nei credi. La gente passa dal paganesimo, che è una forma rudimentale di religione, a una religione monoteista organizzata. E One Eye compare in quell'epoca. Viaggia insieme allo spettatore, perché lui è ciò che gli altri credono che sia. Alcune persone sulla nave lo vedono come un salvatore, altre pensano che sia il diavolo. Come nella religione, lo utilizzano a seconda del proprio interesse. Il film termina con One Eye che torna verso il proprio spirito: le montagne, la pietra. Torna alle sue origini e tornerà di nuovo, perché One Eye è un'entità che appare nei momenti di caos religioso. Valhalla Rising rappresenta l'apoteosi della mitologia e allo stesso tempo il suo declino, poiché il cristianesimo va completamente ad annientare l'antico sistema di credenze fondato sui miti.

Perché ha scelto di girare in Scozia?
È in Scozia che ci hanno offerto più soldi. Abbiamo ricevuto una somma considerevole da parte di Scottish Screen per girare lì. È stato molto difficile raggiungere i luoghi isolati dove mi piaceva girare. Ero completamente ossessionato dalla zone più strane, le più inumane e volevo che le riprese si svolgessero proprio in quei posti. Non c'era niente laggiù, neanche gli animali. Niente, tranne gli uomini e la natura.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy