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Stephan De Potter • Distributore

Cinéart: la difesa del cinema d'autore

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- Stephan De Potter • Cinéart La difesa del cinema d'autore

Cinéart-Cinélibre è stata fondata in Belgio nel 1975. Nel 2008, Cinéart ha esteso la sua attività in Olanda ed è divenuta un soggetto indispensabile nel Benelux. Stephan De Potter ci spiega il posizionamento della società e le sfide di un mercato in piena trasformazione.

Cineuropa: Ci può presentare Cinéart?
Stephan De Potter: Cinéart esiste da 35 anni. Siamo orientati prettamente sul cinema d'autore in senso ampio, con una vocazione di scoperta di nuovi talenti che seguiamo negli anni, come Michael Haneke, i fratelli Dardenne ed Emir Kusturica. Distribuiremo presto Sansone e Dalila di Warwick Thornton (Caméra d'Or 2009) e Silent Voices [+leggi anche:
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di Léa Fehner. Presenti da due anni in Olanda, siamo diventati un soggetto globale nel Benelux, che copre sia la sala che il video, la televisione e il VoD per un mercato di 26 milioni di abitanti. Lanceremo nel primo semestre 2010 una piattaforma VoD, The Auteurs, centrata su film di qualità, e lavoriamo attivamente con gli attori VoD del mercato belga. Inoltre, siamo stati uno dei primi distributori indipendenti a lanciarsi nel digitale, con Joyeux Noël [+leggi anche:
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Occupiamo uno spazio a parte nel mercato belga, nella misura in cui ci dedichiamo esclusivamente ai film d'autore. I nostri concorrenti, come BFD e Paradiso, hanno una sezione autori, ma distribuiscono anche grandi commedie americane, e non è il nostro caso.

Come dosate il vostro catalogo?
Mischiamo film belgi, film d'autore e film "crossover" che hanno la possibilità di fare breccia su un pubblico più vasto, come I diari della motocicletta di Walter Salles o prossimamente Desert Flower di Sherry Hormann. La specificità di Cinéart è il cinema belga, siamo quasi gli unici sul mercato a distribuire film belgi francofoni e vorremmo "esportare" questo spirito in Olanda, posizionandoci sul mercato dei film olandesi. Nel 70% dei casi, pre-acquistiamo su sceneggiatura, ma lasciamo anche un po' di spazio ai nostri "coups de cœur" dei festival.

Quali sono le caratteristiche del mercato belga?
E' un mercato complicato perché è doppio. Nelle Fiandre, cinema americano e cinema fiammingo sono onnipresenti. Vorremmo distribuire il cinema fiammingo, ma nelle Fiandre c'è una situazione di monopolio in cui Kinepolis Film Distribution copre quasi tutti i film fiamminghi. A Bruxelles e in Vallonia, i film che funzionano sono sempre più spesso americani. Ho l'impressione che il cinema francese, specialmente quello medio, stia davvero perdendo terreno. Quanto al cinema belga francofono, fatica a trovare il suo pubblico. Chiaramente, il fenomeno di Les Barons [+leggi anche:
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, che funziona a Bruxelles, in Vallonia, ma anche nelle Fiandre, rimette le cose in prospettiva. A parte i film dei Dardenne, era da tanto che non si aveva un successo del genere per un film belga francofono. Con Les Barons, si apre una nuova strada, grazie alla commedia. Il film ha la forza di un film sociale che parla della comunità marocchina di Bruxelles, ma lo fa con molto homour e talento. Il passaparola è eccezionale, e dopo 14 settimane il film è ancora in programmazione nelle stesse sale, a Bruxelles, Anversa e Liegi.

Che cosa pensa dei tentativi nel campo della distribuzione di alcuni dei più grandi produttori francofoni?
Il Tax Shelter ha permesso di fare film che fino ad allora era difficile montare finanziariamente. L'effetto perverso dell'aumento della produzione è l'ingorgo nelle sale. Non c'è spazio per tutti i film, e in Belgio solo Cinéart s'impegna sul cinema belga francofono. Penso che a un certo punto i produttori hanno dovuto trovare soluzioni diverse, e alcuni si sono messi a distribuire i film per conto proprio, che sia La Marea [+leggi anche:
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(Entre chien et loup), Formidable (Artemis) o Simon Konianski [+leggi anche:
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(Versus).

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